Secondo i dati forniti dal rapporto
dell’Oxford Commitee for Famine Relief il reddito annuale delle 85 persone più ricche del pianeta è pari a quello
di 3,5 miliardi delle persone più povere. Se questi numeri possono fare
sensazione, un altro paio di dati sono forse ancor più eloquenti: l’uno per cento della popolazione ha un
reddito 65 volte il totale della ricchezza di metà delle popolazione mondiale
più povera, e ad ogni modo si tratta di quasi la metà della ricchezza mondiale complessiva.
Negli Usa, l’1% dei più ricchi ha
intercettato il 95% delle risorse a disposizione dopo la crisi finanziaria del
2009, mentre il 90% della popolazione si è impoverito. Senza dimenticare che
circa 50 milioni di residenti americani sopravvivono grazie ai food stamps, tenuto conto che i
programmi federali di assistenza alimentare raggiungono solo un terzo della
popolazione anziana bisognosa.
In Italia, per citare dati Istat,
il 10 per cento della popolazione possiede quasi la metà della ricchezza
nazionale, ma i veri super ricchi sono poche centinaia di persone. Nel 2011 era
del 28,4% la popolazione a rischio povertà, nel 2012 si è saliti al 29,9%, e
senza dubbio per il 2013 siamo a oltre il 30 per cento. Circa 50mila persone,
pari a un capoluogo di provincia come Rovigo o Rieti, sono senza dimora.
Parlare di democrazia alla luce di
questi dati oggettivi è mero pleonasmo. Infatti, non c’è miglior aspetto sostanziale
di quello economico per misurare il livello di democrazia, poiché tutto il
resto, come ben sperimentiamo quotidianamente, è diretta conseguenza. Non è
difficile stabilire, in generale, relazioni di causa-effetto tra la disoccupazione/sottoccupazione
e la povertà, quindi le diete inadeguate, la denutrizione e la malnutrizione, il
basso peso alla nascita, la mortalità infantile ecc.. E non è difficile stabilire
altri parallelismi, nelle società che Eugenio Scalfari si compiace di definire
opulente, tra reddito e qualità delle cure mediche e assistenziali, la
giustizia nei tribunali, l’istruzione, l’alimentazione, la condizione di
ricatto subite nei luoghi di lavoro, l’ascesa sociale, eccetera.
il 30% della popolazione nazionale è pari a diciotto milioni di persone. la popolazione di campania, lazio e sicilia messe insieme. dati istat 2013. è un bagno di sangue
RispondiEliminaio e lei abbiamo un avvenire come matematici. grazie. :)
Eliminasperiamo, è un profilo così ricercato di questi tempi... farebbe comodo un secondo lavoro :)
EliminaCerto, i numeri hanno una fondamentale importanza, ma per capirne gli sviluppi ci vuole cultura.
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