sabato 28 maggio 2022

L'altra Venezia

 

Ieri, giganteschi elicotteri militari senza insegne, ma sicuramente di una potenza straniera, hanno sorvolato a bassa e bassissima quota abitazioni, calli e campielli del centro di Venezia. I turisti, ma non solo loro, si mostravano intimoriti per quell’assordante e ravvicinato rumore di rotori. E poi perché quei sorvoli durati per oltre un’ora? Forse “ospiti illustri” con o senza mimetica non volevano prendersi la briga di una passeggiata tra i comuni mortali? Non siamo tenuti a saperlo, ma a subire la monopolizzazione di un dominio straniero. Spiace dirlo, ma l’unico che gli ha tenuto testa è stato Benedetto C..

Appena seduti al tavolo, Ivano si avvicina e con viva soddisfazione annuncia “Xe tornà i americani”. Rispondo roteando lindice: “Ivano, i gavemo sentii”. Replica ridendo: “Ah, ma quei là non magna qua”.

La domanda che ci si dovrebbe porre non è estetica, semplicemente psichiatrica.

Quanto alla Biennale, ha detto quanto basta Alberto Sordi (che è tutto dire). Quest’anno s’intitola: “Il latte dei sogni”. La curatrice è un’italiana residente a New York. Leggo: Alemani è Donald R. Mullen, Jr. Director & Chief Curator di High Line Art. Chi è Donald R. Mullen potete leggerlo su Wikipedia. Poi mi dite.

A riguardo dei restauri di Venezia, mi viene in mente la Carta di Venezia sulla ricostruzione dei monumenti (1965), che prevede che “gli elementi destinati a sostituire le parti mancanti devono integrarsi armoniosamente nell’insieme, pur distinguendosi dalle parti originarie, affinché il restauro non falsifichi il documento di arte e di storia”. Insomma, fare come cazzo pare e piace. Nel ricostruire La Fenice, per esempio, si scelse un’altra strada: quella filologica, ma con delle concessioni a Disneyland (chi è di bocca buona, il 99,9%, non ci farà caso).

Solo i turisti amano i piccioni, purché se ne stiano a Venezia. Eppure amiamo le colombe, simbolo di pace e purezza, che non sono altro che comuni piccioni, dell’identica specie, ma di colore bianco. Anche gli uccelli possono essere vittime del razzismo.

A proposito di americani e di turisti che irrompono in città, tra il 2017 e il 2019 (cioè prima del covid), Carnival Corporation, che oltre ai suoi marchi americani possiede, tra gli altri, Costa Crociere, è stata sanzionata con una penale complessiva di 50 milioni di dollari per risarcire le sue inciviltà, che può sembrare molto, ma rappresenta solo lo 0,7% del suo profitto annuale.

Il turismo è uno sport per ricchi e benestanti (una terapia sociale che ti permette di resistere, d’iniettarti un po’ di relax, di evadere per qualche giorno o settimana per dimenticare il mondo in cui vivi). Non riuscendo a preservare Venezia e il suo ecosistema (soprattutto quello sociale!), è bastato mantenere le apparenze e far pagare l’entrata (dal prossimo anno). Con il buon pretesto di voler limitare i flussi, si seleziona per reddito. Non è una critica, che detta così sarebbe superficiale, ma una semplice constatazione.










Anche qua, però, non ci sono più i cicchetti d'una volta.
Chi si accontenta, gode.


Col permesso delle signore.


Assomiglia, ma non è quello.


Questo è l'attuale (attuale) ingresso dell'Archivio del Comune.



La facciata è di Sansovino/Palladio.
C'è anche un G. Bellini e altro.
Turisti: zero.


Per Venezia c'è un piccolo manifesto con questo numero: 49.999.
Si poteva far qualcosa per evitarlo? Sì.


Un covo di Leoni.
A riguardo della proprietà americana del Venezia calcio,
che acquista i giocatori sulla base,
così hanno detto pubblicamente, degli algoritmi,
avrei da dire qualcosa, ma penso sia eloquente
questo striscione:


8 commenti:

  1. «Sì, sono pecore, pecore viventi: su di esse, l'artista ha posto il suo marchio...» https://youtu.be/OfsJAgaY62E

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  2. La chiesa è San Francesco della Vigna, che stando a Castello non se la caxa nessuno. Invece, il Venezia FC è retrocesso per colpa del mercato di gennaio. I padroni americani non hanno capito un caxxo, e continuano a comprare ragazzotti del nord Europa, vendendo i migliori italiani a prezzo di saldo

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  3. Il turismo è uno sport per ricchi e benestanti (una terapia sociale che ti permette di resistere, d’iniettarti un po’ di relax, di evadere per qualche giorno o settimana per dimenticare il mondo in cui vivi).

    Possiamo dire dunque, che esso è un'alienazione nell'alienazione?

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  4. https://bit.ly/38Ygia3

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