Il professor Massimo Cacciari, che piaccia o no, è una delle teste più lucide del riformismo che pensa. Sostiene che le destre, “anche quelle storiche, totalitarie, non esisteranno mai più”. Se si riferisce al fascismo delle adunate oceaniche in camicia nera, allora ha ragione. Non riesco ad immaginarmi la Meloni e perfino La Russa (quello attuale, tronfio e imborghesito) in certi ruoli d’antan.
Quando sono i padroni a proporre la riduzione dell’orario di lavoro, nella fattispecie la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni a parità di salario, ciò significa che la quota di capitale variabile tende sempre più a un ruolo residuale nel processo di valorizzazione, e dunque, come ripeto da anni, il lavoro in forma immediata sta cessando di essere la grande fonte della ricchezza, e come conseguenza il valore di scambio sta progressivamente cessando di essere la misura del valore d’uso.
Quando i disoccupati saranno schiere, perché a questo arriveremo inevitabilmente, e i salariati, che pure continuando ad avere un lavoro, faticheranno sempre più ad arrivare a fine mese, allora la situazione potrebbe cambiare radicalmente, anche sotto l’aspetto della cosiddetta tenuta dell’ordine democratico.
Pertanto, propongo una maggiore cautela nel dire che il sistema è vaccinato contro certe involuzioni, anche alla luce di ciò che abbiamo visto negli ultimi anni e vediamo tutt’ora.
Come è stato notato più volte, le destre storiche, totalitarie, non hanno avuto bisogno di metter in mora le costituzioni vigenti.
Ma se il lavoro cessa di essere la forma di richezza, cosa oggi produce ricchezza??
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