mercoledì 26 giugno 2013

Bendata un cazzo


Un processo durato anni, terminato con una condanna esemplare a carico di un vecchio porco che è andato a letto con una 17enne prostituta e perciò consenziente. La sentenza ha stabilito per l’imputato sette anni di carcere, ossia una pena maggiore di quella richiesta dal pubblico ministero (insospettabile di mitezza verso l’imputato), con l’automatismo di quelle accessorie. Un inedito giurisprudenziale. Chi stupra bambini nei collegi e negli oratori se la cava con la recita del rosario.

Ma allora difendi Berlusconi?  Manco per sogno e comunque pensatela come volete, cerco solo di ragionare con la mia testa. I capibastone del centrosinistra hanno avuto decine di occasioni per mettere fuori gioco politicamente Berlusconi, ma non l’hanno fatto. Un motivo ci dovrà pur essere.

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C’era una volta Unipol, il suo presidente Consorte, il vice presidente Ivano Sacchetti, l’imprenditore Vittorio Casale, e una banca da acquistare, la BNL, quella della famosa telefonata di Fassino. Unipol nel 2005 aveva una capitalizzazione molto inferiore a quella della BNL, perciò i suoi soci sottoscrissero l’aumento di capitale di 2,58 miliardi. A quel punto, la capitalizzazione di Unipol arrivava a 5 miliardi rispetto agli 8,2 miliardi di BNL.

Per far fronte all’acquisto di BNL, da via Stalingrado, sede UNIPOL, partiva una campagna di dismissioni. La più importante riguardava Aurora assicurazioni, una compagnia controllata. E poi altre società e immobili. Per venderli Unipol si rivolse a un fondo privato americano, Glenbrook International Real Estate Fund. Infatti ha ceduto i palazzi a una controllata di questo fondo: la Glenbrook Operae spa, per circa 258 milioni. 

Sennonché i 130 immobili Unipol cambiano di nuovo proprietà, infatti Pirelli Real Estate e Morgan Stanley compravano i palazzi dalla Glenbrook Operae che a propria volta li aveva acquistati dalla compagnia presieduta da Giovanni Consorte nel dicembre 2005. Nelle varie operazioni ci sono i nomi di un pool di istituti tra cui Royal Bank of Scotland e Lehman Brothers, consulente legale lo studio Gallavotti-Honorati-Pascotto.

Glenbrook Operae ha ottenuto una plusvalenza di 40 milioni di euro. Passano due mesi e mezzo e l’avvocato Pascotto acquista dal contropatto Bnl (guidato da Caltagirone) un pacchetto della banca romana pari allo 0,5% per un ammontare di 40,8 milioni. Guarda caso la cifra equivalente al guadagno realizzato attraverso la vendita degli immobili a Pirelli Re. Pascotto dichiara di essere pronto a salire fino all’uno per cento a sostegno della scalata Unipol. Che la compagnia venda le sue proprietà per far cassa e sostenere la conquista di Bnl è normale e legittimo. Ma è davvero curiosa la macchinosità dell’operazione.

Se i palazzi dovevano finire a Pirelli, perché farli transitare per un fondo americano? E perché far guadagnare 40 milioni a un intermediario e non metterli direttamente nelle casse di Unipol?

I tre, Consorte, Sacchetti e Casale, furono indagati per appropriazione indebita e false attestazioni sociali, perché dei 133 immobili dismessi ne furono venduti 130, mentre, secondo gli inquirenti, i tre immobili restanti, il cui valore era fissato intorno ai 55,5 milioni, restarono fuori dall’operazione, consentendo in un secondo momento la realizzazione della plusvalenza di 9,5 milioni, poi sequestrati. 

In particolare, un immobile sarebbe stato acquistato per 16 milioni di euro, per essere poi venduto per circa 26 milioni, attraverso una complessa – quanto inspiegabile – procedura, in grado di produrre la plusvalenza di 9,5 milioni. Casale, infatti, ne aveva trattato l’acquisto dal Banco di Sicilia. Prima di versare questa cifra, lo aveva girato a una società – la «Immobilstar» – creata ad hoc e riconducibile proprio a Consorte e Sacchetti, dai quali in un secondo momento Casale aveva comprato la stessa «Immobilstar» – immobile incluso –, proprio per 9,5 milioni di euro.

Ora si è concluso il processo a carico di Casale, dell’ex presidente Consorte e del suo vice più altri amministratori Unipol. La decima sezione penale del tribunale di Roma ha assolto tutti, “perché il fatto non sussiste”, dall'accusa di concorso in appropriazione indebita a conclusione della vicenda legata alla dismissione degli immobili della compagnia assicurativa.

I giudici hanno anche dichiarato nei confronti di Consorte, Sacchetti e Casale il «non doversi procedere» perché il reato di «infedeltà» a seguito di dazione o promessa di utilità «si è estinto per la remissione di querela da parte delle parti civili Unipol e Aurora Assicurazioni».

Eh già, particolare non trascurabile: a suo tempo l’amministratore delegato dell’Unipol Luigi Stefanini, e il suo vice Vanes Galanti, avevano contraddetto la ricostruzione della dismissione immobiliare fatta dagli indagati davanti ai pubblici ministeri. Consorte aveva dichiarato di aver ricevuto il “nulla osta” all’operazione proprio da Stefanini e Galanti, all’epoca a capo di Holmo, la cassaforte del gruppo Unipol. Non ricordavano bene allora o non ricordano bene oggi Stefanini e Galanti che avevano querelato Consorte?

Se è vero – come scrive il Sole 24ore – che da queste operazioni immobiliari vi fu un arricchimento di Consorte e Sacchetti, oltre che dello stesso Casale, a parere del tribunale, «non risulta assodato che dalle stesse operazioni sia rimasta danneggiata la Unipol spa, posto che la dismissione del suo patrimonio immobiliare avvenne per l'acquisto successivo di azioni della Bnl».

Se lo dice il Tribunale di Roma, non resta che inchinarci.

2 commenti:

  1. Andreotti a suo tempo dichiarò che il processo per mafia a suo carico era una vendetta degli USA per la sua politica estera troppo disinvolta. Si può ipotizzare qualcosa di simile anche per Berlusconi, una vendetta di chi comanda davvero per non essersi tolto dalle palle e aver complicato la vita al Monti Mario esperto di economia (ammesso che un tale piccolo omino meriti tanto disturbo)? Oggi è la mia giornata complottista si vede!

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    1. noi non possiamo sapere come stanno effettivamente le cose

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