Le migliaia di pagine di documenti sui prigionieri detenuti nel lager americano di Guantanamo Bay, uscite nei giorni scorsi su WikiLeaks, dimostrano la natura senza legge del governo degli Stati Uniti, sia sotto George W. Bush e che Barack Obama. Rapimenti, torture, detenzione illegale, subornazione di testi, aperta violazione del diritto internazionale: questi sono solo alcuni dei crimini di cui si è reso responsabile il governo statunitense.
L’allora segretario della difesa Donald Rumsfeld dichiarava che le persone sequestrate e detenute nel lager rappresentavano il "peggio del peggio", che i prigionieri erano tutti terroristi molti dei quali legati ai fatti dell'11 settembre. I documenti resi pubblici da Wikileaks dimostrano che le dichiarazioni di Rumsfeld, Cheney e gli altri gerarchi di Bush erano deliberate falsità.
La stragrande maggioranza degli 800 internati di Guantanamo erano uomini innocenti (tra i quali vecchi e ragazzini), catturati casualmente sul campo di battaglia in Afghanistan o sequestrati dalle agenzie d’intelligence alleate, in particolare in Pakistan, dove chiunque fosse di origine araba o afgana è stato una miniera d'oro per i locali funzionari di polizia corrotti che intascavano taglie. Sono più di 100 i sequestrati che hanno in seguito sofferto di gravi disturbi mentali causati dalle condizioni d’isolamento e dalle sevizie cui sono stati sottoposti.
Hina Shamsi, direttore del National Security Project per l'American Civil Liberties Union, ha dichiarato: "Questi documenti dimostrano quanto siano aleatori i presupposti adottati dal governo per la detenzione di centinaia di persone, in alcuni casi a tempo indeterminato, a Guantanamo. Tali valutazioni unilaterali sono piene di prove infondate, di informazioni ottenute attraverso la tortura, la speculazione, gli errori e su accuse dimostratesi false”.
Un portavoce militare del regime americano non ha voluto commentare i documenti, perché essi "sono stati sottratti al governo degli Stati Uniti, si tratta di documenti classificati e non diventano declassificati a causa di una divulgazione non autorizzata”. Il portavoce della cricca della Casa Bianca, Jay Carney, ha condannato la divulgazione delle informazioni classificate da parte di Wikileaks, aggiungendo: "Pensiamo che sia un peccato che il New York Times e gli altri media abbiano preso la decisione di pubblicare numerosi documenti ottenuti illegalmente riguardanti il centro di detenzione di Guantanamo Bay."
Questa dichiarazioni mostrano come il richiamo a gran voce da parte dell'imperialismo americano alla democrazia e ai diritti umani, serva di fatto solo da copertura alle imprese criminali iniziate con Bush e proseguite con Barak Obama, il quale ultimo non solo ha mantenuto aperto Guantanamo, ma ha validato l'ampio uso di commissioni militari per selezionare le persone rapite e detenerle a vita senza processo.
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