Quale che sia il giudizio che si
possa dare sull’origine, la consistenza e la coerenza della cultura politica e
della cultura in generale di questa gente, o dei loro interessi particolari,
l’alienazione che tale cultura impone consiste nel far ritenere a questi apparatčiki, dal loro Olimpo di classe dirigente, di essere
diversi dalle anime comuni, di essere posti troppo in
alto nella scala dei poteri, veri o anche solo presunti, come se anche loro non
fossero dei poveri.
Essi possono vantare un’illusoria
partecipazione personale al settore dominante della società attraverso il
possesso di una o più specializzazioni culturali, esibite negli attestati di
prestigiose università e di master assai costosi. Vi è in questo un’evidente
volontà di ripararsi dietro ad una formazione di pensiero, ad una concezione
del mondo che è il punto di vista della totalità borghese, fondata sulla
separazione, sul ripudio di venire in rapporto con quella gente comune della
quale, come sempre per sommo paradosso, essi dicono di essere in contatto, di farsene interpreti e di esserne senz'altro i portavoce.
Questi politicanti da riporto,
questi burattini ruffiani, sono sempre pronti a porti di fronte al fatto che la
vita della gente non ha cambiato di senso, che non mutano le ambizioni
consumistiche e che esse possono trovare soddisfazione solo nel sistema che le
lusinga e in parte le appaga. Questa è la fatalità della vita quotidiana, destinata
a restare reazionaria, imposta dal mercato, dall’allontanamento da una certa
alienazione per lanciarsi in un’altra e poi ancora. E ci viene detto che la
nostra unica responsabilità deve essere quella di lasciare tutte le
responsabilità a loro, con fiducia nelle magnifiche sorti e progressive del
sistema che migliore non c’è.
È il fascismo, in nuove forme ma sempre dello stesso colore. Come
succede sempre in questi casi, il pensiero reazionario, nelle tribune così come
nei suoi commenti a margine, vuole mostrare l’intelligente conseguenza del suo pragmatismo,
prodigo di risposte convincenti a scoprire tetre ed estreme soddisfazioni. Un
pensiero fattosi convinto che le leggi del movimento storico siano quelle del
cinismo adatto agli affari, che siano quegli stessi fenomeni che essi scambiano
per cause a governare il mondo, da sempre. Pensano alle crisi come a delle
increspature, e soprattutto che siano tutte uguali, regolabili sulla distanza. Credono
di saperne abbastanza, e invece il loro destino è quello di non capire nulla nel buio dei loro laboriosissimi garage.
Effettivamente, guardandole in prospettiva, la leopolda e similari, emanano la stessa aria che emanava la repubblica di salò. Ciao, una buona giornata, gianni
RispondiEliminapiù che Salò direi la fondazione dei fasci presso la sede del Circolo per gli Interessi Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano
EliminaForse mi sbaglio, ma, considerata la situazione, faccio fatica a credere che possano avere davanti a loro un ventennio.
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