C’è un modo per diluire la melassa celebrativa per il 70° compleanno della
signora Repubblica, l’aneddoto leggero. Parliamo dunque di donne e di fiori.
A
far parte della assemblea costituente vi furono, com’è noto, anche ventuno
donne. Non solo la Nilde dell’agiografia corrente. Ne fecero parte anche Teresa
Mattei (1921-2013), la più giovane deputata del parlamento, e Rita Montagnana (1895-1979).
Due comuniste, tra le fondatrici dell’Unione donne italiani (Udi). Teresa fu
una delle principali organizzatrici del primo congresso di Firenze, Rita
presiede l’Udi fino al 1947.
Quando
il 30 gennaio del 1946, il Consiglio dei ministri approva la legge che dà alle
donne italiane il diritto di voto, per Rita e Teresa è l'occasione per
festeggiare in grande la festa della donna: l’8 di marzo, sul modello francese,
con un nuovo simbolo, un fiore. Per la scelta del fiore le proposte sono
diverse, dalle violette alle orchidee. Teresa propose invece le mimose e Rita
fu d’accordo.
Teresa
fece parte dell’organizzazione che giustiziò Giovanni Gentile, quel porco che
certi bastardi in questi anni hanno voluto rivalutarne la figura con la scusa
della filosofia e altre ciance. Teresa negli anni Cinquanta venne espulsa dal
PCI per il dissenso maturato nei confronti della politica stalinista di
Togliatti e di gran parte del gruppo dirigente del PCI.
Tra le molte battaglie
condotte da Teresa, anche quella per il referendum contro le modifiche alla
Costituzione, partecipa insieme al figlio Rocco a centinaia di incontri e
dibattiti in tutta Italia che porteranno alla vittoria nel referendum del 2006.
Rita
Montagnana fu madre di Aldo Togliatti (1925-2011), un uomo molto schivo che fece
vita ritirata occupandosi di enigmista e di scacchi.
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