I venditori allo scoperto su Tesla stanno finalmente sorridendo. Quest’anno hanno guadagnato almeno 15 miliardi di dollari mark-to-market (+78,1% su un Internet short medio di 19,25 miliardi). La capitalizzazione del beniamino dei mercati ha perso oltre il 60% del suo valore dall’inizio del 2022. Cioè una sciocchezza di 700 miliardi di dollari: più del valore di Toyota, Mercedes Benz, Volkswagen, Stellantis, General Motors e Ford insieme.
Più di un anno dopo il suo picco di novembre 2021, quando ha superato i 380 dollari, il prezzo delle azioni del pioniere delle auto elettriche si è letteralmente sciolto a meno di 120 dollari di questi giorni. Di certo sarebbe stato difficile mantenersi a lungo al livello stratosferico raggiunto in quel momento, ma l’entità della caduta è sorprendente.
Uno dei motivi alla base della volatilità dei prezzi di Tesla è la composizione dei suoi azionisti. Oltre ad avere il più grande flottante dei primi tre titoli più corti, Tesla ha anche il minor numero di azionisti istituzionali “passivi” (si colloca al 192° posto nella percentuale di azionisti “lunghi”). Maggiore è la percentuale di azionisti long attivi, maggiore è la volatilità degli scambi e la volatilità dei prezzi di un titolo (è il secondo più grande short negli Stati Uniti dopo Apple).
La caduta di Tesla è legata anche all’aumento dei tassi e la fine dei soldi facili, alla recessione e alla concorrenza nel mercato dei veicoli elettrici (i veicoli elettrici sotto una certa fascia di prezzo stanno guadagnando slancio), quindi al balordo investimento del suo capo, Elon Musk, con l’acquisizione di Twitter (è lui il più cospicuo liquidatore di azioni Tesla, ne ha recentemente scaricate per altri 3,6 miliardi), ma pare anche a qualche dubbio sul modello di business. Secondo Bloomberg, Tesla si sta preparando a ridurre i tassi di produzione nella sua fabbrica di Shanghai a seguito di un calo della domanda.
Per avere un’idea dello scollegamento tra speculazione (che fa il suo mestiere, sia chiaro) e realtà economica (inossidabile) basti pensare che Tesla, nonostante tutto, è scambiato a 43 volte gli utili su un fatturato stimato di 115 miliardi di dollari nel 2023.
Dalle stelle alle stalle, o almeno un ritorno alla realtà. 43 volte gli utili significa un dividendo del 2.3% sul valore delle azioni. Non è molto ma abbastanza in linea con le medie.
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