lunedì 18 ottobre 2010

Le illusioni del cambio fisso



Si sente parlare di un nuovo accordo sui cambi sul tipo di quello dell’Hote Plaza del 1985. Gli accordi sui cambi fissi non servono a nulla e non durano. È la storia che lo dimostra. Senza risalire alle calende greche basterà citare Bretton Woods, un accordo che ebbe vita assai travagliata e finì fallito; il “tunnel smithsoniano” (dal dicembre 1971 al febbraio 1973); la fine dell'area della sterlina (23 giugno 1972) costituita prevalentemente da Paesi membri del Commonwealth; il famoso “serpente monetario” europeo, il Sme (sistema monetario europeo), quindi gli accordi del Plaza e del Louvre (1987).
Insomma, un accordo sui cambi fissi, in una situazione con monete nazionali e differenziali di sviluppo molto marcati, è pura illusione. Il conflitto in tema di cambi nasconde, si fa per dire, il conflitto tra aree capitalistiche antagoniste, quindi un conflitto interimperialistico che non potrà, ancora una volta, che avere uno sbocco di scontro aperto. Se non subito, nel volgere di qualche lustro.
Gli Stati Uniti sono pronti, ancora una volta, ad invadere il mercato con una valanga di cartamoneta, lo ha annunciato Ben Bernanke; ciò significherà, indirettamente, una rivalutazione delle altre monete. La Cina, per questioni interne, non può permettersi una marcata contrazione delle sue esportazioni. Alla lunga, qualsiasi pretesto sarà buono per la resa dei conti in Asia, anche perché gli Usa hanno ben chiaro che un competitore su scala globale così potente e pericoloso o lo fermano ora …..
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Remarks by Secretary of Defense Robert Gates at a Meeting of the Economic Club of Chicago:
Il Dipartimento della Difesa ha bisogno di pensare e di preparare la guerra in un modo profondamente diverso rispetto a quanto siamo stati abituati nel secolo scorso.
In verità, prepararsi per il conflitto del 21° secolo significa investire realmente in nuovi concetti e nuove tecnologie. Ciò significa tener conto di tutti i mezzi e le capacità che può portare alla lotta.
Si consideri che nel 2020 gli Stati Uniti prevedono di avere circa 2.500 aerei da combattimento di tutti i tipi. Di questi, circa 1.100 saranno i più avanzati, di quinta generazione: F-35s e F22s. La Cina, invece, si prevede che non avrà aeromobili di quinta generazione entro il 2020. Ed entro il 2025, il divario si allarga: gli Stati Uniti avranno circa 1.700 tra i più avanzati aerei da di combattimento di quinta generazione, rispetto a una manciata di aerei comparabili per i cinesi.
Il documento integrale  qui .

Naturalmente gran parte della partita si gioca sul controllo ((pipeline, rotte commerciali) e approvvigionamento delle risorse strategiche, in primis sugli idrocarburi, i minerali rari, ecc..

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