La sinistra offre sempre il fianco alla reazione, anche quando ha mille ragioni. In questo caso la CGIL (e la UIL). Volete fare uno sciopero serio? Includete tutte le categorie per 24 ore. Perché altrimenti fare uno sciopero dei trasporti di otto ore sempre di venerdì? Non per fare il fine settimana lungo, ma per rompere i coglioni. Non a me personalmente, né a quelli come me che possono permettersi di viaggiare in qualunque altro giorno. A tutti gli altri, specie a chi lavora. Non da oggi, ma da sempre.
Lo stesso giorno, Moody’s emetterà il suo giudizio sulla sostenibilità del debito pubblico italiano. Altro che week-end lungo, se il giudizio sarà negativo, come penso sia probabile, sarà un lungo week-end prima di un possibile sisma del nostro debito (la prossima settimana, speriamo di no). Sono trent’anni che si taglia la spesa sociale, e tuttavia il debito pubblico non ha mai smesso di crescere. Il motivo principale è questo: più della metà degli italiani non dichiara redditi. Dell’altra metà che dichiara, fatti salvi i salariati e pensionati, la maggioranza è costituita da evasori a vario titolo e capacità.
Poco importa se evadono per volontà o necessità. Il tradizionale argomento che sostiene che esiste evasione fiscale perché le tasse sono troppo alte, non regge alla realtà.
Scrive il Manifesto: «Questo governo, più che da una forza intrinseca, è sorretto da una legge elettorale truffaldina e dall’assenza di una sinistra». No, non è assente la sinistra. Né tantomeno è assente la destra. Entrambe sono in non piccola misura costituite (sono i numeri che parlano) da un elettorato che non dichiara reddito e da coloro che ne dichiarano solo una parte. È su questo elettorato attivo che regge la finta alternanza destra/sinistra.
Questo è dimostrato dal fatto che negli ultimi trent’anni (ma anche prima) sia la sinistra e ovviamente la destra non hanno trasformato le basi del sistema fiscale che rimane segnato, da un lato, da meccanismi complessi e farraginosi che incoraggiano la frode e l’evasione fiscale dei soggetti privilegiati, dall’altro da una tendenza neoliberista che favorisce le grandi imprese.
È meraviglioso vedere i giornali e le televisioni dei padroni miliardari strombazzare che è inevitabile riformare le pensioni non più sostenibili, che è urgente ridurre la spesa pubblica (improduttiva!) per ridurre il debito pubblico mentre ricevono milioni di euro in aiuti pubblici per sostenere i loro giornali e network, quindi agevolazioni fiscali per altre loro società. Quante società quotate in borsa, quante famiglie tra le più ricche, quelle dei principali azionisti delle società che beneficiano della gli aiuti pubblici, hanno un conto offshore nei paradisi fiscali (legali) europei ed extraeuropei?
Il ruolo dei paradisi fiscali va ben oltre gli echi degli imbrogli finanziari che ci arrivano: rappresentano pilastri essenziali della globalizzazione economica. Ciò riflette la natura sistematica dell’evasione fiscale praticata dai più ricchi, che è una patologia del capitalismo e una condizione intrinseca della società borghese.
Riporto un esempio quasi spiritoso che ha ad oggetto due noti complessi musicali. Il 2005 fu un anno eccezionale per il gruppo U2, con utili netti stimati in 217 milioni di euro. Tutto andava bene per Bono e la sua banda, finché la loro patria d’origine, l’Irlanda, che offriva agli artisti l’esenzione dal pagamento delle tasse, decideva di limitare l’esenzione fiscale. Bono, fino ad allora noto per la sua lotta per la cancellazione del debito dei paesi più poveri, cedeva subito la gestione degli utili del gruppo a una società olandese, la Promogroup. Tra i suoi clienti figuravano già i Rolling Stones che, grazie ai loro buoni consigli su come utilizzare al meglio la legislazione fiscale delle Antille olandesi, hanno un’aliquota fiscale negli ultimi vent'anni pari a... 1,6% del loro reddito.
Be' hanno trovato un po' di satisfaction alla fine...
RispondiEliminaSe non ricordo male durante il covid Amazon, pur facendo profitti mostruosi, non ha pagato un dollaro di tasse, come tutte le big tech.
Pietro
Ho condiviso su Facebook questo suo post.
RispondiEliminaPer contro le mando questo:
UNA NUBE RADIOATTIVA A PERCORSO MEZZA EUROPA
Il 13 maggio scorso un missile russo ha colpito un deposito di munizioni nella città di Khmelnitsky, situata in Ucraina a circa 200 chilometri dal confine con la Polonia, che presumibilmente contenevano una grande quantità di munizioni contenenti uranio impoverito fornite dal Regno Unito alle forze armate di Kiev.
Il dott Christopher Busby, chimico fisico e segretario scientifico del Comitato europeo per il rischio di radiazioni, ha esaminato i dati relativi alle radiazioni gamma dei rivelatori in Inghilterra che dimostrerebbero che davvero una nube radioattiva ha percorso mezza Europa nell’indifferenza delle autorità governative dei paesi toccati. (Continua e finisce al link sotto)
https://www.occhisulmondo.info/2023/11/15/una-nube-radioattiva-a-percorso-mezza-europa/?fbclid=IwAR32_Vromk5LL94BeXoNxf4zxn2jDtiXArFlRA-pINWXeYv2VoVcFHPekRY
A. P.