lunedì 1 febbraio 2016

Paladini dell’ordine borghese


Alessandro Gilioli ha scoperto, meglio tardi che mai, che c’è bisogno “di un modello di società radicalmente diverso da quello in cui ci troviamo”. Radicalmente diverso quanto? Una patrimoniale, far pagare più tasse ai ricchi e cose di questo genere? “Una battaglia per la rappresentanza che per avere qualche possibilità può essere solo autentica e limpida”. Ah ecco, una battaglia per acchiappare voti.

Un modello di società radicalmente diverso dopo che da tempi remoti è stata abbandonata ogni linea di classe? Questa è la dimostrazione più evidente di quale sia il punto d’approdo di chi pretende di “far politica” entro i limiti imposti dalla logica “democratica”, ossia entro gli apparati di regolazione e normalizzazione della società borghese.


L’obiettivo di questi paladini dell’ordine borghese è diretto ad esprimere comunque un modello politico ed economico che in realtà conserva intatti i rapporti di produzione fondamentali del capitalismo, nell’idea di poter far convivere le differenze di classe mitigate da politiche distributive e di welfare, senza  tener conto, tra molte altre cose, della radicalità storica della crisi capitalistica in atto.

2 commenti:

  1. L'ho sempre detto : "Gilioli è un caro ragazzo.."

    Caino

    Da tempo , polveroso come non mai, possiedo una raccolta dell'Ordine Nuovo.
    Soprattutto i primi numeri quando scriveva ancora Bordiga ed è bello seguire la sua polemica con Graziadei, il quale beato lui, asseriva di aver scoperto che la legge del valore lavoro era fasulla ..
    A volte mi pare che l'attualità abbia in fondo origini antiche.
    Quegli antichi nodi ,stanno venendo ,uno per uno ,al pettine oggi e parrebbe tutti insieme ,senza possibilità di sfangarla per l'ennesima volta.

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    Risposte
    1. Quella di Marx non è una teoria del cosiddetto “valore-lavoro”, espressione mai usata da Marx e invece coniata dal suo avversario: Böhm-Bawerk.
      Dunque non è l'analisi marxiana di merce-denaro che è fasulla, ma il nome che gli è stato dato dai suoi avversari e che, paradossalmente, hanno fatto proprio i marxisti nel novecento.

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