Negli
Stati Uniti sono stati annunciati decine di migliaia di tagli di posti di
lavoro sia nel settore industriale e sia nella vendita al dettaglio. Tra le
principali aziende ci sono Johnson & Johnson, Norfolk Southern, Yahoo, US
Steel e Altria (ex Philip Morris).
Wal-Mart chiude 40 negozi, 4.500 licenziamenti, Macy più di 50
negozi, migliaia di tagli di posti di lavoro. Eccetera.
Il
peggioramento della crisi sociale produce effetti su ampie fasce della
popolazione degli Stati Uniti e non deve quindi sorprendere che alle primarie
Bernie Sanders, sedicente socialista, riceva consensi soprattutto tra gli
elettori più giovani e a basso reddito. Il crescente consenso per Sanders è un
riflesso delle profonde tensioni per le sempre più precarie condizioni di vita
delle masse e la sempre più stridente disuguaglianza sociale, salita a livelli inediti.
Tuttavia
dire che il consenso per Sanders sia un'espressione di profonda rabbia sociale
è molto diverso dal dire che la campagna Sanders rappresenti questa rabbia. La
classe dirigente americana vede con grande preoccupazione l'emergere di un
movimento indipendente che sfidi il suo potere economico e politico. Compito di
Sanders è proprio quello di bloccare la nascita di un tale movimento
incanalando l’opposizione popolare nel voto al Partito democratico.
Sono
ancora in molti a credere nella democrazia, cioè su un sistema in cui il potere
economico controlla la politica e tutte le principali istituzioni. Noi italiani
le conosciamo bene le illusioni necessarie, vedi M5S. Nel voto c’è tanta
espressione della volontà popolare quanta libertà c’è nella migrazione degli
uccelli.
Il bello (?) è che qualcuno pensa che Sanders rappresenti «una sfida, assolutamente credibile, alla ristrutturazione della sinistra occidentale»
RispondiEliminanon c'è da chiedersi nemmeno più perché di tanta coglionaggine
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