Sfarzo e pathos. Centinaia di persone sono presenti nel parco della Casa Bianca in un gelido e soleggiato giovedì mattina. Molti sventolano bandiere francesi e statunitensi. È stato steso un tappeto rosso, il leggio con il sigillo presidenziale è pronto e sono presenti centinaia di musicisti. Arrivano i due presidenti, Biden e Macron, con le rispettive mogli. Solito scambio di fraseggio di cortesia, quindi la Marsigliese, ventuno colpi di cannone, l’inno nazionale americano.
Nel pomeriggio le cose cambiano. I due presidenti si presentano davanti alla stampa, incorniciati da addobbi di Natale luminosi, con un’ora e mezzo di ritardo, il che indica un confronto controverso tra le due delegazioni. Che cosa può dividere di più? La guerra in Ucraina e le gravi difficoltà che sta procurando all’Europa e dunque anche alla Francia? C’è anche quello, certo.
C’è molta più discordia sugli effetti del pacchetto da 370 miliardi di dollari USA. L’Inflation Reduction Act (IRA) è “super aggressivo”, aveva detto arrabbiato Macron il giorno prima. Di che cosa si tratta? Circa 370 miliardi di dollari di finanziamenti dell’IRA sovvenzioneranno la produzione negli Stati Uniti o in Nord America, con modalità protezionistiche rispetto alle merci europee che saranno fortemente penalizzate nei mercati statunitensi.
Insomma, mentre il fronte NATO sembra compatto nella guerra dell’Occidente contro la Russia, gli Stati Uniti si fanno gli affari loro a danno dell’Europa. Alleati, ma non proprio amici.
In sintesi, ciò che difficilmente sarà riportato dai media: Macron ha chiarito che la sua visita fa parte di una lotta tra capitalisti americani ed europei per il controllo dei mercati globali.
Biden, incalzato, ha cercato di minimizzare sui contrasti con Macron, ma questi è stato ancora una volta meno morbido sulla questione. Mentre Macron parla dell’argomento più controverso di questa visita di Stato, Biden guarda prima il suo leggio, poi l’orizzonte, evita il contatto visivo, anche quando Macron lo cerca con il suo. Lo scazzo tra i due dev’essere stato forte nella sala ovale.
Macron, durante un pranzo mercoledì al Congresso degli Stati Uniti sui problemi del clima e della biodiversità, ha precisato: “La Francia non vuole diventare un mercato per i prodotti americani [sostenuti dagli aiuti di Stato], perché ha esattamente i suoi stessi prodotti. Ho una classe media – ha proseguito – che ha bisogno di lavorare e persone che hanno bisogno di trovare lavoro. E la conseguenza dell’IRA è che potreste risolvere i vostri problemi, ma peggiorerai i miei. Mi dispiace essere così schietto”.
In un discorso all’ambasciata francese a Washington, Macron è arrivato a dire che le politiche protezionistiche statunitensi, che minacciano di escludere i prodotti europei dai mercati statunitensi, potrebbero “spezzare” l’alleanza NATO. Non si tratta di tè e biscottini. Macron non è la Meloni o Draghi, la Francia non è l’Italia. Non servi a novanta gradi, non almeno sulle cose che contano davvero.
Poi l’ospite francese si ricompone, torna a mostrare il volto sorridente del servo obbediente, firma una bellicosa dichiarazione congiunta che allinea la Francia alle politiche aggressive di Biden contro Russia e Cina. I due leader hanno annunciato una “conferenza internazionale” che si terrà a Parigi il 13 dicembre 2022. Tè, biscottini e foto di gruppo?
Esopo - La rana e lo scorpione
RispondiEliminaUno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!"
"E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione.
Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione…" rispose lui "È la mia natura!" Nonostante lo scorpione sia consapevole che pungendo la rana annegherà anche lui, non riesce a trattenersi quando la "vocina" interna gli dice che lui è un animale che punge gli altri per sua stessa natura.
Beh..i miei complimenti a Macron allora...fortunati i francesi...
RispondiEliminaRoberto