Un processo durato anni, terminato con una condanna
esemplare a carico di un vecchio porco che è andato a letto con una 17enne
prostituta e perciò consenziente. La sentenza ha stabilito per l’imputato sette
anni di carcere, ossia una pena maggiore di quella richiesta dal pubblico
ministero (insospettabile di mitezza verso l’imputato), con l’automatismo di quelle
accessorie. Un inedito giurisprudenziale. Chi stupra bambini nei collegi e
negli oratori se la cava con la recita del rosario.
Ma allora difendi Berlusconi? Manco per sogno e comunque pensatela come
volete, cerco solo di ragionare con la mia testa. I capibastone del
centrosinistra hanno avuto decine di occasioni per mettere fuori gioco
politicamente Berlusconi, ma non l’hanno fatto. Un motivo ci dovrà pur essere.
* * *
C’era una volta Unipol, il suo presidente Consorte, il
vice presidente Ivano Sacchetti, l’imprenditore Vittorio Casale, e una banca da
acquistare, la BNL, quella della famosa telefonata di Fassino. Unipol nel 2005
aveva una capitalizzazione molto inferiore a quella della BNL, perciò i suoi
soci sottoscrissero l’aumento di
capitale di 2,58 miliardi. A quel punto, la capitalizzazione di Unipol arrivava a 5 miliardi rispetto agli 8,2 miliardi di BNL.
Per far fronte all’acquisto di BNL, da via Stalingrado,
sede UNIPOL, partiva una campagna di dismissioni. La più importante riguardava Aurora assicurazioni, una
compagnia controllata. E poi altre
società e immobili. Per venderli Unipol si rivolse a un fondo privato
americano, Glenbrook International Real
Estate Fund. Infatti ha ceduto i palazzi a una controllata di questo fondo: la
Glenbrook Operae spa, per circa 258 milioni.
Sennonché i 130 immobili Unipol cambiano di nuovo proprietà, infatti Pirelli Real Estate e Morgan Stanley compravano i palazzi dalla Glenbrook Operae che a propria volta li aveva acquistati dalla compagnia presieduta da Giovanni Consorte nel dicembre 2005.
Nelle varie operazioni ci sono i nomi di un
pool di istituti tra cui Royal Bank of Scotland e Lehman Brothers, consulente legale
lo studio Gallavotti-Honorati-Pascotto.
Glenbrook Operae ha ottenuto una plusvalenza di 40 milioni di euro. Passano due mesi e mezzo e l’avvocato Pascotto acquista dal contropatto Bnl (guidato da Caltagirone) un
pacchetto della banca romana pari allo 0,5% per
un ammontare di 40,8 milioni. Guarda caso la
cifra equivalente al guadagno realizzato
attraverso la vendita degli immobili a
Pirelli Re. Pascotto dichiara di essere
pronto a salire fino all’uno per cento a
sostegno della scalata Unipol. Che la compagnia
venda le sue proprietà per far cassa e sostenere
la conquista di Bnl è normale e legittimo. Ma è davvero curiosa la macchinosità
dell’operazione.
Se i palazzi dovevano finire a Pirelli, perché
farli transitare per un fondo americano? E perché far guadagnare 40 milioni a un intermediario e non metterli direttamente nelle casse di Unipol?
I tre, Consorte, Sacchetti e Casale, furono indagati per appropriazione indebita e false attestazioni sociali,
perché dei 133 immobili dismessi ne furono venduti 130, mentre, secondo gli
inquirenti, i tre immobili restanti, il cui valore era fissato intorno ai 55,5
milioni, restarono fuori dall’operazione, consentendo in un secondo momento la
realizzazione della plusvalenza di 9,5 milioni, poi sequestrati.
In particolare, un immobile sarebbe
stato acquistato per 16 milioni di euro, per essere poi venduto per circa 26
milioni, attraverso una complessa – quanto inspiegabile – procedura, in grado
di produrre la plusvalenza di 9,5 milioni. Casale, infatti, ne aveva trattato
l’acquisto dal Banco di Sicilia. Prima di versare questa cifra, lo aveva girato
a una società – la «Immobilstar» – creata ad hoc e riconducibile proprio a
Consorte e Sacchetti, dai quali in un secondo momento Casale aveva comprato la
stessa «Immobilstar» – immobile incluso –, proprio per 9,5 milioni di euro.
Ora si è concluso il processo a carico di Casale, dell’ex presidente
Consorte e del suo vice più altri amministratori Unipol. La decima sezione
penale del tribunale di Roma ha assolto tutti, “perché il fatto non sussiste”,
dall'accusa di concorso in appropriazione indebita a conclusione della vicenda
legata alla dismissione degli immobili della compagnia assicurativa.
I giudici
hanno anche dichiarato nei confronti di Consorte, Sacchetti e Casale il «non
doversi procedere» perché il reato di «infedeltà» a seguito di dazione o promessa
di utilità «si è estinto per la remissione di querela da parte delle parti
civili Unipol e Aurora Assicurazioni».
Eh già,
particolare non trascurabile: a
suo tempo l’amministratore delegato dell’Unipol Luigi Stefanini, e il suo vice
Vanes Galanti, avevano contraddetto la ricostruzione della dismissione
immobiliare fatta dagli indagati davanti ai pubblici ministeri. Consorte aveva
dichiarato di aver ricevuto il “nulla osta” all’operazione proprio da Stefanini
e Galanti, all’epoca a capo di Holmo, la cassaforte del gruppo Unipol. Non
ricordavano bene allora o non ricordano bene oggi Stefanini e Galanti che avevano querelato Consorte?
Se è vero –
come scrive il Sole 24ore – che da
queste operazioni immobiliari vi fu un arricchimento di Consorte e Sacchetti,
oltre che dello stesso Casale, a parere del tribunale, «non risulta assodato
che dalle stesse operazioni sia rimasta danneggiata la Unipol spa, posto che la
dismissione del suo patrimonio immobiliare avvenne per l'acquisto successivo di
azioni della Bnl».
Se lo dice
il Tribunale di Roma, non resta che inchinarci.
Andreotti a suo tempo dichiarò che il processo per mafia a suo carico era una vendetta degli USA per la sua politica estera troppo disinvolta. Si può ipotizzare qualcosa di simile anche per Berlusconi, una vendetta di chi comanda davvero per non essersi tolto dalle palle e aver complicato la vita al Monti Mario esperto di economia (ammesso che un tale piccolo omino meriti tanto disturbo)? Oggi è la mia giornata complottista si vede!
RispondiEliminanoi non possiamo sapere come stanno effettivamente le cose
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