domenica 21 dicembre 2025

Teppisti di Stato

 

L’UE si astiene dall’utilizzare i beni statali russi per mantenere a galla l’Ucraina. Invece, erogherà un credito congiunto a Kiev di 90 miliardi di euro nei prossimi due anni come sovvenzione praticamente a fondo perduto. Infatti, l’Ucraina sarà tenuta al rimborso solo se riceverà riparazioni di guerra dirette dalla Russia. Ora Bruxelles non avrà altra scelta che spennare la popolazione europea. Non tutta, solo quella che paga le imposte alla fonte, che per quanto riguarda gli altri, ovunque ci si arrangia.

Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno garantito il loro consenso alla soluzione del prestito con la promessa di non essere obbligate a rimborsare i debiti dell’UE con l'Ucraina in proporzione alla loro quota di produzione economica dell’UE. Loro sanno come mungere la vacca.

Tuttavia, i fondi ora promessi coprono solo circa la metà del fabbisogno finanziario dell’Ucraina per la guerra e il continuo funzionamento dello Stato (corruzione compresa). Il FMI aveva recentemente ipotizzato che l’Ucraina potesse dichiarare default entro il secondo trimestre del 2026 al più tardi. Questo sembra essere stato scongiurato per il momento, anche se sono ancora possibili sorprese.

Politicamente decisivo, tuttavia, è il fatto che il vertice non sia riuscito a raggiungere un accordo sul piano, sostenuto dalla presidente della Commissione Ursula Gertrud Albrecht e dal cancelliere tedesco Joachim-Friedrich Merz, di sequestrare i beni statali russi congelati in Belgio per sostenere l’Ucraina. Questa opzione ha incontrato l’opposizione non solo del primo ministro belga, Bart Albert De Wever, ma anche di una coalizione di diversi Paesi: Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Cipro, Malta e Italia.

Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj ha elogiato la decisione dell’UE, definendola una “garanzia di sicurezza finanziaria per i prossimi due anni”. Del resto, che doveva dire posto che gli regalano un sacco di soldi? Il parlamentare ucraino Mykola Knyashitskyi ha scritto che l’UE è una “superpotenza economica” e può permettersi di sostenere il suo paese per gli anni a venire.

Intanto, la “superpotenza economica” continuerà a pagare il doppio per il gas rispetto a prima della guerra. E siamo anche in attesa che la signora Albrecht firmi l’accordo di libero scambio con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Vista la reazione degli agricoltori francesi e italiani, i capi di Stato e di governo non hanno concesso alla signora libero-scambista il mandato di recarsi in Brasile nel fine settimana, come inizialmente previsto, per firmare l’accordo. La ratifica è ora prevista per gennaio.

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