L'eccezionalità delle circostanze. Ancora di 'ste cose ebeti dobbiamo campare?
Questo che scrive è uno che ha capito tutto e bene ma gli conviene chiosare così.
Diamogli tempo e ci scriverà un libro promosso in tv.
Quel genere di libri cui poi ricaveranno dei film,
degli sceneggiati a puntate che ora chiamano fiction.
Un filosofo greco osservò che un esercito di cervi comandato da un leone avrebbe avuto la meglio su un esercito di leoni comandato da un cervo. Ai nostri giorni non abbiamo né leoni né cervi.
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Ci chiedono di assolverli per non aver compreso il fatto. Un’incomprensione e una sottovalutazione che è costata la vita a centinaia e forse migliaia di persone. Un’inabilità politica, operativa, organizzativa e comunicativa che ha provocato il caos negli ospedali, nelle residenze per anziani e che è all’origine di tanta parte della situazione attuale, quindi causa dei danni umani ed economici patiti dalla popolazione. Non bisogna dimenticare che tutto ciò ha avuto inizio un mese dopo la proclamazione dello stato d’emergenza nazionale. Pesiamo bene le parole. Dunque non si è trattato di un evento improvviso, ed invocare la fatalità è solo una scusa per allontanare le proprie responsabilità.
Napoleone ad un suo luogotenente sconfitto che si scusava con la “fatalité”, rispose: “La fatalité, l’excuse des incapables et des maladroits”.
Si è parlato di “modello italiano”, in realtà è stato mutuato pedissequamente dal modello cinese, vale a dire che ci si è rifatti a un modello d’intervento adottato su un tessuto sociale e scala geografica diversi dal nostro. Nelle situazioni di crisi è pericoloso lavorare secondo un modello che non si conosce bene, giacché le situazioni non sono mai interamente sovrapponibili. Le situazioni cambiano, bisogna essere abili e pronti a cambiare le proprie linee d’azione. Scrivevo giorni or sono che non si possono applicare le identiche misure nei riguardi di un pastore maremmano e di un travet milanese. Ciò che vale per le persone vale per le situazioni più generali.
Infatti, la Germania ha adottato un suo modello, la Svizzera un altro, la Svezia un altro ancora. Hanno capito che in attesa di un vaccino, l’unica strada è l’immunizzazione di massa attuata in modo progressivo, controllata a tappeto con i tamponi e altre misure sanitarie. In Italia, invece, ci si attarda ancora su un modello che non produce risultati apprezzabili se non in tempi molto lunghi, a scapito di tutto il resto. Il numero dei morti decresce e così i ricoveri nelle rianimazioni perché in quelle province, dove si sono contati due-trecento decessi il giorno per molte settimane, si sta esaurendo la platea delle povere vittime anziane con diverse patologie pregresse, mentre il numero dei contagi rilevati, ancora ieri, è in aumento o comunque non scende come ci si aspetterebbe dopo 50 giorni di quarantena.
Scrivevo il 25: Mi pare che non si stia capendo, oppure si fa finta di non capire. Soggiungo oggi: se la situazione non cambia rapidamente, cominceranno a capire volenti o nolenti. E a ogni modo ripeto tra me e me per l’ennesima volta, quando un generale (dicono che siamo in guerra, no?) si dimostra incapace, lo si sostituisce immediatamente, sul tamburo. Nel nostro caso si tratterebbe di sostituire interi stati maggiori. Sono stati eletti dal popolo sovrano, che se li deve tenere e pagarne le conseguenze. Il peggio è che non servirà di lezione.
Mi viene solo voglia di piangere.
RispondiEliminacaro amico, non posso prestarti il mio fazzoletto, né, date l' obbligatorio distanziamento, la mia spalla. cmq considera sincero e fraterno il mio virtuale abbraccio
EliminaA proposito di modello Italia: In Italia il 5% più ricco degli italiani era titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero. Alla fine del primo semestre del 2018 il 20% più ricco degli italiani deteneva il 72% della ricchezza nazionale (pari complessivamente a 8.760 miliardi di euro, in aumento di 521 miliardi in 12 mesi) e il successivo 20% controllava il 15,6%, lasciando al 60% più povero appena il 12,4% della ricchezza nazionale. Il top 10% della popolazione italiana in termini patrimoniali possiede oltre 7 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. La posizione patrimoniale netta dell’1% più ricco (che detiene il 24,3% della ricchezza nazionale) vale 20 volte la ricchezza detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione italiana. La ricchezza dei primi 21 miliardari italiani della lista Forbes (a marzo 2018) equivaleva alla ricchezza netta detenuta (a fine giugno 2018) dal 20% piu’ povero della popolazione (ovvero 107,1 miliardi di euro).
RispondiEliminaAl link il resto dell'articolo: https://www.corriere.it/economia/19_gennaio_21/miliardari-raddoppiati-la-crisi-a54b9e2a-1d66-11e9-bb3d-4c552f39c07c.shtml?fbclid=IwAR3qhTi8FJ01ihTFCqn4erbQNiu46VDlw-lLhuDV-KK2WdzNaSYF46v1V2I