venerdì 15 aprile 2011

Restiamo calmi

Con l’ultimo periodo della direzione di Riccardo Barenghi pensavo che il quotidiano il manifesto avesse toccato il fondo. Sottovalutavo che l’avvenire può riservare tutte le sorprese e vi è sempre posto per quelli che aspirano a qualche primato superando i precursori.


Maurizio Matteuzzi, l’eccellente corrispondente del manifesto, per esempio, è stato duramente “redarguito” proprio da Asor Rosa per essersi permesso di pubblicare un’intervista a Battisti e aver poi scritto come stavano le cose in merito alla sua estradizione dal Brasile.  Poi Matteuzzi è stato mandato a Tripoli, ma dopo un paio di articoli, sgraditi anzitutto a Rossana Rossanda, è stato mandato a pelare patate in cambusa.

Insomma se non sei ottuagenario e disposto a scrivere sciocchezze, la vita è difficile anche al manifesto. Oggi, in prima pagina, il direttore Norma Rangeri, scrive: «Che tristezza, che indegna campagna si sta scatenando contro il nostro collaboratore Alberto Asor Rosa. Addirittura girano appelli bipartisan, meritevoli di altri destinatari, per questo mai disturbati. Asor Rosa è un intellettuale che esprime liberamente il suo pensiero, talvolta in modo paradossale».

Non leggo i giornali di Berlusconi e non ascolto i suoi servi alla televisione o in Parlamento, perciò non so a quale campagna si riferisca Norma Rangeri e può darsi che abbia ragione, anzi senz’altro vista la canea in circolazione. M’interessa invece la storia e il buon nome del quotidiano perché è un po’ anche patrimonio dei suoi lettori e sostenitori. E se è del tutto legittimo che Asor Rosa esprima liberamente il suo pensiero, talvolta in modo paradossale, passando con disinvoltura dalla concezione materialistica a quella poliziesca della storia, è altrettanto pacifico che non era obbligatorio pubblicare il suo pronunciamiento. Non per censura, ma perché certe “provocazioni facili alle strumentalizzazioni”, non si sente il bisogno di leggerle proprio su il manifesto.

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