Alessandro Gilioli
ha scoperto, meglio tardi che mai, che c’è bisogno “di un modello di società
radicalmente diverso da quello in cui ci troviamo”. Radicalmente diverso
quanto? Una patrimoniale, far pagare più tasse ai ricchi e cose di questo
genere? “Una battaglia per la rappresentanza che per avere qualche
possibilità può essere solo autentica e limpida”. Ah ecco, una battaglia per
acchiappare voti.
Un
modello di società radicalmente diverso dopo che da tempi remoti è stata abbandonata
ogni linea di classe? Questa è la dimostrazione più evidente di quale sia il
punto d’approdo di chi pretende di “far politica” entro i limiti imposti dalla
logica “democratica”, ossia entro gli apparati di regolazione e normalizzazione
della società borghese.
L’obiettivo
di questi paladini dell’ordine borghese è diretto ad esprimere comunque un
modello politico ed economico che in realtà conserva intatti i rapporti di
produzione fondamentali del capitalismo, nell’idea di
poter far convivere le differenze di classe mitigate da politiche distributive e
di welfare, senza tener conto, tra
molte altre cose, della radicalità storica della crisi capitalistica in atto.
L'ho sempre detto : "Gilioli è un caro ragazzo.."
RispondiEliminaCaino
Da tempo , polveroso come non mai, possiedo una raccolta dell'Ordine Nuovo.
Soprattutto i primi numeri quando scriveva ancora Bordiga ed è bello seguire la sua polemica con Graziadei, il quale beato lui, asseriva di aver scoperto che la legge del valore lavoro era fasulla ..
A volte mi pare che l'attualità abbia in fondo origini antiche.
Quegli antichi nodi ,stanno venendo ,uno per uno ,al pettine oggi e parrebbe tutti insieme ,senza possibilità di sfangarla per l'ennesima volta.
Quella di Marx non è una teoria del cosiddetto “valore-lavoro”, espressione mai usata da Marx e invece coniata dal suo avversario: Böhm-Bawerk.
EliminaDunque non è l'analisi marxiana di merce-denaro che è fasulla, ma il nome che gli è stato dato dai suoi avversari e che, paradossalmente, hanno fatto proprio i marxisti nel novecento.