Il corpo imbalsamato di Lenin giace ancora nel mausoleo di Mosca. Il servizio di mappatura Yandex – l’equivalente russo di Google Maps – elenca ben 5.000 strade e circa altre 3.000 piazze, viali e vicoli intitolati a Lenin. Vedremo ancora per quanto tempo.
Vladimir Putin, in un’intervista televisiva con Tucker Carlson, poco dopo il centenario non ufficiale della morte di Lenin nel 2024, ha accusato Lenin di essere l’”inventore” dell’Ucraina, con cui la Russia è ora in guerra.
Putin ama riferirsi all’Ucraina come “Vladimir Il’ič Lenin Ucraina” e accusa il fondatore dell’Unione Sovietica di aver piazzato una “bomba a orologeria” sotto la Russia concedendo l’autonomia alla regione di confine chiamata “Piccola Russia”. Questa accusa ha un fondamento fattuale: fu Lenin non solo ad accettare la fondazione di una Repubblica Sovietica Ucraina, ma anche ad assegnare a questa repubblica territori russofoni da Kharkiv a Donetsk, all’incirca quei territori per la cui riconquista la Russia sta combattendo da quasi quattro anni.
Intorno al 1920, l’aspettativa di Lenin era che questi territori e le loro popolazioni avrebbero costituito un contrappeso etnico e sociale al “nazionalismo ucraino piccolo-borghese” con cui i bolscevichi avevano avuto amare esperienze durante la guerra civile, sotto forma della Repubblica Popolare Ucraina. Questo calcolo ha funzionato, in linea di principio, fino al colpo di stato del febbraio 2014.
Pertanto Lenin è oggi l’uomo le cui azioni non sono tanto responsabili della sopravvivenza della Russia dopo la perduta prima guerra mondiale, quanto piuttosto della sua disintegrazione dopo il 1991. In realtà, le critiche di Putin alle decisioni di Lenin ignorano sia il contesto storico effettivo sia l’intenzione alla base di questa ripartizione: ovvero, mantenere unita la Russia in condizioni in cui il separatismo era riemerso in tutte le regioni periferiche dell’ex impero.
Da pragmatico, Lenin dava per scontato che il nazionalismo ucraino dell’epoca, date le sue affinità culturali e linguistiche, potesse essere integrato nella società russa. Che questo si sia rivelato un errore di calcolo quasi un secolo dopo non può essere attribuito a Lenin, ma piuttosto al suo successore, Stalin. Nel 1939, Stalin non poté resistere alla tentazione di annettere l’Ucraina occidentale alla Repubblica Sovietica Ucraina. E questa repubblica era la roccaforte proprio di quei nazionalisti che ora dominano a Kiev. Eppure, oggi, in Russia non si critica Stalin, men che meno per questo errore strategico.

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