Il
diritto sanziona solo ciò che esiste. Tuttavia, si può eccepire,
l’omosessualità esisteva anche prima che agli omosessuali fossero riconosciuti
certi loro diritti. Ed eccoci al punto decisivo: che cosa fa sì che il diritto sia
tale oppure muti? Il diritto di per sé, si tratti pure dei diritti inalienabili
della persona, non esiste se non come codificazione di determinati rapporti
sociali.
La
trasformazione di tali rapporti sociali, primi tra tutti quelli tra le classi,
è la vera causa della modificazione del diritto, sia quello delle istituzioni
civili, della proprietà, della famiglia, eccetera. Molla fondamentale di tali
trasformazioni/modificazioni è lo
sviluppo economico e sociale.
E
dunque si vede subito che la questione degli omosessuali posta semplicemente ed
esclusivamente sul piano dei diritti è posta male, nel senso che zoppica. È il
difetto di ogni idealismo vecchio e nuovo. Ed è sciancata anche posta sul piano
eminentemente “culturale”, come fa Cacciari: “ci vuole
realismo storico. Ormai le unioni civili sono una cosa acquisita, culturalmente
parlando”.
Simili
questioni, come quella dei diritti dei lavoratori o dei neri dell’Alabama e
tante altre, vanno poste anzitutto sul piano degli accennati rapporti sociali,
e questi sul piano dello sviluppo dei rapporti di produzione. Senza un adeguato
sviluppo di tali rapporti, hai voglia di fare progresso “culturale”. Per la
stessa ragione Ernesto Galli si smarrisce in "elissi" e mi diventa reazionario,
anzi, razzista.
A
titolo d’esempio, l’affrancamento dalla schiavitù – così come la liberazione da
altre forme di negazione della libertà – è il risultato dello sviluppo
economico, cioè dello sviluppo di determinati rapporti di produzione. È tale
sviluppo in un processo durato secoli che ha fatto delle libertà individuali
quali le intendiamo un portato della coscienza, tanto più universale quanto più
ampio e profondo è divenuto lo sviluppo economico.
E
tuttavia l’uomo solo nell’apparenza è diventato libero individualmente e
autonomo nella propria attività. Si tratta invero di una libertà e di un’autonomia
che sono poste nella determinazione di una lunga catena dei rapporti sociali dominati
dalla proprietà privata, dove anche il diritto del più forte è un diritto.
Infatti,
il diritto del più forte continua a sopravvivere anche nello stato di diritto,
nella libera democrazia borghese: chi compra forza-lavoro la consuma facendo
lavorare il venditore della stessa. Ciò avviene secondo contratto, dunque in
forza di un diritto, di un titolo legale del compratore di poter disporre del
lavoratore, sia esso di carnagione bianca o di altro colore, qualunque sia la
sua preferenza politica, il suo gusto estetico o sessuale. Dal punto di vista
del compratore il processo lavorativo è un processo fra cose che gli
appartengono, così come gli appartiene di conseguenza anche il prodotto di tale
processo.
Il
resto è conseguenza e non è il caso di ripetere.
le cose, belle le cose, prendono vita, si fanno soggetti ma automatici, si prendono la vita
RispondiEliminaforse hanno attratto a sè tutta la soggettività e hanno respinto la funzionalità verso noi
skynet ha preso coscienza di sè