«L’uomo è la somma delle sue esperienze climatiche [...]. L’uomo è la somma di tutto quello che vuoi.»
In questa stagione regna la tristezza, e non solo perché non posso più andare in giardino e cala la sera alle 16. Non solo l’angoscia di vivere e non vivere veramente, ma anche quella che vive nella mia testa e che ha a che fare con la depressione politica, tormento sconosciuto ai più. È come se tutti non solo si fossero rassegnati, ma trovassero vantaggioso abbracciare la prospettiva del peggio. Che è promettente.
Basta vedere quei personaggi del circoletto mediatico e politico che si sono spudoratamente esibiti nel presepe fascista, con lo stesso spirito di totale impudenza che un tempo contraddistinse i portavoce craxiani e poi altri ancora. L’Italia, la Germania, la Francia sono pronte o si preparano a essere sodomizzate dal fascismo (che non è solo Meloni, Le Pen, Weidel: c’è molto altro); ancora una volta e ne stanno già godendo: le oligarchie sono favorevoli, hanno già dato i loro ordini e i contratti sono pronti, tutto va per il meglio in questa Europa di affari marci.
In questi nostri giorni incerti, vi sono politici, generali e ammiragli che invitano le famiglie a prepararsi. A che cosa? A donare i propri figli alla patria. Una pressione diretta contro tutti, e ciò malgrado tutto avviene senza che la gente insorga e li rincorra con l’accetta per farli a pezzi. Almeno un mormorio! Niente.
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