Siamo nel pieno della crisi storica del sistema sociale borghese. Un sistema che aveva raccolto e fatto proprio il retaggio di un passato millenario. La rottura con un’era di continuità culturali, il declino di quella complessa civiltà che chiamiamo Occidente, sta nei fatti generali e sia in quelli più minuti e quotidiani. Ciò accade, paradossalmente e come sottolineo spesso, nel momento stesso del massimo trionfo del capitalismo, ossia nel momento stesso in cui questo modo di fare le cose ha conquistato l’intero globo.
Non possiamo rimpiangere la prima metà del Novecento. Sebbene la maggior parte di noi non abbiano vissuto in prima persona quella prima metà del secolo, sappiamo che è stata segnata da disastri ed orrori. Poi, pur tra molte contraddizioni, il sistema ha generato ciò che possiamo considerare il miglior mondo che si sia avuto. Questo fatto è innegabile, basti tener presente la cosiddetta speranza di vita, che complessivamente nel mondo non è mai stata così elevata.
Il capitalismo ha vinto a tal punto che l’Unione sovietica e i suoi paesi satelliti non esistono più come entità geopolitica, e anche la nomenclatura cinese s’è dovuta assoggettare alle leggi del mercato, se voleva salvare sé stessa e la sua entità statuale. La realtà del processo storico nel tempo lungo impone le proprie leggi. Ciò vale anche per il capitalismo, che nella sua crisi generale è a una svolta storica, più di quanto si voglia credere. Solo con la tecnica e la scienza, dimenticando tutto il resto, la civiltà non può progredire. Ci aspetta un periodo di decadenza sociale e civile, d’involuzione politica, di violenta demagogia e rimbambimento programmato, prodromi di nuove immani tragedie.
È probabile che la situazione non precipiti in un sol colpo, dobbiamo invece guardare la tendenza, e da questo punto di vista non c’è da stare tranquilli. C’è la guerra in Europa, e al momento non si vede come si possa uscirne. Gli Stati Uniti e l’Europa sono mille volte colpevoli. Da ultimo le dichiarazioni dell’ex cancelliere tedesco Angela Merkel, riportate da Die Zeit, secondo la quale l’accordo di Minsk è servito a guadagnare tempo per riarmare l’Ucraina: “L’accordo di Minsk del 2014 è stato un tentativo di dare tempo all’Ucraina, che ha usato questo tempo per diventare più forte, come si può vedere oggi”. E ancora più esplicitamente: “Era chiaro a tutti noi che si trattava di un conflitto congelato, che il problema non era stato risolto, ma è proprio questo che ha dato all’Ucraina tempo prezioso”.
Sono dunque questi i leader dell’Occidente odierno, miopi non molto diversamente di un Clemenceau, quando era la Germania e non la Russia il nemico da battere. Quale irripetibile occasione si è persa negli anni Novanta, accontentandosi di costruire un’Europa basata sugli egoismi e i veti comuni.
La Merkel conferma che la NATO voleva la guerra fin dall’inizio, ma aveva bisogno di tempo per prepararsi militarmente. Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno perseguito l’obiettivo di rimanere “l’unica potenza mondiale”. A tal fine, Washington ha intrapreso numerose guerre e ha ampliato la NATO nell’Europa orientale. Ora vuole nella NATO l’Ucraina, la Georgia e altre ex repubbliche sovietiche, soggiogare la Russia per saccheggiare le sue risorse e isolare la Cina, che rimane l’obiettivo principale.
Possono suonarsela come vogliono, ma questa è una verità storica che sta alla luce del sole, che solo l’accecamento ideologico ne impedisce la vista.
Il problema è che ormai la diffusione della informazione è controllata e manipolata in modo attento e costante. Notizie come questa (una sostanziale ammissione ai più alti livelli che la guerra è stata cercata e voluta dalla NATO) o come la ammissione della rappresentante di Pfizer che il vaccino non era pensato per impedire la diffusione del virus (che dimostra che tutte le menate sul green pass e obbligo vaccinale erano solamente un modo per imporre obbedienza ai cittadini) dovrebbero scatenare discussioni furiose, invece vengono passate in terzo o quarto piano, come fossero note di costume.
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RispondiEliminaNonostante cio' che scrive, bisogna anche chiedersi: ma, tra un paese che decide per una ennesima guerra lampo, sulla pelle degli altri, Qui, in india e' pieno di giovani russi che fuggono da casa, e uno che dopo 3 anni di chiusura e rigide restrizioni, con i cinesi che stanno fuggendo dalla cina, sta riportando di nuovo il virus in circolazione. Negli ultimi 10 giorni sono morti tanti dirigenti cinesi di virus, compresa la madre di Xi
RispondiEliminasolo adesso hanno finalmente deciso di comprare Pfizer dai tedeschi.La democrazia e' meglio per l'umanita'
in India c'è la democrazia? quella delle caste?
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