giovedì 6 giugno 2013

Sulle seghe denominate in lire o fiorini


Scrivo due cose assai sintetiche a uso soprattutto dei più giovani, di quelli cioè che non hanno sperimentato di persona il lato A e quello B della grande inflazione degli anni a cavallo del 1980, ossia, come si diceva allora, della stagflazione (intreccio tra recessione + inflazione). La stagflazione è un assurdo economico solo apparente: la recessione dovrebbe provocare una caduta del prezzo delle merci, e quindi una deflazione, come in parte verifichiamo noi oggi. Ma non sempre ciò avviene nell’epoca in cui domina il capitale monopolistico multinazionale, in cui cioè il capitale ha un’elevata integrazione su scala internazionale. E quello di aumentare surrettiziamente l’inflazione (vedi il Giappone) è una tentazione forte. Non è direttamente di questo che voglio dire, ma è bene tenere a mente questo esempio storico quale sana propedeutica.

* * *



Che cosa dà valore alle merci (siano esse destinate all’export o al commercio interno, tanto per non cadere nel puerile trabocchetto alla Bagnai)? Una cosa sola: il lavoro. Il lavoro socialmente necessario a produrle. Il lavoro stesso è una merce (concetto che non è iscritto in alcuna costituzione, nemmeno nella “più bella del mondo”). E allora, quando si parla di rendere più competitive le merci s’intende dire che si vuol rendere più competitiva la forza lavoro. Per rendere più a buon mercato e più competitiva la forza-lavoro, ci sono due modi: abbassare il prezzo della forza-lavoro, e aumentarne lo sfruttamento. Due facce della stessa medaglia.

Per abbassare il prezzo di una merce senza ridurre il profitto che intasca il capitalista (il così detto valore aggiunto, alias il plusvalore, ossia quella parte di valore prodotto dalla forza-lavoro e non pagato dal capitalista) è dunque necessario aumentare l’intensità dello sfruttamento (ossia la quantità di lavoro erogato e non pagato all’operaio) e diminuire il salario, ossia il prezzo al quale si acquista la forza-lavoro.

Per aumentare lo sfruttamento vi sono vari modi, ivi comprese le riforme Biagi, Fornero, ecc., quindi il metodo classico: aumentare la disoccupazione e la sottoccupazione, ridurre il lavoro improduttivo per salvare i margini di profitto, porre in essere, con l’acquiescenza dei sindacati e l’addomesticazione mediatica dei salariati, le variegate minacce e ricatti che l’illuminata imprenditorialità sa escogitare a cominciare dalla modifica degli istituti di tutela del lavoro. Oppure portare le fabbriche all’estero, cioè “delocalizzare” (ma questo è un altro discorso).

Per ridurre invece direttamente il costo d’acquisto della merce forza-lavoro, c’è un modo molto conosciuto e praticato: svalutare la moneta con la quale si acquista la forza-lavoro, fermo restando nominalmente il suo prezzo, cioè il salario. Questo è un sistema che ha i maggiori effetti pratici anzitutto se i salari non sono indicizzati all'inflazione (così detta scala mobile).

Il sistema più diretto ed efficiente è quello della “svalutazione competitiva della moneta”, ossia agendo sul tasso di cambio della valuta in vari modi, per esempio stampando moneta. Oppure, come suggeriscono i fans del ritorno a una moneta nazionale, la ridenominazione della moneta e il suo riallineamento a un tasso di cambio più favorevole.

Più favorevole abbiamo visto per chi. Il resto sono seghe!

Quando succedono questi eventi monetari, in genere i capitalisti portano i loro “risparmi” all’estero, o li “rinominano” preventivamente in altra valuta. I poveracci in genere questo non lo possono fare. Perciò a prenderla in culo sono sempre gli stessi.


Vi fosse un solo sapiente tra i politici e gli economisti, o tra i clown che si mettono a fare l’una e l’altra cosa, che dicesse: bene, ritorniamo alla moneta nazionale perché noi consideriamo sia questo il problema della crisi o uno dei suoi motivi principali, e siccome affermiamo anche che ciò non avrebbe conseguenze decisive sui salari, non resta da fare altro che reintrodurre ex novo la scala mobile, ossia la copertura dei salari dagli aumenti dell’inflazione. Col cazzo che te lo dicono e tantomeno lo farebbero.

22 commenti:

  1. Vi invito a leggere questo post, che presenta chiari riferimenti e link ad altri.

    http://il-main-stream.blogspot.it/2013/06/diversamente-compagni.html

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    1. apprezzo, ma con tutta franchezza penso non freghi nulla quasi a nessuno così come non importa un cazzo quasi a nessuno di quello che vado scrivendo nel blog. in fin dei conti riusciamo a fare ancora tre pasti al giorno, smartfon e musichetta in sottofondo, e tra poco saremo al mare

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    2. Non esserne certa. Ad ogni modo, non ti resta che prepararti all'ennesima guerra fratricida fra comunisti. Soprattutto fra comunque possessori di smartfon.
      Ad ogni modo, Ferrero interrogato lunedì scorso a Padova sull'argomento dell'uscita dall'euro, dichiarava la sua indisponibilità. Intanto i partiti comunisti d'Europa si interrogano sulla ripresa da parte degli Stati della sovranità anche monetaria.
      Vogliamo lasciare ad altri la formulazione delle risposte a legittime domande?

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  2. Forse e' vero che non interessa quasi a nessuno quello che lei scrive su questo blog, pero' per quanto mi riguarda da quando ho iniziato a leggerla riesco a vedere le cose da un altro punto di vista e questa consapevolezza mi fa vivere un poco meglio questi nostri brutti tempi. Egoisticamente spero che lei non si stanchi mai di scrivere. Grazie.

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    1. Penso proprio di no. Per me e' veramente molto importante.

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  3. Cara Olympe,
    il sottoscritto "pollo" ha comprato il libro di Bagnai e se l'è letto tutto.
    In fondo al libro c'è scritto che lui considera FONDAMENTALE la reintroduzione della scala mobile, a maggior ragione in caso di uscita dall'Euro.
    Adesso non ce l'ho a portata di mano ma se vuoi posso citarti la pagina e la frase esatta.
    Nella famosa intervista fatta da Byoblu ha inoltre chiaramente affermato: "Perché nessuno sa che in Belgio c'è la scala mobile?"

    Oppure questo articolo: http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/lavoro-mobile-o-scala-mobile.html
    dove in fondo all'articolo viene chiaramente detto "in un mondo senza scala mobile, il lavoro deve diventare mobile".
    Si sottintende in un mondo capitalistico.

    Riporto sempre dal blog di Bagnai: " ovvero che il progressivo smantellamento dei meccanismi di indicizzazione, effettuato, lo ricorderete, al grido di "l'Europa chiamò!", ha alterato la relazione fra salari e produttività: i salari non sono riusciti a stare al passo con la produttività, i lavoratori hanno beneficiato in misura sempre minore dei frutti del proprio lavoro, e la quota di profitti è aumentata. Le politiche dei redditi degli anni '90 hanno determinato un impatto negativo permanente sui salari reali, oltre che sull'inflazione, senza tuttavia alterare la curva di Phillips di lungo periodo (la relazione fra salari reali e tasso di disoccupazione)."

    Cazzo Olympe, se non è di sinistra questo, allora cosa lo è????????????????????????

    Quindi ti ripeto, magari Bagnai può stare sulle palle con quel tono saccente che ha, ma nel MARE MERDUM degli economisti nostrani sinceramente andare ad attaccare proprio lui... perché ???? !!!

    Con grandissima simpatia e rinnovata stima!!!

    Stefano

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    1. non ho letto il libro. prendo atto. nel mio post non me la prendo in particolare con bagnai. nel post di ieri, invece, sì. perché non condivido quello che ha detto in quel video. da parte mia continuo a sostenere che la questione dell'euro, DI PER SE', non è la vera questione.

      per quanto riguarda il post che segnali: ovvio che l'inflazione non ha nulla a che fare con l'aumento dei salari (ma molto sulla caduta sul saggio generale dei profitti!), però dire "La prima è la disuguaglianza dei redditi", ossia confondere REDDITI e SALARI è cosa da bocciatura.

      Peraltro, salari e produttività, al contrario di quanto può pensare Bagnai, sono cose del tutto diverse. i valori delle merci non trovano nessun limite nei salari, specie in un'epoca di monopolio.

      Bagnai, da quello che leggo in alcuni post, sull'inflazione causata dall'uscita dall'euro dice un po' questo e un po' quello ....

      ma vediamo cosa ebbe a scrivere Marx a proposito della svalutazione monetaria provocata ad hoc:

      Tutta la storia passata prova che ogni volta che si produce una simile svalutazione della moneta, i capitalisti sono immediatamente pronti ad approfittare di questa occasione per frodare gli operai (in: Salario, prezzo e profitto, cap. 13).

      Perciò Bagnai sarà anche di sinistra, eccome, ma non è un marxista.

      cordiali saluti

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    2. Ciao Stefano.

      Quello che Bagnai non ti dice:

      -tassare progressivamente
      -equilibrare in modo efficiente le entrate da imposte dirette ed indirette

      Traduzione.
      Il plusvalore estorto, e specialmente il profitto, e specialmente in periodi di crescita zero o negativa andrebbe INTERAMENTE reinvestito.

      La bilancia commerciale, ossia la differenza tra import e l'export, si riordina con l'aumento della tassazione sulla ricchezza e la riduzione della tassazione sul lavoro.

      ALTRIMENTI IL SISTEMA CROLLA!!!

      E QUESTO NON HA NULLA, RIPETO, NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA MONETA!!!

      Cosa provoca un aumento della moneta?
      Tassa proporzionalmente, aumenta l'inflazione, sposta ricchezza dal lavoro verso il capitale, E NON RIORDINA LA BILANCIA COMMERCIALE per l'effetto dello spiazzamento che subentra dopo un breve periodo e necessita di ulteriore signoraggio.

      Parlare della moneta per riordinare le nostre finanze, la bilancia commerciale e la disoccupazione è come soffiare sulla moca per far uscire il caffè bollito.

      Insomma, è un diversivo per gli stolti.

      Allora perché Bagnai, uomo di "sinistra" propone tali scemenze senza alcun fondamento scientifico?
      Perché è sempre meglio la tassazione proporzionale che quella di oggi, interamente a carico dei lavoratori, altrimenti definita inversamente proporzionale. Attualmente il lavoro dipendente finanzia lo Stato al 90%, ma detiene unicamente il 50% della ricchezza.
      Bagnai, al massimo sarebbe uno di centro, ma SICURAMENTE NON DI SINISTRA!!!

      Tecnicamente parlando.
      Bisogna QUINTUPLICARE il carico fiscale a carico dell'impresa (imprenditori, che ovviamente posseggono la ricchezza accumulata da tassare con e soprattutto le imposte indirette) e dimezza il carico fiscale a carico del lavoro dipendente SOLO PER RISTABILIRE UN PO' DI PROPORZIONALITA',

      ma ce ne passa fino alla progressività, ESSENZA QUESTA DELL'EFFICIENZA ECONOMICA!!!

      E guarda che anche all'interno delle suddette categorie bisognerebbe distinguere, soprattutto in base alla propensione al consumo e al risparmio, nonché alla ricchezza improduttiva e accumulata grazie al lavoro non pagato in passato.

      Ecco, questo significa essere di SINISTRA, cioè applicare la scienza economica per quello che è, non ideologizzata. Ovviamente, il sistema efficiente così creato va a scontrarsi con gli interessi borghesi, i quali potrebbero anche decidere di delocalizzare, quale strumento ricattatorio.

      ECCO, E' PROPRIO QUESTO RICATTO IDEOLOGICO, GARANTITO DALLE LEGGI SULLA PROPRIETA' PRIVATA CHE IMPEDISCE L'EFFICIENZA E L'EFFICACIA IN ECONOMIA!!!

      E per tali motivi il capitalismo con crescita o non crescita ci impoverirà tutti, andando fino al fallimento. NOI, noi lavoratori siamo quelli che falliranno, e non gli industriali.

      Chi oggi predica sulla moneta sovrana sono la stragrande maggioranza tra artigiani e liberi professionisti (quelli non garantiti).

      Perché proprio loro?
      Ma perché una tassazione siffatta, dovuta al signoraggio non tocca loro, ma tocca i lavoratori in primis e un po' gli industriali per brevi periodi di tempo, proprio in quanti essi sono mediani nella catena e comunque anche in regime di tassazione di efficienza (progressiva) essi sarebbero tassati mediamente.

      saluti

      Elimina
    3. Ciao Stefano.

      Quello che Bagnai non ti dice:

      -tassare progressivamente
      -equilibrare in modo efficiente le entrate da imposte dirette ed indirette

      Traduzione.
      Il plusvalore estorto, e specialmente il profitto, e specialmente in periodi di crescita zero o negativa andrebbe INTERAMENTE reinvestito.

      La bilancia commerciale, ossia la differenza tra import e l'export, si riordina con l'aumento della tassazione sulla ricchezza e la riduzione della tassazione sul lavoro.

      ALTRIMENTI IL SISTEMA CROLLA!!!

      E QUESTO NON HA NULLA, RIPETO, NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA MONETA!!!

      Cosa provoca un aumento della moneta?
      Tassa proporzionalmente, aumenta l'inflazione, sposta ricchezza dal lavoro verso il capitale, E NON RIORDINA LA BILANCIA COMMERCIALE per l'effetto dello spiazzamento che subentra dopo un breve periodo e necessita di ulteriore signoraggio.

      Parlare della moneta per riordinare le nostre finanze, la bilancia commerciale e la disoccupazione è come soffiare sulla moca per far uscire il caffè bollito.

      Insomma, è un diversivo per gli stolti.

      Allora perché Bagnai, uomo di "sinistra" propone tali scemenze senza alcun fondamento scientifico?
      Perché è sempre meglio la tassazione proporzionale che quella di oggi, interamente a carico dei lavoratori, altrimenti definita inversamente proporzionale. Attualmente il lavoro dipendente finanzia lo Stato al 90%, ma detiene unicamente il 50% della ricchezza.
      Bagnai, al massimo sarebbe uno di centro, ma SICURAMENTE NON DI SINISTRA!!!

      Tecnicamente parlando.
      Bisogna QUINTUPLICARE il carico fiscale a carico dell'impresa (imprenditori, che ovviamente posseggono la ricchezza accumulata da tassare con e soprattutto le imposte indirette) e dimezza il carico fiscale a carico del lavoro dipendente SOLO PER RISTABILIRE UN PO' DI PROPORZIONALITA',

      ma ce ne passa fino alla progressività, ESSENZA QUESTA DELL'EFFICIENZA ECONOMICA!!!

      E guarda che anche all'interno delle suddette categorie bisognerebbe distinguere, soprattutto in base alla propensione al consumo e al risparmio, nonché alla ricchezza improduttiva e accumulata grazie al lavoro non pagato in passato.

      Ecco, questo significa essere di SINISTRA, cioè applicare la scienza economica per quello che è, non ideologizzata. Ovviamente, il sistema efficiente così creato va a scontrarsi con gli interessi borghesi, i quali potrebbero anche decidere di delocalizzare, quale strumento ricattatorio.

      ECCO, E' PROPRIO QUESTO RICATTO IDEOLOGICO, GARANTITO DALLE LEGGI SULLA PROPRIETA' PRIVATA CHE IMPEDISCE L'EFFICIENZA E L'EFFICACIA IN ECONOMIA!!!

      E per tali motivi il capitalismo con crescita o non crescita ci impoverirà tutti, andando fino al fallimento. NOI, noi lavoratori siamo quelli che falliranno, e non gli industriali.

      Chi oggi predica sulla moneta sovrana sono la stragrande maggioranza tra artigiani e liberi professionisti (quelli non garantiti).

      Perché proprio loro?
      Ma perché una tassazione siffatta, dovuta al signoraggio non tocca loro, ma tocca i lavoratori in primis e un po' gli industriali per brevi periodi di tempo, proprio in quanti essi sono mediani nella catena e comunque anche in regime di tassazione di efficienza (progressiva) essi sarebbero tassati mediamente.

      saluti

      ps: Saluti Olympe

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  4. Cara Olympe,
    Sinceramente a volte anche io ho l'impressione che Bagnai a volte si fermi "ad un passo dalla conclusione inevitabile" soprattutto quando parla alla pubblica piazza piuttosto che sul blog.
    Credo che questo sia dovuto al fatto (ma magari sono solo ingenuo) che se parlasse apertamente di superamento del capitalismo nella pubblica piazza, tutti lo prenderebbero per pazzo e la sua popolarità andrebbe a zero nel giro di un giorno. Sarebbe bollato come il "comunista" ultimo arrivato e voi sapete meglio di me che la massa su quel tasto è veramente sorda, tu Olympe ci hai spiegato sempre molto bene il discorso del "lavaggio di cervello collettivo" su questo sistema di produzione assurdo.

    Sul fatto che l'Euro non sia la vera questione mi trovi non d'accordo, di più... come anche tu hai spiegato è evidente che si tratta di un mer strumento che è stato utilizzato per allargare il divario tra chi ha e chi non ha.

    A Tony invece, che preventivamente ringrazio dell'attenzione che mi dedica, dico che questo discorso della tassazione mi interessa non poco.

    Secondo me dalla tua riflessione, Tony, si può desumere una cosa importantissima che credo quasi tutti ignorino.
    Tu dici giustamente che si deve aumentare la tassazione sui profitti e diminuirla sul lavoro, ma non parli di tassazione in relazione al fabbisogno finanziario dello Stato.

    Ma allora tu dimostri che la tassazione non è tanto uno strumento che serve a finanziare la tanto vituperata spesa pubblico ma piuttosto un metodo con il quale "rallentare" la "naturale tendenza" del sistema ad andare in blocco per via dell'accumulo, della sperequazione e della concentrazione connaturate nel sistema capitalistico.

    Ora secondo voi (ammesso che la mia deduzione sia giusta) se io fermo 10000 persone per la strada e chiedo loro "a cosa servono le tasse" quante vi risponderanno:

    A) a finanziare la spesa dello Stato
    B) a ridurre la velocità di aumento della sperequazione a danno del lavoratore e a vantaggio del capitalista

    ?

    Io dico 9995 persone la A, e solo 5 la B (e sono stato buono).

    Certo chi ha studiato Marx non avrà bisogno di Bagnai per capirlo. Io però l'ho capito grazie a lui e dopo sono venuto a conoscenza di questo blog del quale non mi perdo mai un post perché anche grazie ad Olympe finalmebte riesco ad "unire i puntini".

    E poi: se quintuplichi il carico fiscale per chi accumula profitti in Italia, domattina tutte le ditte chiudono e scappano all'estero perché LORO hanno il coltello dalla parte del manico.

    Quindi siamo sicuri che questa Unione Europea liberoscambista rappresenti veramente gli interessi del popolo? Bagnai ci allarma anche su questo! Scusate se è poco.

    È vero o no che l'Euro ci è stato venduto come un qualcosa, e poi si è rivelato l'opposto?

    Il problema dell'impossibilità attuale di implementare la trasformazione di questo sistema in uno comunista è in gran parte dovuto al fatto, secondo me, che O lo fa tutto il pianeta contemporaneamente, OPPURE non funziona (putroppo). E la mia paura è che per farlo funzionare si debba combattere una guerra prima.

    Stefano

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    1. Nel mondo esistono le isole. Può essere che se si abbassa il livello delle acque le isole diventino contineneti.

      Cerca sul web Marinaleda. Una piccola luce....

      Ciao, gianni

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    2. interessante, grazie Gianni. da domani però sarò a roma: un sopralluogo per organizzare la rivoluzione :))

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    3. Bagnai si ferma (non sempre però) a qualche passo dall'inevitabile conclusione in parte perché non è marxista, come ha correttamente dedotto Olympe.

      In parte perché come tutti gli economisti professionisti (a parte Marx, il quale però oltre ad essere un grande economista era anche un grande filosofo e un rivoluzionario, quindi poteva permettersi di andare dove i semplici economisti non possono seguirlo) Bagnai non esce, e non può uscire, dal perimetro della realtà data. Gli strumenti di cui gli economisti dispongono per le loro analisi sono quelli della realtà data nella quale operano, e in questa parte di mondo - di fatto in tutto il mondo dal 1989 a oggi - la realtà data è il capitalismo. Su tutto ciò che potrebbe essere dopo la fine del capitalismo gli economisti, inclusi quelli di sinistra e magari simpatizzanti comunisti a titolo personale e privato, non possono dire nulla perché i loro strumenti professionali non possono presupporre né prospettare scenari fondati su realtà che non esistono nel mondo in cui essi operano. Chi lo facesse verrebbe, credo, immediatamente tacciato di essere un ciarlatano, un agit-prop e non uno studioso serio, e verrebbe espulso dalla comunità scientifica.

      Tuttavia Bagnai sa, e a differenza di altri economisti più a sinistra di lui lo dice anche, che di questo passo si va al collasso del sistema e alla sua possibile (un marxista direbbe certa) sostituzione con qualcos'altro, per vie e modalità che sono difficili da immaginare adesso. E non è detto che egli sia tra quelli che vogliono a tutti costi salvare il capitalismo da se stesso. Ricordo un suo post sul blog nel quale più o meno dice che se dopo il crollo viene fuori qualcosa di meglio di questo sistema bacato e intrinsecamente ingiusto, lui non vede perché non si dovrebbe prenderne laicamente atto e regolarsi di conseguenza.

      Uno dei limiti di Bagnai, e di tantissimi altri, forse di tutti noi, è che è alquanto probabile che la modalità di trasformazione del sistema passi per fasi di violenza, una prospettiva che ovviamente fa paura e si cerca di esorcizzare anche evitando di soffermarvisi.

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  5. Ancora una volta grazie per la chiarezza in tanta nebbia di malafede e calcolata disinformazione.

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  6. le monete sono un valore simbolico che hanno diverso valore nei diversi paesi.
    Il salario serve a mantenere in vita il lavoratore e a motivarne l'impegno.
    Salario cinese è un quinto di quelli europei ma i cinesi fanno più o meno le stesse cose: mangiano, dormono, si riproducono ecc.
    Ma è chiaro che se una merce cinese viene venduta a prezzi europei avviene che l'economia europea soccombe.
    Allora il problema non è se il capitalista accumula profitti ma se il lavoratore europeo è ancora in grado di sopravvivere.
    Nessun salario, nessuna spesa, nessuna produzione, solo debito.
    Il motivo è che il capitale agisce in una sola direzione e non gli interessa nulla della gente.
    i piccoli imprenditori sono i primi a morire.
    poi verranno gli oerai, i pensionati, i commercianti,e via via tutti tranne i grandi capitali multinazionali e la burocrazie pubbliche e politiche che lo sostengono.
    Quindi le soluzioni sono: dazi doganali, svalutazione dell'euro, rivalutazione dello yuan, ritorno alla produzione a cominciare dall'agricoltura, riduzione dell'orario di lavoro,controllo sulla distribuzione alimentare, salario di cittadinanza, sospensione di molte leggi fiscali per impedire l'espropriazione degli alloggi, nazionalizzazione di tutte le reti di servizi a partire dalle autostrade, detassazione dei profitti di impresa reinvestiti, ripristino scala mobile, progressività dell'imposizione sui redditi, abbassare le tasse sui profitti finanziari sotto il livello inglese per inculare gli inglesi coi loro stessi soldi, estesa campagna di licenziamenti dei quadri dirigenti pubblici e dismissione degli enti sanguisughe parassitarie, abolizione retroattiva di tutte le pensioni non sostenute da versamenti reali tipo quelle dei politici, politiche del lavoro alla danese, eccetera.
    Se poi bisogna tornare alla lira perchè l'euro tedesco non si svaluta. Se questo provoca una perdita di valore per i salari dico che ora ci stanno strozzando lentamente, con la lira saremo più poveri ma riusciremo a non morire.

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  7. Buongiorno Olympe,
    gradirei un tuo parere sulla scarsa simpatia (eufemismo, non si sopportano proprio e non mancano di offendersi a vicenda sui rispettivi blogs) tra Paolo Barnard e Bagnai.
    Grazie, ti leggo molto ma molto volentieri (ti ho scoperta da poco) ed imparo...

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    1. non ho info in merito, ma sto instintivamente con Bagnai
      un bacio

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  8. Anche quella sullo stare dentro o fuori l' euro è una sega mentale. L' euro morirà.

    Il punto è: a sinistra ci attrezziamo per uscirne non facendo pagare i costi di questa scelta solo ai lavoratori oppure facciamo come i fessi del pd che ancora difendono l' euro e lasciamo gestire l' uscita a berlusconi?

    Ci sono modi e modi di uscire dall' euro. Ma a sinistra sarebbe ora di smetterla di difendere uno strumento che i capitalisti europei ha fatto molto comodo con la scusa di mettere in guardia dai rischi dell' uscita.

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  9. PARTE 1/3

    Andiamo con ordine ...
    Il problema moneta è dovuto al fatto che esso si sposa con tutta una serie di vincoli imposti dall'Unione Europea, primo tra tutti il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio.
    E' ben noto che in condizioni di equilibrio economico, la ricchezza complessiva uguaglia la domanda aggregata Y:
    Y = C + I + G + X-m (1)
    dove
    C sono i consumi; I sono gli investimenti; G è la spesa pubblica e X-m sono le esportazioni al netto delle importazioni.
    In presenza dei vincoli suddetti e della moneta unica lo stato italiano non è più in condizione di operare nè sulla leva fiscale, se non, al più, aumentando la tassazione, nè sulla leva monetaria per l'indipendenza della BCE.
    E' chiaro? ...
    Ogni ulteriore aumento di tassazione non fa altro che ridurre la domanda aggregata in quanto abbassa i consumi C e gli investimenti I; su chi tassare, i ricchi o i poveri, è certamente un argomento che ha a che vedere con la sinistra o la destra, ma non sposta il problema complessivo per il quale ogni azione di austerità è solo e soltanto una politica recessiva che abbassa il livello di domanda aggregata.
    E infatti, la crisi, o meglio recessione, che stiamo vivendo oggi è una crisi di domanda, non di offerta.
    L'unico parametro su cui, nelle condizioni attuali di moneta unica, è possibile operare, è il termine X-m (esportazioni) dell'equazione (1).
    Ma il grosso problema è dovuto alla produttività cioè al costo del lavoro per unità di prodotto, che in Italia è più alto che in Germania.
    Ergo ...
    la Germania è un esportatore netto nell'eurozona e si sta arricchendo supportando la domanda aggregata con le esportazioni; l'Italia è un importatore netto e la propria domanda aggregata è in continua recessione.
    Il vincolo Fiscal Compact e, peggio ancora, il pareggio di bilancio, addirittura introdotto in Costituzione, impediscono di agire sul terzo termine G (spesa pubblica) che, peraltro, sappiamo deve ridursi al ritmo di un 4% del PIL annuo.
    Non esiste via d'uscita. Tranne una ... nelle intenzioni criminali di chi ci governa (anche di sinistra):
    effettuare, cioè, una selvaggia "svalutazione interna". Cosa significa: riduzione drastica degli stipendi e dei salari con una perdita della quota salari di dimensioni terrificanti; cioè diventare come la Cina; cioè essere COMPETITIVI.

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  10. PARTE 2/3

    Ma questa è follia allo stato puro, persino il modello AS-AD tanto caro al Mainstream non è detto che funzioni in presenza di una operazione del genere, fortemente deflattiva; mi spiego ...
    Secondo il modello Mainstream, tanto caro ai Ns. governanti, abbassando il prezzo dei prodotti la domanda aumenta; ma questo non è detto che sia vero, perchè la riduzione drastica dei prezzi potrebbe indurre dei fenomeni per cui la domanda diminuisce: Es. le famiglie potrebbero non sostenere i debiti, per effetto della riduzione drastica del salario, e rinunciare del tutto alla domanda di beni. E' quello che è successo in Grecia dove gli economisti dell'UE con i loro bei modelli economici non ne hanno azzeccata una...
    Qual è l'alternativa; ma è chiaro una "svalutazione esterna" di tipo monetario cioè rimunciare all'Euro e svalutare.
    MAMMA MIA!!! se svalutiamo l'inflazione ci mangerà vivi!!!
    La svalutazione potrebbe essere del 50% o più!!! orrore !!!
    Dovremo andare a comprare la benzina con i le carriole di lire o fiorini che dir si voglia !!!
    Ma siamo seri; pensate davvero che la Germania, o gli USA, o la Francia ci facciano svalutare del 50%? se il sistema produttivo italiano fosse intatto vorrei vedere i tedeschi, i francesi, gli americani con i prodotti che sono crollati di prezzo se acquistano beni tedeschi, francesi, americani o italiani.
    L'inflazione andrebbe alle stelle! non è detto!!! comunque è noto in economia che la varianza dell'inflazione è sempre inferiore alla varianza della svalutazione. E' chiaro che il governo dovrebbe gestire l'uscita con una adeguata indicizzazzione dei salari!
    Infine, la benzina, a parte le accise, ma pensate che l'effetto della "svalutazione interna" che si sta attuando sia diverso da quello della svalutazione monetaria? sarebbe comunque una perdita di potere d'acquisto in entrambi i casi.
    Solo che la svalutazione interna è MOLTO, MOLTO più dolorosa e sapete per cosa passa?
    Beh, passa per la disoccupazione; solo in presenza di una disoccupazione feroce le persone sono disposte a essere pagate di meno per la paura di non poter lavorare.
    Ve ne rendete conto?.
    E infine l'ultimo spauracchio: il debito pubblico.
    Su come si sia arrivati a dire che il debito pubblico italiano è insostenibile è tutta una storia a sè. Troppo breve, qui, il tempo per parlarne ma la sostenibilità del debito è solo e soltanto un problema di crescita dell'economia. Non scordiamoci la matematica: il debito è un problema, in rapporto al PIL, non in senso assoluto.
    Se non si cresce, se non si ha un recupero della sovranità dello stato italiano in termini fiscali e monetari l'unica cosa che succederà è che diverremo sempre più poveri. Il 127% o 130% che sia è un rapporto dove a numeratore sta il debito e a denominatore il PIL. Se abbassi il debito ma si abbassa anche il PIL non abbiamo concluso un bel niente.
    Se poi vendi gli assets pubblici che hanno un rendimento superiore all'interesse sul debito la frittata è fatta.

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  11. PARTE 3/3

    Signori miei, per rinascere occorre recuperare sovranità monetaria e fiscale cioè mandare a quel Paese l'euro e i vincoli che esso porta alla nostra sovranità.
    Un'altra cosa; il debito è cresciuto negli anni '80 per colpa della corruzione. Giusto?
    No, cazzate!, è cresciuto perchè un certo ministro del tesoro nel 1981, al di fuori di ogni decisione parlamentare, ha dato origine al cosiddetto "Divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro". Ve le ricordate le 10000 lire? prima erano rosa con la faccia di Michelangelo, poi divennero celesti con la faccia di chi (Amerigo Vespucci, boh, non ricordo ...) Ricordo bene, però che prima c'era scritto REPUBBLICA ITALIANA, e poi c'era scritto BANCA D'ITALIA. Cosa significa questo? pura cosmetica, direte voi.
    EH NO! significava che il fabbisogno dello Stato non era più coperto dalla Banca d'Italia, ma ci si affidava per il collocamento dei titoli ai MERCATI. Effetto: l'aumento vertiginoso dei tassi d'interesse sul debito. Gli effetti di quest'azione sono di un ordine di grandezza differenti rispetto a quelli della corruzione.
    Il nostro vero problema è costituito dal debito estero e dal debito privato, non dal debito pubblico.
    Vi invito a riflettere prima di trarre conclusioni affrettate su ciò che sta succedendo.
    Spero abbiate capito che la Moneta non c'entra con l'aggiustamento dei conti pubblici, peraltro inutile, se non dannoso alla luce dell'equazione (1) e del MOLTIPLICATORE della spesa pubblica.
    La Moneta c'entra invece con la necessità della crescita; il problema della sostenibilità del debito è un problema relativo, non assoluto (ricordatevi che oltre all'addizione e alla sottrazione, c'è anche la divisione! - e, qui, è quella che conta).
    Qualora qualcuno vi dicesse che abbiano bisogno di qualcosa di grande per competere a livello internazionale, vi faccio presente che non serve una grande nave per muoversi, ma una nave manovrabile con un timone efficiente.
    Per inciso faccio presente che i BRIC, i cosiddetti paesi emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) sono tutte nazioni caratterizzate da una presenza e un controllo massiccio da parte dello Stato. Meditate gente, meditate ...
    La cessione di sovranità, a chi? ..., non è detto che sia una bella pensata. Se avete figli o siete giovani è meglio che ci pensiate su più di una volta.
    E indovinate un pò come si può recuperare la propria sovranità? ... la moneta una banca centrale dipendente del Governo.
    Qualcuno di voi subito giù: sei il solito nazionalista di destra !!!
    Macchè !!!
    Vi faccio presente che è tutto il contrario; non vi sembra strano che chi predica il sogno europeo tramite l'euro, propagandi anche la competitività tra Stati?.
    Ma cosa significa competitività stra Stati? e se uno stato non ce la fa, che fa muore? non è orribile quello che è stato fatto alla Grecia?
    Non pensate che lo faranno anche a noi? No !?! - ILLUSI !!!!!

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