venerdì 24 giugno 2016

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Di seguito la bozza dell’introduzione dell’intervento che un esponente del Pd avrebbe letto se la riunione della segreteria non fosse stata rinviata.

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A molti di voi potrà sembrare privo di reale interesse, presi come siete da questioni di più grave momento (ad ogni modo, state tranquilli, continueremo a bere whisky), ciò che dirò qui in premessa, e tuttavia se ci troviamo al punto in cui siamo, elettoralmente in caduta libera, è perché abbiamo abbandonato ogni attenzione alla vita quotidiana della gente comune.

Infatti, con le nostre parole, i nostri atteggiamenti, le nostre scelte, comunichiamo anzitutto una cosa: di essere estranei alla vita quotidiana della gente comune, di essere troppo in alto nella scala dei poteri, come se anche noi non fossimo in definitiva dei poveri stronzi.



La vita quotidiana di milioni di cittadini è il centro e la misura di tutto. Se non si fa attenzione alla vita quotidiana delle persone, si finisce inevitabilmente nelle forme degradate della politica, dell’informazione e della cultura attuali, che si traduce in sfiducia, in una spoliticizzazione estremamente avanzata e in un neoanalfabetismo generalizzato.

Dobbiamo anzitutto chiederci: come può succedere che la vita quotidiana delle persone comuni, che è l’unica per la sua importanza che ci dovrebbe interessare, sia completamente deprezzata da noi? La risposta è molto semplice: tutto ciò non ha nulla di accidentale, infatti noi siamo diventati il mezzo politico attraverso il quale viene imposta la forma di schiavitù organizzata storicamente secondo le necessità della classe dominante.

Di questo fatto, in fondo, noi siamo ben consapevoli, anche se ovviamente non possiamo gridarlo dalla Gruber o da Vespa che fingerebbero di inorridire. Non siamo abbastanza scaltri nell’ambito della mistificazione (basta perdere voti con gente come la Moretti e la Picierno, o con vecchi arnesi come Fassino). Abbiamo bisogno di volti nuovi, freschi, che sappiano apparire autentici e parlare alla gente dei loro problemi, di lavoro, pensioni, asili nido, dell’insoddisfazione dei giovani, insomma che sappiano recitare il ruolo di angeli della seduzione.

E però tra noi dobbiamo essere chiari, ogni movimento del politico è determinato dall’economia e noi vediamo bene che non c’è soluzione alla crisi (è un dato strutturale). È finito il tempo dei tecnici-allodole, abbiamo il compito e l’occasione, con il prossimo referendum, di porre le premesse per un mutamento istituzionale secondo un vecchio disegno, quello di un partito che in forza di una nuova legge elettorale e delle note modificazioni costituzionali, in sintonia ovviamente con gli interessi della borghesia interna e internazionale, diventi un partito-regime nel senso pieno di tale peculiarità, e possa elaborare un progetto di gestione complessiva della società nel momento storico della sua più grave crisi.

So bene che vi sono esponenti del nostro partito che non fanno mistero di essere contrari a tale disegno, non tanto per ragioni di principio, come vanno dicendo, ma perché perseguono un altro e diverso percorso strategico, ossia quello di una riproposizione, riveduta e riadeguata, della strategia della cattura e del logoramento rivolta al Movimento cinque stelle. Penso che questo progetto sia troppo rischioso e non offra chance effettive poiché tale Movimento si pone in modo radicalmente alternativo al nostro partito.

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5 commenti:

  1. Lo dico per scherzo, tuttavia conservando un po' di serietà: se prometti di farmi da ghostwriter o semplicemente autorizzi l'uso, prendo la tessera del Pd e al primo dibattito in cui gli iscritti hanno diritto di parola, zacchete, leggo quanto scritto sopra. Giusto una volta, prima di essere ragionevolmente radiato.

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    1. nel primo caldo m'è presa così e l'ho scritta. se ne scrivono tante di cazzate, una meno una più

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    2. Manca di incipit.
      Un discorso così non può che cominciare con:
      "Cari compagni e care compagne,
      a molti di voi........

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    3. il termine compagno è diventato un epiteto, per renzi lo è sempre stato.

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    4. In CGIL certi delegati e dirigenti tra i più moderati (cioè filopadronali) e più inclini al quieto vivere e al compromesso al ribasso per i lavoratori non fanno che riempirsi la bocca della parola compagno. Cosa che trovo più insopportabile che ridicola.

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