Leggendo nei giornali e anche in
rete le note dei vari commentatori a proposito della nuova legge elettorale, si
evince che l’unico aspetto in cui si concentri effettivamente l’attenzione sia
quello, per così dire, di ordine algebrico. Nel senso che non si parla d’altro
che di numeri, ossia di premi di maggioranza e di soglie di sbarramento, di
convenienze e di opportunità.
È davvero paradossale che un tema
fondamentale sia invece ignorato, dando per scontato che l’esito delle urne
corrisponda senz’altro alla volontà popolare e sia rappresentativo della
società. Si tratta della solita mistificazione di questo tipo di democrazia, una
mistificazione provata dal fatto che questa repubblica, che si afferma solennemente
fondata sul lavoro, escluda proprio il lavoro, la classe degli operai e dei
salariati, dalla partecipazione diretta nelle istituzioni e all’esercizio del
potere.
Viene così il fatto che operai e
salariati non siano presenti nel parlamento nazionale e negli organi
legislativi locali, nemmeno in quote di minoranza. Insomma, in questa società
ferocemente classista, la borghesia non bada nemmeno a salvare le apparenze
tanto è sicura del proprio potere e del fatto che gli esponenti dei partiti e
delle organizzazioni che dovrebbero rappresentare e tutelare gli interessi
delle classi subalterne sono dalla sua parte.
I seggi parlamentari sono
appannaggio degli esponenti di corporazioni, grandi e piccole, molto potenti, tanto
è vero che in parlamento, fino alla precedente legislatura, prevale un
patchwork di avvocati, giornalisti, notai, medici, farmacisti, ingegneri, grandi
burocrati, e naturalmente politici di professione. Questa cerchia chiusa e
omogenea negli interessi di fondo, impedisce l’infiltrazione di gente “nuova” e
potenzialmente “pericolosa”, e anche quando essa si “rinnova”, lo fa cooptando
gli elementi sicuri della sua classe. Perciò tutto il discorso sulla formazione
delle liste elettorali e la “libertà”di scegliere (??) i candidati da parte
dell’elettore è pura fuffa.
È in questo modo che le gerarchie
sociali determinano le strutture politiche, anche se non in modo da farle
coincidere completamente, in ciò lasciando l’apparenza democratica, e può
succedere, come alle ultime elezioni, che una lista elettorale provochi qualche
scossone, più apparente che sostanziale. È il caso del Movimento cinque stelle,
il quale già per le modalità di scelta dei propri candidati, ha mischiato un
po’ le carte. E tuttavia si tratta di un movimento molto eterogeneo, nel cui
programma solo in alcuni casi e indirettamente trovano posto i temi d’interesse
propri delle classi lavoratrici.
Il lavoro (gli schiavi salariati) dunque non trova
rappresentanza nelle forme elettive di questa repubblica, né potrebbe, data la
reale natura di questo sistema sociale. Questa resta la questione, non altre.
Non fatevi distrarre.
Non mancherò, grazie.
RispondiEliminaA parte, domando, pregandoLa di non tirarmi dietro il ventaglio: ma quelli di SeL, l'unico partito di "sinistra" (ehm, ehm) presente in Parlamento se lo sono posti il medesimo problema?
per tua fortuna in questa stagione non uso il ventaglio ma ad ogni evenienza tengo in borsetta un piccolo revolver
EliminaOrmai anche i lavoratori si lasciano influenzare dai mezzi di distrazione di massa, per cui sono i primi a non votare per chi dice e dovrebbe fare i loro interessi. Sulla legge elettorale: in una democrazia non c'è sistema diverso dal proporzionale puro per assicurare la Rappresentanza di tutti in parlamento. Direi che i nostri boiardi parlano tanto di democrazia ma poi non ne accettano i principi fondamentali affinché essa esista.
RispondiEliminaAG
In un articolo da un blog che bene argomenta, si scrive che preminente il principio di rappresentatività porta ineluttabilmente all’ingovernabilità - salvo le tortuose alchimie di coalizione ,aggiungo io -, mentre ritenere assolutamente preminente il principio di governabilità porta ineluttabilmente a limitazioni del diritto di rappresentanza. In effetti è ciò che da accade da noi. Gran parte dei lavoratori sono tuttora storditi dal Grande Fratello e dai Grandi Pifferai.
RispondiEliminaI boiardi detengono il potere economico come accade da secoli, in più i nostri hanno tutto Davos che li mette in fila allineati e coperti : tutto in ordine perciò.
La sinistra è dove a tavola si tiene in genere la forchetta.
Olympe, io te lo dico, nonostante la mia esitazione (mi par di disturbarti invano): oggi pomeriggio sono stato alla sala della Chiamata del porto di Genova per una conferenza di giovani di Lotta Comunista. Conosci di certo il partito: voglio una tua parola al riguardo. L’elemosino proprio!
RispondiEliminagente seria e ottima, molto preparata, fuori dagli schemi politici consueti, un po' una chiesa (ma non è una setta), e può essere un'esperienza importante davvero.
EliminaDunque gli unici ad essere riusciti a portare in Parlamento gente comune sono stati la Lega e Grillo...
RispondiEliminail senso del post era un altro, forse lei non ha voluto coglierlo
EliminaQuando si dice crisi di sistema non si intendo- almeno, per me- solo il lato economico/finanziario della facendo. Ci sono anche le strutture sociali e politiche che quel sistema-il capitalismo- si è dato e quindi il parlamento...
RispondiEliminaMa in un sistema in crisi come è quello capitalistico globalizzato e finanziarizzato quanto contano i parlamenti? La riforma delle pensioni è passata in pochi giorni e l'hanno votata tutti perché "è l'Europa che ce lo chiede". Forse ci siamo dimenticati della lettera di agosto recapitata al governo di allora dalla troika: era un programma politico di cui chi era in parlamento poteva solo contrattare i tempi di applicazione ma non certo la sostanza.
C'è chi pensa-il movimento 5 stelle- che il sistema- e quindi il capitalismo- possono essere riformati magari appellandosi ad un capitalismo etico che è un ossimoro vero e proprio oppure passando per gli strumenti della tecnologia: l'enfasi sulla e-democracy come dicono loro come se la tecnologia fosse neutra e non ci fossero profitti e sfruttamento...
D'accordissimo sul senso di questo post: quello che passa il convento è fuffa mediatica che un po' di senso critico dovrebbe smascherare...
non contesto una sola virgola
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