Mentre la stampa non si cura quasi più di cosa sta succedendo in Giappone, dove è in atto un incidente nucleare di dimensioni pari e forse più grave di quello di Chernobyl, ieri la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha annunciato un piano in due fasi per stabilizzare i quattro reattori nel suo stabilimento di Fukushima Daiichi entro sei-nove mesi. Le misure dovrebbero tendere, secondo le ottimistiche previsioni della società elettrica, a ridurre le perdite di radiazioni nei prossimi tre mesi, quindi a raggiungere l’"arresto a freddo" dei reattori in altri tre - sei mesi. Per il momento, dato il livello delle radiazioni, i tecnici giapponesi non possono entrare nella centrale.
Inoltre, nella conferenza stampa televisiva, il presidente della società, Tsunehisa Katsumata, oltre a profondersi in inchini (per la gioia dei fotografi), ha promesso che la società avrebbe fatto il possibile per assicurare che gli sfollati sarebbero tornati alle loro case e "il popolo giapponese potrà vivere senza preoccupazioni". Se noi crediamo a quello che ci raccontano i politicanti italiani, perché meravigliarsi che i giapponesi possano credere a queste fandonie?
Le temperature dei rettori 1, 2 e 3 sono attualmente “controllate” dal pompaggio continuo di acqua. Si ritiene che il contenitori del materiale fissile di almeno uno dei reattori abbia subito danni tali da permettere la fuoriuscita di combustibile nucleare nel vaso di contenimento esterno.
Prima di riavviare i normali sistemi di raffreddamento, si devono pompare circa 60.000 tonnellate di acqua altamente radioattiva dagli scantinati degli edifici dove alloggiano le turbine, così come nei tunnel di servizio. Dove si scarichi poi quest’acqua è facile immaginarlo, così come non è difficile prevedere che un piatto di sushi sostituirà presto le normali lampadine domestiche. Sabato si sono registrati picchi di radioattività (iodio-131) di 6.500 volte il limite legale nell'acqua di mare nei pressi dello stabilimento, mentre fino al giorno prima era di “solo” 1.100. I livelli di cesio-134 e cesio-137 sono aumenti di quasi quattro volte. Mentre lo iodio-131 ha un tempo di dimezzamento di 8 giorni, il cesio-134 e cesio-137 hanno tempi di dimezzamento di 2 e 30 anni rispettivamente.
Per le decine di migliaia di residenti della zona costretti a sfollare, non sarà quindi possibile alcun ritorno forse per anni o anche per sempre. Il Financial Times ha scritto ieri proprio in tal senso. Nel tentativo di contenere la rabbia che sta montando tra gli sfollati, il governo ha ordinato la scorsa settimana alla Tepco di effettuare i pagamenti di compensazione per 50.000 famiglie. I pagamenti per le famiglie ammontano a 750.000 yen (9.000 dollari), che in Giappone equivalgono ad una vera miseria, specie per coloro che non hanno nulla e sopravvivono nei rifugi d'emergenza.
La società ha chiesto, a sua volta, 2.000 miliardi di yen in prestiti di emergenza. Tuttavia, l’amministratore delegato, Masataka Shimizu, ha dichiarato che la maggior parte del denaro sarà necessaria per riparare le strutture danneggiate e per l'acquisto extra di gas naturale e altri combustibili per le centrali elettriche alternative per compensare la perdita dei suoi impianti nucleari.
Il New York Times ha riferito sabato che due multinazionali, la Hitachi e la Toshiba, hanno predisposto un piano, tra esse concorrenziale, per la bonifica dell’area della centrale. Hitachi ha previsto che ci vorranno almeno tre decenni per completare il processo, mentre la sua rivale sostiene che potrebbe essere fatto in meno di 10 anni. La bonifica dopo l'incidente 1979 presso l'impianto di Three Mile Island, che aveva coinvolto un solo reattore, è durata 14 anni ed è costata una follia.
Nota curiosa: quanti hanno letto il terzo quesito referendario sul nucleare? Sono giusto un paio di righe, chiarissime: qui. Un bravo a chi riesce leggerlo tutto e la tessera dell'IDV a chi riesce a decifrarlo.
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