In
due post di questa settimana ho cercato, credo con una certa obiettività, di
riportare alcuni misfatti di cui si resero protagonisti gli invasori tedeschi
in Belgio nel 1914. Ho riportato anche notizia del cosiddetto Manifesto dei 93 e citato la Dichiarazione dei docenti universitari
dell'Impero tedesco con cui il mondo della cultura e dell’istruzione tedesco,
praticamente unanime, negava l’evidenza di tali incredibili distruzioni e
giustificava le violazioni del diritto internazionale e le atrocità commesse
dall’esercito tedesco in nome di un valore supremo che essi chiamano “vittoria”.
Sarebbe
oltremodo interessante descrivere quali profitti i tedeschi s’attendessero
dalla “vittoria”. E a tal fine bisognerebbe leggere il Memorandum presentato al governo il 2 settembre 1914 da Matthias
Erzberger, capo del partito cattolico, politico influentissimo e rapporteur della Commissione degli
affari militari. Il famoso Lebensraum hitlerita potrebbe apparire, al
confronto, perfino più moderato, e del resto quello di Lebensraum è un concetto
ottocentesco caro al noto Karl Haushofer che tanta influenza ebbe sul fanatico
di Braunau.
Il
popolo tedesco può vantare delle indubbie qualità, dei pregi che specie la breva gente italiana, spesso non a torto, dice d’invidiare. E però tali qualità e pregi
del loro carattere nazionale, alcuni peraltro molto esagerati, non valgono
nulla a fronte del loro tracotante e orgoglioso autoritarismo e del loro micragnoso
filisteismo. Essi vorrebbero imporre la loro visione del mondo e concezione della
vita anche agli altri popoli. La storia ha sancito che essi sono sprovvisti di
buon senso e misura, per non dire altro. E quando piangono si tratta sempre di lacrime di coccodrillo.
*
Oggi
sul Sole 24 ore c’è un articolo del
ministro greco Yanis Varoufakis nel quale rileva anzitutto il deteriorarsi dei
rapporti tra partner europei, laddove, dice, la crisi “ha fatto emergere i
problemi dell’Unione monetaria e messo gli uni contro gli altri i Paesi e il
loro orgoglio”. Il seguito dell’articolo è una ricostruzione dei motivi che
hanno prodotto tali attriti, segnatamente e principalmente quelli tra la
Germania e la Grecia.
La
vicenda mi ricorda per certi aspetti, per le odierne analogie fortunatamente
non belliche nel caso della Grecia, i rapporti tra i belgi e i tedeschi in
occasione delle due invasioni del 1914 e 1940 del Belgio. L’impronta è quella,
cioè l’ostinata determinazione di voler imporre a un popolo la propria volontà
a qualunque costo, di non voler sentire ragioni. Nel 1914 c’era il piano
Schlieffen, oggi c’è un altro piano che potremmo chiamare Merkel- Schäuble.
Ad
ogni buon conto, l’economista greco ripercorre nel suo articolo le vicende del
prestito di 240mld concesso nominalmente alla Grecia e che per oltre il 90% è
andato a finanziare “istituzioni finanziarie”. Varoufakis allude a un non meglio “salvataggio
bancario”, senza peraltro precisare. Poi recita la solita poesiola sulle
misure di austerità che per ripagare il debito e il prestito gravano sui
“cittadini” greci.
Seguendo
tali misure di austerità “i greci non avrebbero più potuto restituire il debito
vertiginoso e i tedeschi e gli altri europei sarebbero dovuti intervenire di
nuovo”. Dice che questo gioco al massacro fa comodo “ai nemici dell’Europa”. Deve finire,
scrive il ministro. E come? Anzitutto “con il sostegno dei partner europei che
condividono l’interesse per la sua ripresa, [di modo che la Grecia] potrà
concentrarsi sull’attuazione di riforme efficaci e di politiche per la
crescita. È fondamentale – continua il ministro – per porre la Grecia in una posizione
tale da ripagare i debiti e assolvere i suoi obblighi”.
E
cioè, in concreto? Queste le parole della canzone di Varoufakis:
"In
una prospettiva più a lungo termine [a breve ci sono altri soldi a prestito], i
leader europei devono lavorare insieme per ridisegnare l’Unione monetaria per
sostenere una prosperità condivisa anziché alimentare il reciproco
risentimento. Il compito – scrive lo stratega – è arduo, ma con un forte senso
dell’obiettivo, un approccio compatto e magari uno o due gesti positivi, può
essere portato a termine.”
Gli
unici gesti compatti che riesco a immaginarmi da parte di Merkel- Schäuble non
credo che potranno rasserenare i rapporti tra Germania e Grecia.
Se
questa è la “sinistra” europea non è un caso che questo secolo s’annuncia senza
speranza. Finché avremo questi personaggi a teorizzare e rappresentare gli
interessi delle classi subalterne, non si potrà scorgere un futuro possibile.
Al pari di tutti gli altri, Varoufakis non ha alcuna idea di come affrontare
questa crisi se non dal lato di un keynesismo di maniera. Gli riconosco però idee
molto chiare su come ritagliarsi un posticino al Sole.
A Cernobbio, infatti, è stato senza dubbio il ministro più glamour.
RispondiEliminaValore d'uso , valore di scambio!
RispondiEliminaAl tulipan
In un antico idioma delle mie parti,"tulipan"sta per persona un po' "scemotta".
Eppure il primo esempio si direbbe di derivato finanziario,se non vado errato,lo sperimentarono gli Olandesi,con i bulbi di tulipano ,tanto che ingenti fortune e la borsa dell"epoca rischiarono un tracollo colossale...di proporzioni mai viste fino ad allora.
Quale fosse il valore d'uso del tulipano ,riame un mistero,mentre il suo valora di scambio ,sembro'interessante agli investitori,tanto per far soldi in breve ,a partire da altri soldi..quale dia il risultato finale,schiere di Tulipani economisti,si sforzano di spiegarcelo tutti i giorni.
Signori,mangiate bulbi di tulipano,ai cetrioli ci stiamo pensando noi,mentre montagne di sociologi ci spiegheranno la sociologia del cetriolo.
Sempre un buon lavoro cara Olympe!
Se avessi la cortesia di rileggere e sistemare un po' i tuoi scritti prima di postarli, ti sarei molto grato... perchè mi eviteresti il mal di mare. ciao
Elimina"le vicende del prestito di 240mld concesso nominalmente alla Grecia e che per oltre il 90% è andato a finanziare “istituzioni finanziarie”. Varoufakis allude a un non meglio “salvataggio bancario”, senza peraltro precisare"
RispondiEliminaMi prendo la briga di precisare io, per i più distratti. Sulla vicenda del trasferimento del debito pubblico greco dalle banche private creditrici agli enti 'istituzionali', ecco la limpida e insospettabile testimonianza di Paolo Batista, memebro del board dell'FMI.
http://www.globalresearch.ca/imf-director-admits-the-greek-bailout-was-to-save-german-and-french-banks/5434989
C'è pure il video.
Prima di scrivere a destra e a manca, non si potrebbero CONTROLLARE LE FONTI?