Nelson
Mandela è ricoverato in gravi condizioni. La sua vicenda umana e politica è
nota, nessuno può negare la caratura non comune di questo personaggio che ha
contribuito a cambiare la storia recente del Sudafrica.
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Negli
anni Ottanta andava maturando presso la classe dirigente sudafricana e quindi presso la borghesia
bianca, la necessità di trovare una soluzione politica al problema razziale per mettere fine a uno scontro tra neri e bianchi che si andava facendo
sempre più cruento e generalizzato. L’abrogazione delle anacronistiche leggi
dell’apartheid è il risultato di tale soluzione politica.
Per
giungere a una soluzione politica era necessario trovare un accordo con l'African National Congress, ossia con il
movimento politico anti-razzista più rappresentativo dei neri, il quale già
molto tempo prima aveva adottato la Freedom
Charter del Partito dei Democratici,
un’organizzazione politica di bianchi progressisti alleata del National Congress e di altri partiti non
razzisti.
Il leader più rappresentativo sotto il profilo simbolico della lotta dei diritti civili dei neri era Mandela, allora detenuto da molti anni nel carcere dell’isola di Robben. Fu trasferito con altri dirigenti dell’ANC dapprima in un carcere di Città del Capo, e poi dal 1988 in una residenza coatta.
Dopo
l’incontro tra il presidente Botha e Mandela, ci vollero 46 incontri con gli
emissari governativi prima che la borghesia bianca avesse conferma che la via
per trovare la soluzione politica auspicata era perseguibile trattando un accordo con il
leader nero e l'African National Congress. Quindi una via che conducesse all’abrogazione formale dell’apartheid ma non
mettesse in discussione l’assetto socio-economico vigente.
Dopo
la liberazione di Mandela, nel febbraio 1990, presero avvio i negoziati tra l'African National Congress e il governo
sudafricano presso la residenza presidenziale. I negoziati avvenivano in un
clima di grande disordine e violenza nel paese. Fu stabilito un impegno tra le due
parti per la risoluzione del clima di violenza e d’intimidazione, nonché per la
rimozione degli ostacoli pratici alla trattativa con il riconoscimento della
immunità giudiziaria per gli esuli e la liberazione dei prigionieri politici.
In
seguito furono conclusi altri accordi che portarono infine alla costituzione
della Convenzione per un Sudafrica democratico (CODESA), cui parteciparono
tutti i partiti e le organizzazioni politiche sudafricane. Nel mezzo di questi
negoziati si tenne anche un referendum cui parteciparono solo i bianchi, i
quali in maggioranza si espressero per la continuazione dei negoziati.
La
seconda sessione plenaria del CODESA avvenne nel maggio 1992, ma fu sospesa in
seguito a dei massacri avvenuti nel giugno e nel settembre successivi. Questi
nuovi gravi episodi segnalarono la necessità di giungere al più presto a una
soluzione politica dei vari problemi dopo il fallimento del CODESA. Infine si
raggiunse un accordo tra l’ANC e il Partito Nazionale, poi, in seguito, anche
con altre forze minoritarie.
Le
elezioni dell’aprile 1994 segnano la vittoria dell’ANC e di Mandela come
presidente del Sudafrica. Fu dunque istituita la solita commissione per “la
verità e la conciliazione”: la verità dei padroni e la conciliazione degli
interessi tra le élite bianca e nera.
L’abrogazione
dell’apartheid costituisce indubbiamente una grande conquista sul piano dei
diritti fondamentali, e tuttavia poco sono cambiate sostanzialmente le
condizioni di vita del proletariato africano. Ancora oggi il vecchio
giardiniere nero che lavora nella villa padronale è chiamato garden boy, suo figlio è disoccupato o
fa il minatore e suo nipote non ha accesso nelle scuole dei bianchi.
In
un discorso tenuto in occasione del suo 90esimo compleanno, Mandela ha richiamato
i ricchi affinché aiutino i poveri (qui).
Solo
una rivoluzione sociale con un programma comunista potrà portare un
significativo cambiamento, ma essa si dovrà scontrare inevitabilmente con la
borghesia bianca e con la sua attuale naturale alleata: la borghesia nera.
Tutto il mondo (mondo capitalistico oramai) è paese!
RispondiEliminaA proposito le segnalo un articolo (un po' datato) di Battaglia: http://www.leftcom.org/en/articles/2012-03-01/anc-%E2%80%93-a-hundred-years-in-the-service-of-capital
RispondiEliminaBuona lettura!
p.s.: è in inglese, se le interessa posso reperire la versione in italiano.
grazie, leggerò
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