Per doveri familiari e sociali, domenica ero in gita con una benemerita associazione. Tra l’altro siamo stati a San Leo, piccolo borgo e celebre fortezza. Dopo la visita, di ritorno al pullman, un mio vicino di posto mi ha chiesto se avevo avuto l’ardire di arrampicarmi fin lassù sulla rocca e se l’avevo visitata. Gli risposi che non l’avevo visitata, fermandomi alla biglietteria dove avevo chiesto del signor Cagliostro. Mi era stato risposto, dissi, che Cagliostro non c’era, se ne era già andato. Una battutina del cavolo, d’accordo. Tuttavia, il buonuomo che mi aveva rivolto la domanda, con molta serietà mi ha chiesto: “Questo Cagliostro è il proprietario?”.
Non è grave ignorare chi fosse Cagliostro, ossia se fosse il proprietario o solo suo malgrado l’occasionale inquilino della rocca di San Leo. Più preoccupante è il fatto che tanta brava gente si faccia intortare dai tanti Cagliostro in circolazione con i loro consiglieri per la comunicazione.
“Tutto è veleno, nulla è senza veleno, solo la dose impedisce che sia veleno”, pare avesse detto Paracelso. Dovremmo tenerlo presente quando accediamo al televisore o al cellulare: è la dose che fa il veleno. L’intera società è vittima di un avvelenamento. Ciò che Paracelso non disse ma probabilmente sottintese è il fatto che l’effetto dei veleni, anche in piccole dosi di per sé quasi innocue, si somma.
Non solo l’effetto si somma, ma si combina. Nessuno tiene conto degli effetti combinati. Contrariamente a quanto suggerisce l’intuizione, accade spesso che piccole dosi di veleno, ben al di sotto degli standard ufficiali, possano avere combinate tra loro effetti più disastrosi di singole dosi molto maggiori. Per tacere dell’esistenza di effetti non lineari delle molecole chimiche. Vediamo bene quali effetti cocktail producono le pozioni, anche in dosi quasi omeopatiche, che ci propinano giorno dopo giorno i tanti Cagliostro della politica e della comunicazione. Ma ne siamo diventati più o meno tutti dipendenti.