giovedì 5 marzo 2015

I signori del merito


Le persone che fanno parte delle élite venali e politiche, spesso imparentate tra di loro, possiedono idee molto nette e avanzate sul principio d’uguaglianza: concedono che tutti gli uomini sono stati creati uguali (questa è l’espressione che usarono gli schiavisti americani nella loro Dichiarazione). Del resto è tutta gente che si dichiara democratica, convinta che le persone hanno diritti inalienabili, che esistono leggi e istituzioni per la tutela di tali diritti.

Essi sono anche convinti che la loro posizione sociale, il loro successo, sia stato acquisito per merito. L’idea meritocratica è molto diffusa presso questi ceti sociali, e siccome l’ideologia è sempre l’ideologia delle classi dominanti, questa idea ha fatto presa in ogni classe sociale. Da essa nasce il convincimento delle élite di essere speciali. Sentono la loro ricchezza, sono consapevoli della loro posizione. Non lo vanno a dire in giro, e tra di loro è semplicemente tacito. Solo l’invidia sociale dei mediocri può mettere in dubbio il loro merito.



Secondo questi signori le differenze di classe rispondono sostanzialmente a questioni di merito, e dunque a una gerarchia dell’intelligenza, d’innate capacità e preclare attitudini. All’uopo possono citare decine di esempi di persone d’umili origini che grazie alle loro capacità e allo spirito di sacrificio sono riuscite a salire la scala sociale, giungendo a vette ragguardevoli.

Che cosa distingue la società borghese dalle precedenti società classiste? Il predominio borghese, diversamente da come succedeva in antico, non poggia su diritti legittimamente acquisiti, ma su effettivi rapporti economici. Lo schiavo moderno non è tale in forza di un rapporto giuridico (non si trova alcuna formula di legge che definisca tale posizione, al contrario) ma di un rapporto puramente economico.


Come fai ad abolire la schiavitù salariata per via legale, quando è pacifico che legalmente il rapporto che si stabilisce tra padrone e lavoratore è di natura contrattuale, cioè un rapporto tra soggetti giuridicamente liberi ed eguali? È lo Stato stesso che garantisce il rispetto e la riproduzione di tali rapporti. E dunque la questione del “merito” c’entra proprio nulla, così come non prova nulla il fatto che il figlio di un certo operaio è diventato un manager da 30mila euro il mese e dà del tu al figlio del padrone.

3 commenti:

  1. I calvinisti , la cui cultura e' la base dell' attuale " liberalesimo" ,dopo aver contestato i vecchi dominanti aristocratici in nome appunto della "liberta' ," fecero poi giustificare la loro domininanza economica alla "grazia divina" .

    Pero' essendo poi le societa' capitalistiche evolute verso la "democrazia laica" i dominanti successivi hanno dovuto ripiegare appunto verso il concetto di "merito" tanto ben propagandato dal famoso "ascensore sociale" della societa' industriali

    ma essendo ormai questo "ascensore" definitivamente inceppato "il merito " non coprira' ancora a lungo i ceti dominanti , per cui e' sicuro che presto si tornera' alla vecchia coperta "religiosa" se non addirittura a quella "aristocratica" precedente.

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    1. se vuole dire che è l'etica calvinista a trovare nel proto-capitalismo il terreno su cui fiorire, sono d'accordo. sono d'accordo anche sulla "coperta", ed è appunto il senso del post. saluti

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  2. Quano tornerò nella civiltà ti segnalerò un libro, certo non di comunisti, che sfata con dati storici la meritocrazia.nel caso possa servirti g

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