mercoledì 3 dicembre 2025

Quello che Gruber e i suoi amichetti tacciono o minimizzano

 

Nel 2025 i terroristi con la svastica israeliana hanno assassinato più palestinesi nella Striscia di Gaza che nei due anni precedenti. È stato l’anno con il numero più alto di vittime dall’inizio dell’occupazione nel 1967. Questa è la conclusione di un rapporto pubblicato lunedì da The Platform, un’alleanza di 13 organizzazioni ebraiche per i diritti umani.

Oltre 70.000 morti nella Striscia di Gaza sono stati ufficialmente registrati per nome e cognome. Almeno 10.000 corpi sono ancora sepolti sotto le macerie e vengono faticosamente recuperati. Secondo i dati forniti dagli stessi assassini, circa l’80% delle vittime erano civili. Però si sta ancora discettando sulla cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, rea di dire ciò che pensa e rappresenta la realtà di questo sterminio.

Circa un milione di palestinesi sono stati sfollati dalle loro case nella Striscia di Gaza nel 2024, e sono saliti a quasi due milioni nel 2025: circa il 90% della popolazione totale. La distruzione nella fascia costiera ha raggiunto una portata inimmaginabile: interi quartieri, l’intero sistema di approvvigionamento idrico, l’agricoltura, ospedali, asili, scuole, università ed edifici amministrativi sono stati distrutti.

Secondo il rapporto delle di 13 organizzazioni ebraiche per i diritti umani, a luglio 13.000 bambini erano gravemente malnutriti. Ad agosto, secondo la principale classificazione internazionale della sicurezza alimentare (IPC), Gaza City è stata dichiarata in stato di carestia. A ottobre, 461 persone erano morte di fame, tra cui 157 bambini.

Il rapporto evidenzia anche i massacri nei centri di distribuzione alimentare gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele. 2.306 persone sono state uccise in questi punti di distribuzione da terroristi ebrei o mercenari locali e straniere della GHF, molte delle quali colpite deliberatamente: uomini, donne e bambini. Quasi 17.000 sono rimasti feriti.

l rapporto mette a nudo anche la situazione in Cisgiordania: nel 2023 e nel 2024 sono stati documentati almeno 1.200 attacchi da parte dei coloni contro i palestinesi, nel 2025 è iniziata una vera e propria espulsione di massa. Quarantaquattro comunità palestinesi sono state distrutte e “sostituite” da nuovi insediamenti ebraici. Quasi 3.000 persone sono state sfollate, tra cui 1.326 bambini. Secondo il rapporto, il 2025 segna la transizione dalla discriminazione istituzionalizzata a una nuova politica di espropriazione. I sionisti stanno inventando nuove narrazioni storiche ed espropriando terreni appartenenti ai palestinesi.

Nel frattempo, le carceri israeliane sono diventate luoghi di tortura sistematica. Almeno 98 palestinesi vi sono morti; sono stati torturati a morte, non hanno ricevuto cure mediche e non hanno ricevuto cibo a sufficienza in condizioni disumane. Il numero dei prigionieri è salito a oltre 9.000, 3.577 dei quali sono in “detenzione amministrativa”, ossia senza accusa né condanna.

Israele vuole creare l’impressione che la storia e l’archeologia del Paese siano esclusivamente ebraiche, ogni memoria della cultura palestinese viene sistematicamente cancellata. A febbraio, l’UNESCO, la Banca Mondiale e altri hanno stimato che oltre il 53% dei siti culturali e del patrimonio culturale della Striscia di Gaza fosse stato distrutto o danneggiato; a ottobre, l’organizzazione delle Nazioni Unite ha pubblicato un elenco di 114 siti interessati.

Ecco le cifre che i giornalisti grandi firmei non ci danno. A cominciare da quella madonna invetriata della Gruber. Tutto ciò a confronto di una ragazzata, ossia qualche cestino rovesciato e un paio di scritte nella redazione di un quotidiano.

Il rapporto delle 13 organizzazioni ebraiche per i diritti umani conclude: “I crimini contro l’umanità sono ormai diventati una realtà quotidiana, su cui nessuno indaga e per i quali nessuno è ritenuto responsabile”. Vai Gruber, indaga sui siti porno.

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