Anche la stampa italiana se ne sta accorgendo: gli scazzi tra Giappone e Cina sono roba seria. Ne avevo parlato in questo post del 14 settembre.
La Cina ha congelato gli scambi bilaterali con il Giappone a livello ministeriale. La mossa di Pechino segue la decisione nipponica di prolungare la detenzione del capitano di un peschereccio cinese fermato al largo delle isole contese tra i due paesi. La contesa riaccende gli animi già infiammati in seguito a un altro scontro che vede opposti i due paesi per lo sfruttamento di giacimenti di gas naturale in un'altra zona del mar della Cina orientale. Sullo sfondo c'è la lotta per la supremazia geopolitica in Asia e la fame di materie prime dei due giganti economici che lottano per il secondo posto come maggiore economia globale dietro gli Stati Uniti (Sole 24ore 19-9-10).
Dietro a tutto questo c'è anche la querelle dovuta al fatto che la Cina mantiene ostinatamente e artificialmente la propria moneta molto bassa, oltre ad aumentare l'acquisto dei titoli di debito giapponesi.
La crisi è sistemica, non congiunturale, e la ripresa vera e propria non è in vista. La crisi del debito sovrano europeo e la debolezza economica americana spingono i governi di tutto il mondo a cercare di ottenere quote maggiori di mercato. A questo si aggiunge una guerra senza quartiere, sotterranea, per il controllo delle materie prime. Insomma, la lotta per la supremazia è solo all'inizio, le controversie sempre più acute, la guerra, prima o poi, inevitabile.
Nessun commento:
Posta un commento