lunedì 6 novembre 2023

I "versetti" citati da Mario Seminerio

 


Mario Seminerio su certe spinose questioni, che non siano strettamente attinenti all’economia, non prende posizione scrivendo e dicendo qualcosa di suo. Forse per non scontetare i suoi amici ben consci che il cosiddetto Occidente sta combattendo una guerra di vita e di morte, cioè di supremazia, contro il resto del mondo.

Mario preferisce le citazioni, i virgolettati. Sul virgolettato qui sopra riprodotto è difficile non essere d’accordo, almeno in parte, perché sostiene ciò che è ovvio e apparentemente onesto. Solo che questa violenza, questo orrore profuso da entrambi le parti senza remore, non nasce dal nulla. Da ragioni storiche sicuramente, ma anche frutto di crude realtà attuali. Inoltre, a chi scrive cose come nel virgolettato e a chi le fa proprie, è necessario ricordare che non esiste solo l’antisemitismo, ma anche altre forme, sebbene più subdole e striscianti, di razzismo.

Un esempio tra i tanti di cui nel blog ho già detto: tra le vittime della violenza dell’attacco del 7 ottobre, i paesi dell’Asia-Pacifico hanno pagato un pesante prezzo in termini umani, con più morti, dispersi e ostaggi dell’Europa o del Nord America. Poi c’è, palese o mascherato, un razzismo rivolto agli arabi. Quanto al “doppio standard”, l’occidente non è abilitato a scagliare la prima pietra.

Sostenere Hamas, significa sostenere la politica e gli interessi dei suoi patrocinatori iraniani e arabi, che sulla questione palestinese inzuppano il pane (senza citare per esteso i calcoli strategici di altri Paesi). Vuol dire sostenere la componente religiosa oltranzista dell’Islam, con tutto ciò che consegue.

Viceversa, sostenere Netanyahu, significa sostenere la politica e i metodi della destra, non solo oltranzista, israeliana. Più in generale, non condannare Israele per gli insediamenti abusivi nei territori palestinesi, significa non riconoscere il diritto dei palestinesi a vivere in Palestina, vuol dire allo stesso tempo non opporsi all’apartheid di fatto cui sono sottoposti i palestinesi da parte del governo sostenuto dalla maggioranza della popolazione israeliana e dalla totalità dei coloni (già la parola “coloni” dovrebbe indurre a qualche riflessione sul fatto che Israele si è sempre comportata come una potenza coloniale).

A Seminerio, che può vantare con merito migliaia di lettori (si duole che non siano tutti adoranti), piace star sempre dalla parte della ragione e mai del torto. Al mattino scende dal letto sempre col piede giusto e si richiama almeno sette volte al giorno al principio di realtà, stretto parente della ragion pratica, cioè del diritto del più forte.

Egli sostiene Israele (anch’io, s’è per questo e nel mio modesto ambito, ho sostenuto il diritto, al punto in cui è giunta la storia, degli ebrei a vivere in pace, quindi la necessità di smetterla con la guerra e di liberare gli ostaggi senza porre condizioni), ma non spende una parola sui diritti violati dei palestinesi, sul fatto che la loro ribellione violenta (definita sempre e comunque “terroristica”, dimenticando che in situazione analoga anche Nelson Mandela era definito come “terrorista” [*]) è il prodotto di condizioni di oppressione non trascurabili. Per ciò che sta succedendo a Gaza, Seminerio preferisce buttare la palla in tribuna citando Pinco Pallino. In ciò ravviso troppo autocompiacimento e prassi di tutto comodo.

[*] Paese molto vicino agli Stati Uniti, il Giappone non ha qualificato l’attacco di Hamas come terroristico. Il primo ministro Fumio Kishida si è accontentato di “condannare gli attentati che hanno colpito duramente civili innocenti”, e il Giappone non ha aderito al comunicato congiunto del 9 ottobre firmato da Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania e Italia che portava una “condanna inequivocabile di Hamas e i suoi spaventosi atti di terrorismo”. In Corea del Sud, il presidente Yoon Seok-yeol ha atteso la visita di una delegazione del Senato americano guidata da Chuck Shumer per condannare solo l’11 ottobre gli “attacchi indiscriminati contro Israele dalla Striscia di Gaza”, senza menzionare direttamente Hamas. Il primo ministro della Malesia (32 mln ab.), Anwar Ibrahim, il 16 ottobre ha dichiarato davanti al parlamento che “i rappresentanti dei paesi occidentali mi hanno ripetutamente chiesto di condannare l’attacco contro Israele. Ho detto loro che abbiamo un rapporto di lunga data con Hamas e che continuerà.» Riporto la posizione nipponica, coreana e malese solo come informazione.


10 commenti:

  1. Il 7 ottobre è stato compiuto un crimine e un orrore: quello che mi sfugge è che, per riparare/rimediare a tale errore (in prima istanza: la liberazione degli ostaggi) è stato prodotto e si producono crimini e orrori "quantitativamente" (e indiscutibilmente) maggiori. Dall'«occhio per occhio» all'«occhio per 10mila occhi». Perché questa "sproporzione"? Perché questa reazione sconsiderata? Se il governo israeliano avesse pensato prima alla liberazione degli ostaggi, con una trattativa che avrebbe potuto senz'altro avere un esito positivo e poi, ripeto "e poi" vendicarsi gradualmente a freddo (e i mezzi per farlo eccome se li hanno)... ma la reazione spropositata sottintende qualcos'altro. È una sorta di "invado l'Afganistan perché sono crollate le torri". E davanti a Gaza, in mare, non ci sono soltanto pesci.

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    1. fa scalpore una svalvolata che vuole bere il sangue dei coloni ebraici, ma non si dice quasi nulla di un ministro che paventa l'uso dell'arma nucleare su Gaza. L'hanno sospeso, neanche rimosso.

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  2. oltre che storico e attuale e razzista, mi pare di poter dire che lo scontro, se non può dirsi di civiltà, è però sì ideologico, nel senso forte e profondo di ideologico, oserei dire teleologico.

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  3. Ormai siamo alla condanna dell'eretico. Bisogna recitare il Credo: Credo nella supremazia dell'Occidente e nel suo diritto di difenderla con ogni mezzo e metodo, credo che Hamas e Putin siano il male assoluto e il solo male nel mondo (insieme ai cinesi e ai migranti), professo la minimizzazione dei misfatti occidentali e decontestualizzazione delle reazioni delle popolazioni liberate ecc. Altrimenti il pubblico ludibrio e non solo, come sanno quelli che negli USA e in GB hanno perso lavoro e carriera per aver criticato Netanyahu.
    Pietro

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  4. Conosco Seminerio da quando e per quanto lei ne scrive. Non so se ringraziarla :P
    (Peppe)

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    1. In effetti sembra avere un'ossessione per lui. Di che tipo di attrazione potrà trattarsi?

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    2. molto semplice: non si tratta di un'ossessione. ha migliaia di lettori che pendono dalle sue labbra. di chi mi dovrei occupare, della santanchè o di sgarbi? la lotta ideologica di questi tempi è la lotta più importante, anche l'unica che ci possiamo permettere. la conduco come posso dal mio microblog, dove qualche volta, almeno in passato, s'affacciava anche l'interessato. bontà sua.

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    3. Beh , nel caso mio la lotta ideologica l' hai vinta alla grande.
      Pochi ma buoni , intanto.
      Grazie per le mille cose che hai scritto e per le cento che mi sono rimaste in testa

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  5. Non solo Mandela, ma anche l'israeliano Yitzhak Shamir era membro attivo di una formazione apertamente terroristica, riconosciuta come tale dall'ONU. Capace, oltre che di numerosi attacchi e uccisioni di civili, anche di attentati contro esponenti ONU, Lord Moyne e Folke Bernadotte.

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