Il vaniloquio di Valter Veltroni trova sempre gradita ospitalità nelle pagine del Corriere [*].
«Siamo stati gli italiani che andavano a Firenze per salvare le persone e i libri dall'alluvione», intona il dirigente PD. In realtà a Firenze c’erano gli altri, non lui. Per due motivi. Uno anagrafico: nel 1966 aveva appena compiuto 11 anni; l’altro antropologico: in vita sua non ha mai fatto un lavoro manuale.
Poi incalza ieratico: «Alla domanda "si può vivere senza valori?" lo spirito del tempo ha risposto sì». Eccolo qui finalmente acchiappato il responsabile della “crisi dei valori”: lo spirito del tempo! Nientemeno.
Che la crisi dei “valori” sia il prodotto del sistema e delle sue contraddizioni, della gerarchia della merce, del denaro e del lavoro, allo stesso titolo della pubblicità e del ciclotrone, questo vanesio nemmeno lo può sospettare. La malattia della ragione borghese è ereditaria e contagiosa.
«E non mi rassegnerò mai all'idea che gli unici valori per un paese come il nostro fossero quelli racchiusi nelle ideologie del Novecento». L’ex pseudo comunista pentitissimo, poi PDS, poi DS e ora PD, in aspettativa per compiere il salto della quaglia e l'approdo in ecumenica compagnia, abiura i valori del comunismo perché, come ben sappiamo, essi sono stati i veri responsabili del gulag staliniano. Povero uomo.
Il resto dell’intervista è un’omelia che prende di mira la “crisi terribile della Chiesa”, il cui sintomo davvero preoccupante è dato dalla sottovalutazione della gravità della bestemmia; quindi il leit-motiv per antonomasia, cioè l'esizialità dell'attuale palinsesto televisivo (altri tempi in cui c'era papà!). E dato che c’era il nostro Valter non si è fatto sfuggire l’occasione per proporre rimedi affinché si “stanino gli evasori”. Fiscali? No. L'evasione dell'Ici da parte del Vaticano? Nemmeno. Si riferisce agli “evasori” che non pagano il canone Rai. E ne ha un buon motivo personale, in quanto con i proventi del canone lui è stato mantenuto fin da piccolo. Ed ecco il risultato.
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