giovedì 14 aprile 2011

Vogliamo i colonnelli


I giornali li leggo al pomeriggio e guardo poco la Tv, per nulla quando vi soggiorna il sig. Giuliano Ferrara. Perciò quanto ho scritto stamane (nel post precedente) non tiene in conto, nemmeno indirettamente, di quanto può aver detto ieri il Ferrara in riferimento all’articolo del prof. Alberto Asor Rosa, né della brevissima replica di quest’ultimo, apparsa su il manifesto di oggi. Pare di capire però – dal trafiletto – che il Ferrara abbia manifestato sconcerto in relazione all’intervento di Carabinieri e Polizia (le maiuscole, ieri come oggi, sono di A.R.) invocato e auspicato dal Professore “a difesa della democrazia in Italia”.

Non mi interessa sapere come e cosa abbia argomentato al riguardo il Ferrara, ma resta il fatto che A.R. ha chiesto una «prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura … un normale “stato d'emergenza”, si avvale … dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi … ».

Una “prova di forza” quindi, con l’uso o la minaccia delle armi che porti alla proclamazione di uno “stato di emergenza” e alla chiusura del Parlamento, allo scopo di riformare la legge elettorale e farne una sul conflitto d’interessi. Ora perché mai, obiettavo nel post precedente, dovrebbero intervenire le forze armate (tali sono tra l’altro i carabinieri) e la polizia, per fare ciò che i partiti politici di opposizione non hanno voluto fare quand’erano al governo, con il rischio concreto di fomentare una guerra civile?

Insomma, Asor Rosa è uno stimato e riconosciuto intellettuale e scrive su un giornale a diffusione nazionale, non un blogger qualsiasi che cazzeggia nel suo sito letto da qualche dozzina d’internauti. Possibile che non si renda conto e anzi insista? E veniamo al merito. Berlusconi non ha soppresso la democrazia in Italia, tanto è vero che il centro-sinistra ha vinto per ben due volte le elezioni. Che poi abbia ridotto il Parlamento ad un bivacco di nominati e mantenuti è colpa anche della sinistra che, quando al governo, non vi ha posto rimedio. Berlusconi non è solo il risultato di Cicchitto e Bossi, ma di D’Alema e Veltroni; non solo di Casini e Fini, ma anche di Violante e Bertinotti. Per tutti gli altri capetti e mezze figure, al massimo potrà essere invocata in sede di giudizio storico l’attenuante di essersi dimostrati troppo timidi, ma non si tratterà di un’assoluzione.

Nel 2006, per riferirsi solo a tempi recenti, l’on. Berlusoni, plurimputato e sconfitto alle elezioni europee, amministrative e politiche, era politicamente all’angolo. Nel dicembre 2007 era ridotto alle “comiche finali”. Tuttavia, invece di dargli il colpo finale con due righe in gazzetta ufficiale, con una legge a maggioranza semplice sul conflitto d’interessi e/o di riforma elettorale, per vanità e calcolo personale si preferì affondare il governo Prodi per una seconda volta. Poche settimane dopo “il principale esponente della coalizione avversa” vinse alla grande le elezioni.

Quanto descritto è un dato incontrovertibile se si ha un minimo di considerazione per la verità storica e si sappiano superare le passioni del momento. E inoltre non si può parlare di restauro della democrazia in un paese che con la democrazia ha sempre avuto poco a che vedere, essendo sempre stata questa Repubblica, attentamente e realisticamente considerata, una imitazione monarchica sotto forme repubblicane, nella quale si è mantenuto per decenni in onore leggi e pratiche fasciste, così come attivi i vecchi apparati statuali che assunsero denominazioni e forme nuove permanendo uguali nel cambiamento.

2 commenti:

  1. Nessun dubbio sull'analisi. Ma forse AR auspica un putsch di carabinieri e polizia proprio perché anche lui, come altri, si è reso conto che la cosiddetta "sinistra" in Italia (con eccezioni statisticamente e politicamente infinitesimali) non è che l'altra metà del tavolo del comitato d'affari che è la politica italiana (cinghia di trasmissione di quello, ben più pesante, di banchieri e finanzieri). Quindi l'ultima speranza sta in qualche colonnello, alla lettera

    Poi che il golpe all'amatriciana, una roba alla Tejero de noantri, faccia sorridere, siamo d'accordo. Io però non giudicherei AR troppo severamente. Siamo in molti ad essere disperati, e la disperazione può indurre a strane fantasticherie.

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  2. appunto perché è l'altra metà del tavolo e ciò che auspica, almeno a parole, AR non è altro che un diciotto brumaio

    non credo di aver giudicato troppo severamente AR per ciò che dice

    comprendo l'esasperazione e l'esaurimento ma se siamo arrivati a questo punto la colpa non è di B.
    lui fa solo il suo mestiere, sono gli altri che non fanno il loro
    cordiali saluti

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