domenica 19 ottobre 2014

Buon cinema


Del regista Mario Martone avevo visto e apprezzato solo Morte di un matematico napoletano. Ora nella ricostruzione cinematografica della biografia di Giacomo Taldegardo il rischio di strafare in un senso o nell’altro era molto alto, ed invece il regista partenopeo è stato bravo a ricostruire la vita di Leopardi “con rispetto, su di una solida conoscenza della sua epoca e delle vicissitudini della sua esistenza”, come scrive sul Domenicale Goffredo Fofi.


Il giovane favoloso è in distribuzione con ben 200 copie, e però è in programmazione nella provincia di Vicenza in sole due sale: in un piccolo cinema del capoluogo e a Bassano del Grappa in una sala parrocchiale con pochi posti (sabato spettacolo unico)! Situazione che è specchio dei tempi e di un provincialismo peraltro smentito dalla ressa per procurarsi un posto. 

3 commenti:

  1. Ieri, in una cittadina in provincia di Venezia, ho dovuto rinunciare insieme ad altre decine di persone: posti esauriti.
    Sono tornato questo pomeriggio (sala piena), e l'ho molto apprezzato anch'io: un alto compromesso fra illustrazione, divulgazione, reinvenzione.
    L'ho trovato lucido e commovente,

    Hans

    P.S. E' anche un altro frammento di storia italica per Martone, dopo il vigoroso polittico - sinfonia in quattro movimenti (mosso, adagio, agitato, andante) - di "Noi credevamo", vero e proprio "Senso" e "Gattopardo" per i nostri anni. Mi permetto di consigliartelo, anche perché sono molto interessato al tuo giudizio su come vi sono visualizzate le alternative della lotta politica

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  2. Dimenticavo un motivo in più per vedere "Noi credevamo": la colonna sonora è per quattro quinti verdiana (e per il restante quinto rossinian-bellinian-donizettiana)!

    Hans

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    Risposte
    1. se avrò occasione lo vedrò, anche se cerco di evitare quel genere di film per molti motivi. ho evitato anche il commento a questo film. ad ogni modo il mio giudizio sul film è positivo, anche se ciò non vuol dire nulla. tuttavia, nonostante lo sforzo filologico, non credo che il film renda leopardi, ma oltre non voglio andare. in questo blog scrivo raramente quello che penso, o almeno in modo esplicito e solo tra le righe. bisogna salvare le apparenze, stare sul politicamente corretto, si evitano dei guai altrimenti gratuiti. ciao

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