giovedì 23 gennaio 2014

Ladri, ladruncoli e bugiardi


Vi ricordate gli agentes in rebus di Befera sguinzagliati su per i monti a caccia di evasori? Ebbene, lo stesso Befera, nel corso di una recentissima audizione in Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, ha dichiarato che lo Stato non potrà riscuotere tutti i crediti accumulati negli ultimi 15 anni. Si parla di 545 miliardi di euro, una cifra che avrebbe potuto ridurre il debito pubblico di un quarto, cioè portarlo sotto la soglia del 100% del Pil. Se non potrà riscuoterli tutti, quanti crediti pensa Befera possa recuperare invece lo Stato? “Dei 545 miliardi, è possibile che ne rientri una parte residuale e minima, pari al 5%-6% del totale, quindi tra 27,2 e 32,7 miliardi”. Troppo ottimista. E tuttavia o mente ora o mentiva nel settembre 2012, quando dichiarava al Sole 24ore: “Mediamente si parla di 110-120 miliardi d’imposte evase l'anno. Da quando sono direttore dell'agenzia delle Entrate ne avremo recuperati circa 40 miliardi”. Da alcuni interventi, ha aggiunto, «la sensazione è che siano stati presi i 40 miliardi ai cittadini onesti mentre l'evasione sia rimasta tale e quale. Non credo sia questa la realtà”. Nemmeno noi crediamo alla realtà costruita sulle ipotesi di Befera, il quale per raccontarcela guadagna più di Obama.




Resta che secondo le accuse riportate dai media, tale signora Armellini Angiola, proprietaria di 1.243 immobili, quasi tutti nella Capitale, avrebbe nascosto al Fisco oltre 2 miliardi di euro, un tesoro sparso in numerosi conti esteri. Ebbene, sulla base del Decreto legislativo 74/2000, vale a dire la legge sui reati tributari, la signora non rischia nemmeno un’ora di carcere. Eppure si tratta di un colossale furto a danno della collettività. Questo per l’appunto è il nodo vero della questione, si tratta di un mero danno alla collettività, cioè di un furto continuato con destrezza fatto in danno a tutti noi, non dunque un danno a carico di un proprietario privato, nel qual caso si griderebbe: al ladro, al ladro. Ed infatti l’art. 2 della citata legge prevede delle pene al carcere solo per chi, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi passivi fittizi. Cioè solo per chi dichiara il falso con false fatturazioni, ma non per chi non dichiari nulla!!!!!


Degli oltre 64mila detenuti in Italia, non uno solo è in carcere per questo genere di rapine e con la legislazione attuale mai ci finirà (*). È saldo il principio della legge è uguale per tutti.


(*) Di quelli che invece falsificano dichiarazioni e fatture, ossia dei 202 arrestati nel 2013 per aver utilizzato o emesso fatture false (5.776 violazioni), si tratta di arresti sulla carta, poiché al massimo si sono fatti qualche giorno ai domiciliari. E anche quando venissero poi riconosciuti colpevoli e condannati in via definitiva (hai voglia con 3,5mln di processi pendenti e la prescrizione), le condanne saranno abbondantemente sotto la soglia minima prevista per la carcerazione effettiva (Berlusconi docet).

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