Se diecimila persone entrassero in massa nelle migliori enogastronomie e nei supermercati di Milano, Roma, Napoli eccetera, il problema della povertà diventerebbe un problema di “ordine pubblico”. Ciò farebbe chiarezza sulla democrazia, sulla costituzione più meglio del mondo e tante altre cazzo di cose.
Giorni fa discutevo con una persona, secondo la quale in Italia il problema è che manca la "cultura al lavoro" (tacendo sui working poor e i part-time involontari).
RispondiEliminaBuon anno.
AG
Bisogna anche dire che le località sciistiche sono strapiene. Uno degli aspetti contraddittori della nostra società.
EliminaOgni volta che vengo in Italia in vacanza (vivo da 15 anni in Germania), mi stupisco dell‘alto tenore di vita dei miei concittadini, di quanto spendano per cambiare continuamente guardaroba, per mangiare a prezzi elevati (ingurgitando quantità clamorose di cibo, peraltro), per andare spesso in vacanza e così via. O forse sono fatto male io. Boh…
EliminaProbabilmente la quantità di reddito sottratto all 'erario e all' Istat è davvero gigantesca, per cui le statistiche e le pubbliche lamentele ci classificano più poveri di quanto è in realtà. Escluso ovviamente quelli che poveri lo sono davvero. Nessuno di loro sulle piste
RispondiEliminaLa guerra in Ucraina ad oggi è costata alle casse italiane 76 miliardi di euro solo per contenere l'impatto dei rincari energetici su famiglie e imprese. E parliamo di spesa, di risorse stanziate attingendo da extragettito e deficit in gran parte o raschiando il barile tra le pieghe del bilancio o risparmi di altre poste di spesa pubblica. Non parliamo di costi in termini di perdita della produttività delle imprese, di erosione dell'economia reale e del potere d'acquisto delle famiglie, che farebbero lievitare ben di più il bilancio.
RispondiEliminahttps://www.adnkronos.com/ucraina-e-caro-energia-quanto-e-costata-la-guerra-allitalia_2DGPnNk5eetoNEx2OEgXgM