mercoledì 22 novembre 2023

Patriarcato: un altro punto di vista

 

Che cos’è il patriarcato di cui si parla tanto in questi giorni? Per avere una definizione basta consultare Wikipedia e accontentarsi.

Che i fatti clamorosi e il contesto sociale e politico in cui ci troviamo legittimino il riutilizzo di questo termine un po’ desueto e lo renda urgente non ci dice nulla, né della sua rilevanza per analizzare e trasformare la situazione attuale, né del modo di intenderlo, fermo restando che sul suo significato non c’è mai stato accordo unanime.

Giusto indagare che cosa fa il patriarcato alla psiche delle persone: che tipo di sentimenti, di relazioni con sé stessi e con gli altri produce, quindi cercare di localizzare nella psiche le cause della persistenza o della resistenza del patriarcato in un contesto sociale e politico dove il riferimento all’uguaglianza, almeno apparentemente, sembrava essersi imposto.

L’ordine patriarcale impone agli individui di assumere identità – maschile e femminile – che rendono impossibile stabilire relazioni “autentiche” con l’altro, cioè relazioni realmente paritarie, inibendo di fatto il bisogno vitale che hanno gli esseri umani di stabilire relazioni autentiche.

Questo è l’approccio che cerca la chiave della persistenza del patriarcato nei meccanismi mentali, nei cambiamenti emotivi e psicologici che colpiscono i ragazzi e le ragazze quando entrano nell’età adulta e vengono “iniziati” alle gerarchie esistenti e inevitabilmente a quella situazione che correntemente viene definita come patriarcato. Quindi i lunghi discorsi sulle fasi emotive: protesta, disperazione, poi distacco o attaccamento ansioso, che rimandano a forme di attaccamento patologico. Ma c’è dell’altro.

Il patriarcato non può essere ridotto a una forza che aleggia al di sopra dell’organizzazione sociale, insinuandosi magicamente nelle nostre menti e nei nostri corpi. Gli agenti sociali non sono semplici ingranaggi determinati esternamente da forze al di fuori del loro controllo. Il discorso psicologico può svilupparsi solo in dialogo con altri discorsi, in particolare quelli relativi alle forme di organizzazione sociale, dell’economia, della politica, della sociologia e della storia.

Pertanto la domanda da porsi è: quali sono i fondamenti socioeconomici dell’oppressione delle donne, su quale base materiale poggiano tali meccanismi psichici e ideologici? Le donne continuano a svolgere la maggior parte del lavoro di cura da cui dipende la riproduzione della società e dei suoi membri; svolgono la maggioranza dei lavori a tempo parziale; continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di posizione e competenze, eccetera.

La violenza fisica, le minacce, il sessismo non sono semplicemente dei fattori psicologici. Tantomeno lo sono la dipendenza economica, la segmentazione del mercato del lavoro, la svalutazione delle professioni, eccetera. Una formazione sociale in cui gli uomini continuano a detenere il potere, in cui il maschile è sistematicamente avvantaggiato a scapito del femminile. Dunque i privilegi, non solo meramente materiali, che il dominio fornisce al dominante e il desiderio di quest’ultimo di mantenere questi privilegi.

Questa realtà materiale non è opposta alla sua realtà psichica. Al contrario, è cercando di descriverlo e analizzarlo, di interrogarsi sulle sue interazioni con l’organizzazione sociale, che potremo rendere conto degli effetti psicologici che il patriarcato ha su ognuno di noi.

Tenuto conto anche del fatto che questi effetti differiscono, non solo tra uomini e donne, ma anche tra uomini, tra donne e per chi non si riconosce in queste categorie.

5 commenti:

  1. https://tinyurl.com/5spev9wn 12.000 ANNI DI STORIA IN BREVE: dalla Venerazione per la Grande Madre all’Adorazione del dio fallo(paternità, proprietà, potere). Molto difficile modificare comportamenti così sedimentati in pochi anni. Gli uomini nascono ignoranti, non stupidi, la stupidità è il risultato dell’educazione. B. Russell

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  2. https://www.officinadeisaperi.it/agora/politica-e-cultura/la-cassetta-degli-attrezzi-affettivi-da-il-manifesto-e-il-fatto/

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  3. Mi aspettavo parlassi di struttura e sovrastruttura.

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  4. Discorso analogo per il "bullismo", o no?
    Pietro

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