Il
voto complessivo delle primarie in South Carolina per i due grandi partiti, che
si sono tenute a una settimana di distanza l’una dall’altra, ha avuto 999.000 elettori.
Nel 2008 gli elettori complessivi furono 978.000, con 532.000 per i democratici
e 446.000 per il partito repubblicano. Quest’anno, solo 361.000 elettori hanno
votato nelle primarie democratiche (più di un terzo in meno), mentre 738.000
hanno votato nelle primarie repubblicane, vinte dal signor Donald Trump.
A
votare per i democratici sono stati in prevalenza i neri, mentre per i
repubblicani sono corsi a votare in massa i bianchi (40 per cento in più che
nel 2008). A me pare che la guerra civile, seppur con mezzi meno cruenti, non
sia mai cessata.
*
A
proposito di razze e di schiavi, trovo interessante leggere il nuovo libro di
Salvatore Bono, dal titolo sintetico ma eloquente: Schiavi. In esame la schiavitù mediterranea nei secoli XVI-XIX. Nel
secondo capitolo si trovano dei dati su cui riflettere, per esempio sul fatto
che nei tre secoli considerati, a latere della moderna schiavitù salariata che
si stava generalmente affermando in Europa come forma dominante di
sfruttamento, nondimeno si stima prudenzialmente la presenza complessiva di
oltre 2.500.000 schiavi, prevalentemente musulmani, magrebini e neri africani.
La flotta vaticana, in fatto di “catture”, non era seconda a nessun’altra. Uno
storico afferma che il comandante pontificio nell’estate autunno 1649 di
schiavi “tanti ne condusse a Roma che n’ebbe chi volle” e che perciò da allora
“i romani ripresero il costume di farsi servire dagli schiavi”.
Sull’altra
sponda del Mediterraneo non erano certa da meno, vale per tutti il caso famoso
di Cervantes. Gli uomini, donne e bambini predati e vissuti come schiavi
nell’impero ottomano nei tre secoli considerati sono stimati in 725.000. Solo
alla resa di Nicosia, cioè alla caduta di Cipro, ne furono catturati e resi
schiavi non meno di 50.000. A Gerba, nel 1560, furono forse 4.000. Gli schiavi europei
vissuti negli stati del Maghreb sono stimati in 850.000. Schiavi neri, europei
orientali e asiatici sono stimati in 2-4 milioni per il periodo 1500-1699 e in
un milione dal 1700 al 1799.
Alcune
curiosità: nel febbraio 1647 dei corsari algerini sbarcarono nei pressi di
Saint-Tropez, ma non sembra vi trovassero ricchi europei. Nel luglio 1627,
saletini – Salé fu il massimo centro corsaro del Marocco – e algerini
raggiunsero le coste dell’Islanda e delle isole Westman, catturando da 400 a
800 persone da farsi schiave. Anche le coste irlandesi non restarono immuni da
razzie, nel 1631 il corsaro Muràd Raìs si portò via 200 schiavi. In un solo
anno, il 1625, quasi mille marinai e pescatori partiti dal grande porto di
Plymouth caddero nelle mani dei corsari. Pertanto, non solo le coste dell’Italia,
della Spagna e del Midi francese furono predate e saccheggiate. A pagarne le
conseguenze maggiori fu soprattutto l’Italia, con la Sicilia e le sue isole,
idem per la Campania (Ischia, in particolare), la Calabria, la Puglia e l’Abruzzo
(Vasto, Ortona, Termoli) e anche la Liguria e la Toscana.
Insomma,
un bel rimescolamento di gente. Non scommetterei un euro sulla … limpieza de sangre di chicchessia.
A proposito di mescolanze etniche, significativo secondo me anche il fatto - pura coincidenza? - che la schiavitù mediterranea termina, come fenomeno storico e sociale, più o meno negli stessi decenni in cui si affermano non solo le marine da guerra europee con vascelli a vapore e artiglierie moderne, contro le quali i pirati schiavisti nulla potevano, ma anche la nuova pseudoscienza europea del razzismo bianco. Il saggio di Gobineau sulla disuguaglianza naturale tra razze è del 1853, vent'anni dopo l'ultima grande operazione della marina borbonica contro Tunisi.
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