Ai primi di aprile, alla Camera, nel corso del dibattito sul cosiddetto processo breve, i deputati del Pd hanno letto, ciascuno, un articolo della Costituzione. L’on. D’Alema, dopo aver letto l’art. 87, volle leggere anche l’incipit dell’articolo successivo che recita: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse».
Il prof. Asor Rosa, senza citarlo, ultimamente aveva invocato l’intervento del presidente della repubblica proprio in forza di tale articolo 88. Eugenio Scalfari si riferisce a tali poteri presidenziali ogni domenica. Sembra che questi signori ignorino cosa dice l’articolo 89: «Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri».
Venerdì scorso, Rossana Rossanda se ne avvede di questo lapsus curioso. Dopo di che, a proposito della legge elettorale e del potere che la maggioranza esercita in forza del premio di maggioranza, scrive:
[…] penso che i costituenti, affidando questo potere alla maggioranza, la pensassero del tutto rappresentativa del voto, ignorando che potesse essere gonfiata attraverso un premio di maggioranza che la allarga molto al di là della sua effettiva presenza elettorale.
[…] Se si votasse con una proporzionale decente Berlusconi avrebbe una assai modesta maggioranza relativa; la Lega non basterebbe e una sua caduta per via parlamentare sarebbe possibile. Ma con il "porcellum" e il premio di maggioranza che comporta, la dialettica parlamentare è azzerata.
Come è possibile che in una repubblica così assolutamente parlamentare, sia lecito inchiodare così il parlamento? La risposta è semplice: la legge elettorale detta "porcellum" piaceva non solo a Berlusconi ma anche a D'Alema, Veltroni, Prodi - solleticati dall'idea di funzionare come potere assoluto, iperpresidenti. Nessun governo di centrosinistra si sognò di cambiarla.
[…] Asor Rosa ha un bell'invocare uno stato d'emergenza democratica. E' il senso della parola "democrazia" che è sfuggito a destra e a sinistra […].
Sono completamente d'accordo. Il problema, ora, è come tornare indietro.
RispondiEliminacaro luca, buon 25 aprile
RispondiEliminaputroppo non con la prop. commutativa