In
un mondo scosso da incredibili atti di violenza terroristica, attraversato da
manifestazioni d’intolleranza razziale, d’integralismo religioso ed etnico, appare
evidente la pochezza etico-culturale delle classi dirigenti. Senza una sintesi
di un’idea generale che non sia “propaganda politica e spettacolarizzazione che
tutto divora”, ciò dà il tono alla nostra epoca, ed è tra le cause non ultime della
precarietà della nostra civiltà.
Se
questo dato vale per l’insieme, tanto più esso marca la situazione italiana,
cioè quella di un paese governato da incompetenti quando non da veri e propri mafiosi
(nell’accezione ampia ma anche no), e che mostra tutti i difetti comuni di ogni
sistema “liberaldemocratico” ma nessuna delle qualità che pur si possono
rintracciare in termini di trasparenza, competenza ed efficienza in altri
paesi. Senza farla lunga con le chiacchiere, mi riferisco qui alla condizione
per la quale molti giovani devono nascondere la loro umiliazione
nell’emigrazione, eccetera. Specie quei giovani (e meno giovani) a cui poi all’estero
si riconoscono competenze e se ne valorizzano talento e passione.
A
tale proposito consiglio di leggere, lentamente e integralmente, questo intervento di Elena Cattaneo a riguardo delle modalità di selezione dei
progetti e di aggiudicazione e impiego delle risorse per la ricerca scientifica.
il "dinamismo all'italiana": cioè la difesa ad oltranza del controllo statale sull' economia cioè la stagnazione sociale e la proliferazione dell' intermediazione familista, parassitaria, di cordata, immobilista ed infine comunque reazionaria.
RispondiEliminaCome dicevi nel post successivo "anche in termini riformistici, sarebbe necessaria una “rivoluzione”
L'approccio complessivo degli italiani al capitalismo si rifiuta di diventare adulto: lo vogliono ancora fortemente mediato dalla oramai secolare tradizione statalista, una coazione a ripetere che investe tutte le classi.
Paradossalmente neanche rendere trasparente l'azione delle lobby sarebbe possibile, renderebbe le cose meno opache, tanto per dire
quello italiano, caso sempre a parte, singolare quanto curioso, è un sistema che non si può considerare capitalista liberalborghese, né tanto meno "democratico". Prevale l'accumulazione primitiva, il fascismo nella convenzione privata, il vaticano in quella pubblica. Fermi all'8 settembre il resto è infinita transizione gattopardesca. Ma è un sistema (sistema?) tanto immaturo quanto marcio; tanto marcio da poter già morire due volte (miracolo!): una come effettiva oligarchia (e lì, vista l'arretratezza, ci vuol ancora la ghigliottina); l'altra come aborto capitalista ( e qui non ci vuole niente).
RispondiEliminapoi, che dire di questa lettera del piffero?
RispondiEliminaraccomandazione e vitalizio non sono tutto ma sono decisivi nel nostro paese. Come in ogni paese feudale che si rispetti. E questo lo possono confermare tanto i ricercatori quanto i senatori a vita. Il problema però non viene ricercato (appunto) alla sua radice, ma nei suoi effetti... così per gli uni la colpa è sempre degli altri, figli dell'uno contro figli dell'altro, caino abelee guelfi e guelfi, tutti contro tutti, i senatori a vita vengono additati come raccomandati mentre i ricercatori come senatori a vita, infine governano i ricercati!