mercoledì 15 gennaio 2014

Non è la congiuntura, è il capitalismo, teste di cazzo

Nei primi undici mesi del 2013 i lavoratori che hanno presentato la domanda per sussidi di disoccupazione e mobilità sono 1.949.570, si è così accentuato il passaggio da cassa integrazione a disoccupazione: nei primi 11 mesi del 2013 sono arrivati circa 1,95 milioni di domande di Aspi e mobilità con un aumento del 32,5% rispetto alle domande di disoccupazione presentate nello stesso periodo del 2012. La recessione del 2012-2013 ha causato una contrazione complessiva del Pil del 4,2%.



Sulla base dei dati Inps per il 2013 si calcola in oltre 208.000 lavoratori a tempo pieno quelli che sono in cassa straordinaria e in deroga (e quindi a maggiore rischio di essere licenziati). La cassa integrazione nel 2013 ha nuovamente superato il miliardo di ore autorizzate, viaggiando a ritmi di circa 90 milioni di ore al mese nonostante la frenata delle autorizzazioni per la cassa integrazione in deroga, quella per la quale sono necessari finanziamenti da parte del Governo (per la cigo e la cigs le risorse arrivano dai contributi di imprese e lavoratori).

Tra i tavoli di crisi che da gennaio 2014 vedranno impegnati il Ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati, vi sono aziende di grande rilievo e marchi storici di tutti i settori produttivi: dall'elettronica di Alcatel a Italtel, alle ceramiche di Ideal Standard; dal tessile di ITi Erre alle energie rinnovabili di Marcegaglia (stabilimento di Taranto).

Naturalmente tutto ciò è causa anzitutto del ritardo con il quale in Italia, ma anche in altri paesi d’Europa, si sono varate riforme di privatizzazione e liberalizzazione. Così continuano a dire, e anche domenica scorsa lo ha ribadito il direttore del Corriere.

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Nel 2013 gli italiani che se lo possono permettere hanno comprato oltrefrontiera 42.300 abitazioni, con un incremento del 6,3% rispetto all'anno precedente, superando il «muro» dei 40mila acquisti all'estero. In un decennio questo mercato è più che raddoppiato e si prevedono circa 45mila acquisti nel 2014. Tra gli europei, gli italiani sono i secondi acquirenti di immobili all'estero, dietro i tedeschi, ma davanti a inglesi e francesi. Forte corrente di acquisti verso la Svizzera, soprattutto il Canton Ticino. L'acquisto medio è di 130mila euro, ma aumenta il numero di chi spende più di un milione di euro. Al primo posto tra gli acquirenti all'estero ci sono i lombardi, seguiti dai veneti.




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