martedì 28 aprile 2020

La cosiddetta "lotta per l’esistenza"



Purtroppo non se ne rendono conto (con questi chiari di luna?), ma con queste frasette, apparentemente innocue, propriamente da osteria, dapprima instillate nel senso comune e poi distillate in forma più “scientifica”, venne a suo tempo aperta la strada all’eugenetica (non solo nazista) che portò ad Ausmezen.

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Pertanto credo sia utile, in questi giorni di grande confusione, e più in generale in tempi di revisionismo di quello che fu l’autentico apporto scientifico di Marx ed Engels (di quest’ultimo grandissimo pensatore e scienziato ricorre quest’anno il 200° anniversario, ma figuriamoci …), riproporre un post di otto anni fa.

I brani sono tratti dall’opera Dialettica della natura di Friedrich Engels, pubblicata postuma. L’autore redasse i materiali che concernono quest’opera, interessantissima anche per molti altri aspetti che riguardano la scienza, tra il 1873 e il 1886. Struggle for life, lotta per la vita, costituisce una breve digressione che pone in evidenza il rapporto di critica esplicita stabilitosi tra Marx/Engels e una certa concezione delle scoperte darwiniane. Va contro quella fola che venne ben presto a costituire il darwinismo sociale. Il testo è tratto dalle Opere Complete di Marx-Engels, vol. XXV, pp. 584-86. In internet, almeno in traduzione italiana, mi risulta inedito.

Struggle for life (*).

Fino a Darwin, coloro che sono attualmente suoi seguaci mettevano appunto in evidenza l’armonico coordinamento del lavoro nel mondo organico: come il regno vegetale offre agli animali cibo e ossigeno, e questi ultimi alle piante letame e ammoniaca e acido carbonico. Appena le teorie di Darwin vennero accettate, le stesse persone videro ovunque e soltanto lotta. Tutt’e due le concezioni giustificate entro ristretti limiti, ma tutt’e due ugualmente unilaterali e limitate. L’azione mutua dei corpi inanimati include sia armonia che collisione; quella dei corpi viventi tanto collaborazione inconsapevole e consapevole quanto consapevole e inconsapevole “lotta”, che è solo una delle facce. Ma è poi assolutamente puerile il voler riassumere tutta la multiforme ricchezza dell’intreccio e dello sviluppo storico nella scarna, unilaterale espressione: “lotta per l’esistenza”. Che detta così è meno di niente.

Tutta la teoria darwiniana della lotta per l’esistenza è semplicemente il trasferimento dalla società al mondo organico della teoria hobbesiana del bellum omnium contra omnes [guerra di tutti contro tutti], e della teoria della concorrenza dell’economia borghese, come pure della teoria di Malthus sulla popolazione. Una volta fatto questo gioco di prestigio (la cui incondizionata legittimità, in particolare per ciò che concerne la teoria malthusiana, è ancora assai problematica), è molto facile trasferire di nuovo queste teorie della storia naturale nella storia della società, ed è allora un’ingenuità davvero troppo forte affermare di avere con ciò dimostrato che tali affermazioni sono eterne leggi naturali della società.

Accettiamo per un momento la frase: lotta per l’esistenza, for argument’s sake [per comodità di polemica]. L’animale arriva al massimo a raccogliere; l’uomo produce, allestisce i mezzi necessari all’esistenza nel senso più vasto della parola, che la natura senza di esso non avrebbe prodotto (*). Ciò impedisce di trasferire, così senz’altro, le leggi di vita delle società animali alla società umana. La produzione porta rapidamente al punto in cui la cosiddetta struggle for existence non gravita più soltanto attorno ai puri mezzi di sussistenza, ma attorno ai beni voluttuari e a quelli necessari allo sviluppo. A questo punto, quando beni per lo sviluppo sono prodotti socialmente, diventano già totalmente inapplicabili le categorie derivanti dal regno animale.


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Fin qui il messaggio di Engels che mi pare molto chiaro. Non si tratta della mera lotta per l’esistenza, ma della lotta per il bottino, per l’eccedenza, per la ricchezza socialmente prodotta. Dunque la lotta incessante di una classe per il proprio dominio sul resto della società, per il dominio sull’alveare e sugli schiavi utili che lo alimentano. Quelli non più utili diventano superflui. 


(*) Il contenuto del testo eglesiano si può rinvenire, in parte, in una lettera di Engels a Peter Lavrovic Lavrov in data 12 novembre 1875, nella quale si legge tra l’altro: «La differenza sostanziale tra la società umana e quella animale è data dal fatto che gli animali al più raccolgono, mentre gli uomini producono. Quest’unica, ma enorme differenza rende, da sola, impossibile l’immediata trasposizione delle leggi delle società animali in quelle umane […]». La lettera, non pubblicata nelle MEOC, è ora disponibile in italiano nel volume delle Lettere 1874-1879, per le edizioni Lotta comunista, 2006.

4 commenti:

  1. Forse puoi dare un’occhiata alle date.

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    1. kuando date sbagliate o orrori ortografia, allora colpa essere digitalizzazione vocale.
      kuando errore essere spiritoso, allora merito mio.

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  2. Per la digitalizzazione vocale lei cosa usa? Vorrei sfruttarla anch'io ma la mia incompetenza tecnologica ....

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