“Siamo
venuti, abbiamo visto, e [Gheddafi] è morto!”. Così l'allora segretario di
Stato schiamazzava in allegria dopo aver visionato un video raccapricciante
della tortura e l'uccisione del leader libico Muammar Gheddafi. Quasi cinque
anni dopo Hillary Diane Rodham Clinton concorre per diventare il prossimo
presidente degli Usa, e la morte continua: in Libia, Siria, Iraq e nel Mar
Mediterraneo.
Oltre
8.000 emigranti e profughi sono morti tentando di fare la traversata del
Mediterraneo verso l'Europa dal 2014, la stragrande maggioranza di loro hanno iniziato i loro viaggi mortali dalla costa della Libia. La scorsa
settimana pare ne siano affogati complessivamente 900. Morti che passano quasi
sotto silenzio, sicuramente nel silenzio della Clinton e dei suoi rivali nella
corsa per la presidenza, il sedicente "socialista democratico" Bernie
Sanders e il repubblicano Donald Trump.
La
e-mail UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No.C05779612 Date: 12/31/2015 inviata
il 2 aprile 2011 dal funzionario Sidney Blumenthal (stretto collaboratore prima
di Bill Clinton e poi di Hillary) a Hillary Clinton, dall’eloquente titolo “France’s
client & Qaddafi’s gold”, racconta i retroscena dell’intervento
franco-inglese.
La
motivazione principale dell’attacco militare francese fu il progetto di
Gheddafi di soppiantare il Franco francese africano (CFA) con una nuova valuta
pan africana. Quindi, ottenere una quota maggiore della produzione di petrolio
della Libia (a danno dell’Italia, poiché due terzi delle concessioni
petrolifere nel 2011 erano dell’ENI, e la Libia era il maggior paese produttore
africano, l’Italia era la principale destinazione del gas e del petrolio
libici).
Sappiamo
che gli Usa sono responsabili di aver coperto questa operazione, ma anche che
Gran Bretagna e Francia avevano parte attiva in un grande e lucroso progetto
idrico in Libia. Stante le inadempienze e l’opposizione di fatto di Gran
Bretagna e Francia nella realizzazione del progetto, Gheddafi aveva minacciato
di rivolgersi alla Cina e alla Russia. I media occidentali non ne parlano, ma
credo sia interessante leggere questo articolo per farsene almeno un’idea.
Dunque, non solo interessi geopolitici e petrolio, ma anche l’acqua nel grande
business internazionale che ha portato alcuni paesi occidentali a servirsi del
terrorismo di matrice islamica per destabilizzare la Libia.
Che
ora qualcuno sia interessato ad inviarci attraverso il Mediterraneo migliaia di
emigranti e di profughi è qualcosa di più di un mero sospetto, così come è più
di un sospetto che dietro la morte di Giulio Regeni vi siano le solite manone
anglo-francesi.
E pensare che i due geni ridevano del berlusca......fanno rima con oni, ma sono troppo signore per dirlo e così stiamo nella m....elma fino al collo, al prossimo dittatore M.O fatto fuori, buona notte Europa.
RispondiEliminaCaifa.
Si può comprendere come le cautele giornalistiche non siano mai troppe in tutti i sensi, ma per lo studente Regeni si è scritto altrove a sufficienza in relazione alle sue collaborazioni parauniversitarie. Oxford Analytica non è Famiglia Cristiana.
RispondiEliminaPeraltro chi abbia avuto l'opportunità di lavorare in Egitto e non solo, nella fattispecie al Cairo, ne ha potuto valutare di persona l'ambiente sociopolitico.
Io stesso al tempo di Hosni Mubarak per aver scattato alcune foto
in prossimità dell'abitazione e con tutt'altro obbiettivo,sono stato circondato dalla sicurezza intimandomi il rilascio del materiale fotografico. 'Colloquiare' con i sindacati locali è ancora un pò di più e consapevolmente accettarne i rischi per una persona oltre i quindici anni di età dovrebbe essere normale. Le 'manone' anglofrancesi e la stampa fanno il resto.
Dopo aver destabilizzato l'intero vicino Oriente cosa ci si poteva aspettare?, c'è sicuramente 'qualcuno interessato' all'invio di risorse umane per destabilizzare i vari Paesi interessati. Lo sospettiamo.
Festa della Repubblica. Fin che dura.
mr