L’uccello di Schrödinger

 

Anche quest’anno il premio Nobel per la fisica è stato assegnato per qualcosa che noi anime comuni non possiamo capire. Non facciamoci ingannare da quelli che dicono di sapere e anzi hanno la pretesa di spiegati di che cosa esattamente si tratta. Ripetono ciò che hanno letto su Wikipedia, in realtà non hanno capito un cazzo nemmeno loro. Si tratta di “esperimenti rivoluzionari con stati quantistici entangled”, ossia di due sistemi, in tal caso di due particelle di luce, che si comportano come una sola, anche se separate, distanti tra loro quanto si vuole.

Quando ti raccontano di queste cose, non resta che annuire, ed esclamare: “Ah sì, Schrödinger” eccetera, e dunque dare a intendere che puoi continuare a far parte di quella ristretta cerchia di commensali che il sabato sera si ritrovano a cena tra loro senza troppe sorprese. Insomma, basta citare la marca del prodotto, Schrödinger, e vincere il nostro piccolo premio di società.

Ma quando leggi che Alain Aspect, John F. Clauser e Anton Zeilinger hanno ricevuto il Nobel per la loro ricerca congiunta sulla “capacità di manipolare e gestire gli stati quantistici e tutte le loro proprietà [e ciò] dà accesso a strumenti con un potenziale inaspettato", cominci a chiederti: di quali strumenti si tratta e soprattutto di quale potenziale inaspettato?

Ebbene di quali “strumenti dal potenziale inaspettato” si tratti ve lo spiego con un esempio che possiate capire anche voi poveri di spirito: prendi uno che ha il suo uccello che può trovarsi, allo stesso tempo, saggiamente a riposo accanto alla propria moglie, nel letto coniugale a Milano, e a lavorare ardentemente con la propria amante in un pied-à-terre a Varese, oppure in un bilocale ammobiliato a Bergamo. Ho detto allo stesso tempo. Beh, questo significherebbe che quel tizio ha un cazzo quantico. Ma voi maschietti non lasciatevi entusiasmare da queste nuove possibilità, perché è assolutamente impossibile nel mondo in cui viviamo.