venerdì 28 giugno 2013

«I ricchi aiutino i poveri»


Nelson Mandela è ricoverato in gravi condizioni. La sua vicenda umana e politica è nota, nessuno può negare la caratura non comune di questo personaggio che ha contribuito a cambiare la storia recente del Sudafrica.

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Negli anni Ottanta andava maturando presso la classe dirigente sudafricana e quindi presso la borghesia bianca, la necessità di trovare una soluzione politica al problema razziale per mettere fine a uno scontro tra neri e bianchi che si andava facendo sempre più cruento e generalizzato. L’abrogazione delle anacronistiche leggi dell’apartheid è il risultato di tale soluzione politica.

Per giungere a una soluzione politica era necessario trovare un accordo con l'African National Congress, ossia con il movimento politico anti-razzista più rappresentativo dei neri, il quale già molto tempo prima aveva adottato la Freedom Charter del Partito dei Democratici, un’organizzazione politica di bianchi progressisti alleata del National Congress e di altri partiti non razzisti.




Il leader più rappresentativo sotto il profilo simbolico della lotta dei diritti civili dei neri era Mandela, allora detenuto da molti anni nel carcere dell’isola di Robben. Fu trasferito con altri dirigenti dell’ANC dapprima in un carcere di Città del Capo, e poi dal 1988 in una residenza coatta.

Dopo l’incontro tra il presidente Botha e Mandela, ci vollero 46 incontri con gli emissari governativi prima che la borghesia bianca avesse conferma che la via per trovare la soluzione politica auspicata era perseguibile trattando un accordo con il leader nero e l'African National Congress. Quindi una via che conducesse all’abrogazione formale dell’apartheid ma non mettesse in discussione l’assetto socio-economico vigente.

Dopo la liberazione di Mandela, nel febbraio 1990, presero avvio i negoziati tra l'African National Congress e il governo sudafricano presso la residenza presidenziale. I negoziati avvenivano in un clima di grande disordine e violenza nel paese. Fu stabilito un impegno tra le due parti per la risoluzione del clima di violenza e d’intimidazione, nonché per la rimozione degli ostacoli pratici alla trattativa con il riconoscimento della immunità giudiziaria per gli esuli e la liberazione dei prigionieri politici.

In seguito furono conclusi altri accordi che portarono infine alla costituzione della Convenzione per un Sudafrica democratico (CODESA), cui parteciparono tutti i partiti e le organizzazioni politiche sudafricane. Nel mezzo di questi negoziati si tenne anche un referendum cui parteciparono solo i bianchi, i quali in maggioranza si espressero per la continuazione dei negoziati.

La seconda sessione plenaria del CODESA avvenne nel maggio 1992, ma fu sospesa in seguito a dei massacri avvenuti nel giugno e nel settembre successivi. Questi nuovi gravi episodi segnalarono la necessità di giungere al più presto a una soluzione politica dei vari problemi dopo il fallimento del CODESA. Infine si raggiunse un accordo tra l’ANC e il Partito Nazionale, poi, in seguito, anche con altre forze minoritarie.

Le elezioni dell’aprile 1994 segnano la vittoria dell’ANC e di Mandela come presidente del Sudafrica. Fu dunque istituita la solita commissione per “la verità e la conciliazione”: la verità dei padroni e la conciliazione degli interessi tra le élite bianca e nera.

L’abrogazione dell’apartheid costituisce indubbiamente una grande conquista sul piano dei diritti fondamentali, e tuttavia poco sono cambiate sostanzialmente le condizioni di vita del proletariato africano. Ancora oggi il vecchio giardiniere nero che lavora nella villa padronale è chiamato garden boy, suo figlio è disoccupato o fa il minatore e suo nipote non ha accesso nelle scuole dei bianchi.

In un discorso tenuto in occasione del suo 90esimo compleanno, Mandela ha richiamato i ricchi affinché aiutino i poveri (qui).


Solo una rivoluzione sociale con un programma comunista potrà portare un significativo cambiamento, ma essa si dovrà scontrare inevitabilmente con la borghesia bianca e con la sua attuale naturale alleata: la borghesia nera.

3 commenti:

  1. Tutto il mondo (mondo capitalistico oramai) è paese!

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  2. A proposito le segnalo un articolo (un po' datato) di Battaglia: http://www.leftcom.org/en/articles/2012-03-01/anc-%E2%80%93-a-hundred-years-in-the-service-of-capital

    Buona lettura!

    p.s.: è in inglese, se le interessa posso reperire la versione in italiano.

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