venerdì 16 dicembre 2022

A proposito di Qatar, di salari e di tasse

 

L’aumento dei tassi d’interesse, sostengono i demiurgi delle banche centrali, è l’unico strumento che queste banche hanno per ridurre l’inflazione. Per esempio, scoraggia i mutuatari che riducono gli acquisti di auto, abitazioni e gli investimenti aziendali causa l’aumento dei tassi sui fidi bancari. Ma soprattutto taglia i consumi di salariati e pensionati. In generale comporta un calo dell’attività economica, alias recessione e aumento della disoccupazione.

Christine Lagarde, nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, facendo riferimento all’inflazione che rimane persistente nell’area euro ha dichiarato che ciò dipende anche dalla “crescita dei salari che si sta rafforzando a tassi ben al di sopra delle medie storiche e spinge verso l’alto l’inflazione per tutto il periodo di proiezione”.

L’affermazione che i salari stiano alzando i prezzi è una palese falsificazione. In tutto il mondo gli aumenti salariali, quando hanno luogo, si tengono ben al di sotto del tasso d’inflazione, che in Europa, e in Italia in particolare, è a due cifre.

In tutte le università del mondo il ciclo prezzi-salari (il loop prezzi-salari) a riguardo dell’inflazione è insegnato come la regola. È in base di questa falsa realtà che, anche nei prossimi mesi, la Bce aggraverà la situazione economica in Europa.

I salari reali sono i salari meno l’inflazione. Questi sono anche il vero prezzo della forza- lavoro per i padroni del lavoro. Prezzo del lavoro che sta diventando sempre più una componente marginale dei costi di produzione.

La causa degli aumenti dei prezzi non sono i salari, ma la pluriennale immissione di migliaia di miliardi di euro e di dollari nel sistema finanziario, le conseguenze della guerra della NATO-Stati Uniti contro la Russia in Ucraina e il sistematico furto speculativo in particolare nei settori alimentare ed energetico, che produce effetti a cascata.

Tutto ciò passa in secondo piano, l’attenzione oggi viene convogliata sullo scandalo delle tangenti al Parlamento europeo, che, almeno per il momento, coinvolge in particolare il personale politico dell’estinta sinistra parlamentare italiana. Ci si fermerà alla superficie del fenomeno, poiché andando a fondo del sistema corruttivo, nelle sue diverse forme, andrebbe a picco tutto il sistema (*).

Proprio ieri, i vertici dei 27 Paesi membri dell’Ue hanno annunciato di aver approvato il recepimento nell’ordinamento europeo dell’imposta minima del 15% sugli utili delle multinazionali. È stata salutata come una grande vittoria per l’equità fiscale. Estendessero l’aliquota del 15% anche su salari e pensioni, cioè a chi non può eludere o evadere le imposte. Quella sì sarebbe equità fiscale!

(*) A proposito di Qatar, Macron ha dichiarato mercoledì che ha “organizzato molto bene questo Mondiale”. Tra quattro anni anche lui troverà una valigia di euro pronta per consulenze e conferenze.


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