Leggo che il signor Luca Sofri rimprovera al governo la mancanza di “un progetto, una strategia, una serie di iniziative che coinvolgano tamponi, analisi, tracciamento, riprogettazione delle strutture e delle gestioni ospedaliere, ottimizzazione e coordinamento della raccolta dati, ripensamento delle priorità sociali”.
Credevo fosse noto che bisogna accontentarsi più delle intenzioni che della qualità di ciò che si riceve da chi comanda, cioè da parte di coloro che delle istituzioni parlano così bene e le rappresentano così male. A me personalmente è rimasta una tenue speranza, ossia che questo nostro popolo diventi finalmente meno bravo e passi a essere più cattivo. Una cosa che è più facile a scriversi che farsi, ben lo so.
A volte è sufficiente ricordare realtà semplici. Due situazioni principali ci hanno portato allo stato in cui siamo: l’inadeguatezza delle misure sanitarie e la leggerezza con la quale si è giunti a stipare in ospedali e case di riposo gli infetti; quindi il disorientamento con il quale si prosegue imperterriti di fase in fase è semplicemente la conseguenza della medesima inettitudine. Non siamo a un fatto nuovo.
Di quale progetto, strategia, iniziative si dovrebbe occupare chi ha già fallito in modo così clamoroso? Procedono al buio, di giorno in giorno, sperando che passi la buriana tenendoci segregati in casa ad libitum. Stesse misure per il pastore maremmano quanto per il travet milanese. È l’unica strategia che si trovano in mano, basata sulla minaccia di sanzioni e sostenuta dalla paura profusa h24 dai media. In quanto alle sanzioni, come leggevo stamane su un sito notoriamente bolscevico, lasciano anche all’ultimo ausiliario dei vigili urbani “l’interpretazione di norme delle quali nel sistema delle fonti del diritto non vi è traccia, tanto che non si sa che cosa siano, chi le emani e quale funzione svolgerebbero”.
Tuttavia non bisogna dimenticare altri responsabili del disastro, ossia il famoso comitato tecnico scientifico, delle cui sedute e relativi verbali non c’è traccia poiché le une e gli altri sono segreti, così come ha confermato da ultimo ieri sera il signor Borrelli in diretta televisiva. È sempre questo comitato, affiancato da una miriade di task force, a suggerire “atti d’imperio” senza capo né coda.
Pertanto, se proprio vogliamo parlare di “teste di coccio”, come fa Luca Sofri, non dobbiamo dimenticare, per non essere faziosi, che ve ne sono molte altre di teste da prendere in considerazione. Il fatto è che questo paese, che si autoproclama libero e democratico, è in realtà diretto da poche centinaia di eroici imbecilli, i quali temono molto più le conseguenze dell’intelligenza degli altri che quelle della propria stupidità. E questa loro stupidità non rischia mai neppure di essere sanzionata nelle nostre fiere elettorali, per cui ho sempre dubitato che l’intelligenza sia la cosa meglio distribuita nel nostro paese.
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