Ovvero, quali disgrazie ci colpiranno il prossimo anno? Dipende dai punti di vista. C’è chi, a destra, quelle disgrazie le chiama insicurezza, immigrazione, islamizzazione, il declino della civiltà europea e via cantando. E c’è invece chi, a sinistra, le chiama genericamente disuguaglianze, disoccupazione, precariato, collasso del sistema sanitario, eccetera. Al dunque, tra le due posizioni non c’è alcuna differenza programmatica concreta, salvo appunto le generiche enunciazioni: né la destra né la sinistra hanno la minima idea di come porvi rimedio. Per un semplice motivo: il rimedio a questo o a quello semplicemente non c’è.
Sedici anni fa, scrivevo: «La quantità di tutto ciò che questa società ci impone e ci infligge ha già superato la soglia oltre la quale ogni equilibrio faticosamente costruito viene rotto con violenza. Marx ha scritto che ogni epoca si pone solo i problemi che può risolvere, e questo è vero; e oggi siamo giunti precisamente al punto in cui non è più possibile risolverne nessuno senza risolverli tutti».
Tutto sta a capire quale tipo di “violenza” romperà l’instabile equilibrio: le barricate o la guerra? Soggiungevo allora, nel gennaio 2010: «Se questo mondo rimane ancora per un po’ in mano a codeste classi dirigenti, la catastrofe ci coinvolgerà tutti». Avrei potuto vaticinare questa situazione nel 1910, prendendoci in pieno. Del resto, vivere tutto questo dalla parte di coloro che hanno perso ogni battaglia, determina certi atteggiamenti verso il mondo in generale e la vita in particolare.
Barricate in questo paese nemmeno per ipotesi, resta opzione guerra speriamo di no, ma il vento fischia.Auguri lo stesso, grazie per tutto quello che pubblica, che leggiamo sempre con piacere, anche se commentiamo poco.
RispondiEliminaMauro
Grazie Mauro, auguri di buon anno
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