lunedì 27 novembre 2023

In nome dei profeti

 

Stiamo vivendo la storia del mondo, quella della distruzione e dello spargimento di sangue ovunque, e allo stesso tempo ne siamo così lontani: infelici, ma preservati, semplicemente relegati nel tiepido inferno dei commenti e del cattivo umore.

C’è chi vede nella tragica vicenda del rapimento di una bimba di pochi mesi il male assoluto, chiama i rapitori terroristi (se non è terrore quello ditemi che cos’è), e però non vede e non spende una parola che sia una per i bambini assassinati sotto le bombe di chi sta spianando una città circondata (se non è terrore quello ditemi che cos’è). In nome dei rispettivi profeti, ovviamente.

Tutto sulla terra ha cominciato a marcire: gli esseri umani sono il bestiame sacrificale di un mondo che si avvia verso il massacro globale.

La lettura da fare di questo dramma è chiarissima: sono loro contro di noi. Il modo in cui raccontiamo queste storie è determinato dal modo in cui le riceviamo, sono usate per mettere le persone l’una contro l’altra? Certamente, ma non solo. Vogliamo essere e siamo lo zoccolo duro di chi sta dalla parte della nostra bandiera, lusingati di fare gli stronzi sulle disgrazie altrui.

È così che ci siamo ritrovati al centro di un nuovo divario profondo e incolmabile. Però non facciamoci troppo ingannare, ciò non accade solo perché “l’uomo” è cattivo di suo. Pensiamo solo a cos’è accaduto nella tranquilla e soporifera Dublino. Che cosa accade in Francia e che cosa potrà accadere in Olanda e in Germania se la crisi, non solo economica, prenderà una certa piega (non più in Italia, dove tutto scorre nel migliore dei modi)?

Non sono mondi che si scontrano, è lo stesso mondo che collassa di nuovo su sé stesso. Sono questi i prodotti del colonialismo, degli effetti della globalizzazione, di un sistema che più contraddittorio e demenziale non potrebbe essere. Cazzo, la storia del Novecento ci dirà pur qualcosa o tutto è dipeso dalla malvagità di uomini che, pistola alla tempia degli elettori, sono riusciti a strappare decine di milioni di voti?

2 commenti:

  1. Ti preferisco quando stai sul pezzo. Capisc a me!

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  2. E che ci resta da augurarci? Che dalla distruzione rinasca un'umanità rinsavita.
    Pietro

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