Le parole non servono più, non bastano. Non abbiamo a che fare solo
con dei cialtroni e dei corrotti, ma con un intero sistema che in qualunque
modo si voglia denotare si resta nel generico, nell’indeterminato, al massimo
nell’invettiva. Nella crisi del processo di valorizzazione, che non reclama
solo tagli di welfare e di salari, ma una ristrutturazione profonda e senza
precedenti dell’assetto produttivo in ordine alla divisione imperialistica del lavoro sul piano mondiale, possiamo toccare con
mano la marginalità e anche la pochezza intellettuale degli avventurieri che
reggono la politica nostrana.
La dimostrazione viene dal fatto
che la più grande industria meccanica italiana può cambiare nome e portare le
proprie sedi all’estero senza che s’alzi paglia. Del resto siamo all’esito di
ciò che si preparava da lungo tempo, con una ben orchestrata manovra di
distrazione o di silenzio da parte dei media.
Nell’autunno del 2010 Marchionne è comparso in
televisione minacciando di chiudere gli stabilimenti italiani di Fiat auto poiché
la società non guadagnava un solo euro nel nostro paese a causa della scarsa
produttività degli operai (se le merci non si vendono è colpa degli operai, ovviamente). Pochi giorni dopo affermava che la società era
intenzionata a investire gli ormai mitici 20mld di euro negli stabilimenti
italiani in cinque anni (2011 – 2015), allo scopo di raddoppiare la produzione di automobili. La condizione per tali
investimenti era che i sindacati accettassero sulla pelle degli
operai le condizioni imposte dall’azienda. Al diktat ci si piegò.
Marchionne è l’uomo che fa sognare
l’Italia dall’estero. Quattro anni fa Le
Monde riportava una dichiarazione di questo ringhioso filibustiere con la
forfora: “Noi siamo la Apple dell’automobile
e la 500 è il nostro iPod”. E oggi, gennaio 2014, che cosa dicono i
sindacati mentre chiudono gli stabilimenti e a Mirafiori si lavora tre giorni
il mese, la società è stata acquistata dalla Chrysler e ha cambiato nome e la
sede legale e finanziaria sono portate all’estero? Che sono “soddisfatti dai propositi d’investimento”.
E gli operai dell’ex Fiat che cosa dicono, ma soprattutto che cosa fanno? Sono
scesi in strada, hanno occupato il Museo egizio, incendiato il comune e la
prefettura a mo’ di Tuileries?
Figuriamoci, stanno in salotto e guardano L’ingegnere,
sulla Rai, e ne hanno ben diritto per aver pagato entro il 31 gennaio il
canone.
La borghesia monopolistica privata
– sbaragliato ormai completamente il capitale pubblico – ha subordinato gli
Stati ai suoi interessi e domina incontrastata tanto più laddove lo Stato fa
risaltare la propria debolezza, corroso al suo interno dalla lotta tra le
diverse fazioni per il potere e l’assalto a ciò che resta della cassa. Ne
abbiamo un buon e ultimo esempio con Bankitalia e a breve con le Poste, ma Eni
(oltre 30%), Enel (31%) e Finmeccanica subiranno la stessa sorte.
Noi vediamo come l’economia
capitalistica non riesca in alcun modo a garantire le promesse di sviluppo e
benessere per tutta la popolazione, poiché i bisogni economici e politici del proletariato
non potranno mai essere a lungo soddisfatti entro il quadro dei rapporti basati
sul valore di scambio e del profitto, nemmeno spingendo la spesa statale oltre
ogni ragionevole possibilità finanziaria. E tuttavia dobbiamo prendere atto che
la controrivoluzione ha vinto, per il momento, non solo sul terreno reale dello
scontro – come mostrano le mille vicende Fiat o Elettrolux – ma anche sul terreno
della battaglia ideologica.
E, prima o poi, da qui bisognerà
ricominciare, ineluttabilmente.
Ma siamo già molto avanti; 5 stelle, 9 dicembre, e altri minori sono tutti movimenti che senza richiamarsi al comunismo stanno mettendo in crisi il sistema e alle prossime elezioni, se passa la legge elettorale di Renzusconi, potrebbero prendere la maggioranza dei seggi.
RispondiEliminaA quel punto il potere finanziario e i suoi fantocci, letta,monti,draghi potrebbe, anzi tenterà azioni drastiche di crisi finanziaria per portare l'italia in rovina.
In quel momento dovremo avere l'esercito e la polizia a fianco del popolo o sarà una carneficina.
stanno mettendo in crisi il sistema? in quale film?
Eliminale elezioni le vincono coloro che controllano i media e alle prossime grillo non avrà la platea mediatica che ha avuto nelle ultime
l'esercito e la polizia a fianco del popolo? è la migliore che sento da diverso tempo
A volte, trovo molto più incisive le sue secche risposte, che non i suoi (a volte) prolissi post.
EliminaCordialità
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sono d'accordo
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