Del regista Mario Martone avevo
visto e apprezzato solo Morte di un
matematico napoletano. Ora nella ricostruzione cinematografica della
biografia di Giacomo Taldegardo il rischio di strafare in un senso o nell’altro
era molto alto, ed invece il regista partenopeo è stato bravo a ricostruire la vita di Leopardi “con rispetto, su di una solida conoscenza della sua epoca e delle
vicissitudini della sua esistenza”, come scrive sul Domenicale Goffredo Fofi.
Il giovane favoloso è in distribuzione con ben 200
copie, e però è in programmazione nella provincia di Vicenza in sole due sale: in un piccolo
cinema del capoluogo e a Bassano del Grappa in una sala parrocchiale con pochi
posti (sabato spettacolo unico)! Situazione che è specchio dei tempi e di un provincialismo peraltro smentito dalla ressa per procurarsi un posto.
Ieri, in una cittadina in provincia di Venezia, ho dovuto rinunciare insieme ad altre decine di persone: posti esauriti.
RispondiEliminaSono tornato questo pomeriggio (sala piena), e l'ho molto apprezzato anch'io: un alto compromesso fra illustrazione, divulgazione, reinvenzione.
L'ho trovato lucido e commovente,
Hans
P.S. E' anche un altro frammento di storia italica per Martone, dopo il vigoroso polittico - sinfonia in quattro movimenti (mosso, adagio, agitato, andante) - di "Noi credevamo", vero e proprio "Senso" e "Gattopardo" per i nostri anni. Mi permetto di consigliartelo, anche perché sono molto interessato al tuo giudizio su come vi sono visualizzate le alternative della lotta politica
Dimenticavo un motivo in più per vedere "Noi credevamo": la colonna sonora è per quattro quinti verdiana (e per il restante quinto rossinian-bellinian-donizettiana)!
RispondiEliminaHans
se avrò occasione lo vedrò, anche se cerco di evitare quel genere di film per molti motivi. ho evitato anche il commento a questo film. ad ogni modo il mio giudizio sul film è positivo, anche se ciò non vuol dire nulla. tuttavia, nonostante lo sforzo filologico, non credo che il film renda leopardi, ma oltre non voglio andare. in questo blog scrivo raramente quello che penso, o almeno in modo esplicito e solo tra le righe. bisogna salvare le apparenze, stare sul politicamente corretto, si evitano dei guai altrimenti gratuiti. ciao
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